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“Senza Tribunale possibili infiltrazioni del malaffare”

Il referente dell'OTI - Osservatorio Tecnico Infrastrutturale “Tre Venezie” Giampaolo Bergamin scrive al ministro della Giustizia Orlando: necessario mantenere il Tribunale a Bassano per preservare il territorio da “appetiti” malavitosi

Pubblicato il 12-06-2014
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Messaggi Elettorali

Elena Pavan

Ha trasmesso una lettera al ministro della Giustizia Andrea Orlando e - per conoscenza - al ministro degli Interni Angelino Alfano, al sottosegretario di Stato Graziano Del Rio, a sei deputati del Partito Democratico e a cinque senatori sempre del PD tra i quali, per la cronaca, non figura la bassanese Rosanna Filippin.
Oggetto della lettera: “Ripristino del Tribunale e della Procura di Bassano del Grappa”. Mittente: Giampaolo Bergamin, ingegnere di Cassola, area “renziana” PD, che interviene sulla questione della soppressione e dell'auspicato ripristino del Tribunale cittadino a nome dell'OTI - Osservatorio Tecnico Infrastrutturale “Tre Venezie” di cui è il referente.
Nella comunicazione indirizzata al Guardasigilli, Bergamin spezza una lancia a favore del ripristino della sede di giustizia di Bassano con una chiave di lettura diversa rispetto alle argomentazioni sin qui espresse sulla questione: e cioè il rischio “sottovalutato” di infiltrazioni malavitose di alto livello che in mancanza di un autonomo presidio giudiziario potrebbero attecchire nella zona del Bassanese.

Foto: archivio Bassanonet

Riportiamo qui sotto il testo della lettera di Bergamin al ministro Orlando:

“Gentile Ministro,

l'attività dell'Ossevatorio si è qualificata nel tempo segnalando agli organi di competenza, alle Istituzioni e ai media le zone di opacità, che le cosiddette grandi opere portavano come bagaglio supplementare.

Il dato che si era evidenziato di un maggior costo, a parità di intervento, di oltre il 37% delle opere pubbliche in Italia rispetto ad altri paesi U.E. come Germania e Francia, è servito già in tempi non sospetti ad accelerare quel processo di profonda indagine nel settore, ormai non più governabile e alla cui complessità si è agganciato un malaffare diffuso.

Affrontando tematiche legate alle grandi infrastrutture (strade, ospedali, attività portuali e ferroviarie) non abbiamo potuto leggere un grave errore, purtroppo dovuto a sottovalutazione del rischio e poca attenzione e sorveglianza politica, cioè di eliminare il presidio di giustizia costituito dal Tribunale di Bassano e dalla Procura.

Queste Istituzioni hanno garantito, nel tempo, uno sviluppo equilibrato del territorio e vigilato attentamente in modo che determinate attività criminose e malavitose non radicassero.

Ci preoccupa molto che il polo del comprensorio Bassanese abbia in sé oltre a diffusa ricchezza, anche l'attrazione di due mega opere: la Nuova Valsugana e la Pedemontana Veneta che potrebbero suscitare appetiti non del tutto leciti.

Si vocifera da tempo anche di frequentazioni assidue in città di esponenti “pentiti” in soggiorno “climatico”.

Personaggi di primissimo piano la cui sola presenza dovrebbe far scattare il semaforo rosso nelle istituzioni di controllo.

Poiché avvertiamo che c'è stata una sottovalutazione di tali fenomeni, e di questo ne abbiamo discusso ampiamente anche nel meeting del 10.5.2014 (METROPOLIS 2014 - La Leopolda delle Tre Venezie - intervento di Enzo Mazzaro), riteniamo di dover sollecitare un Suo preciso atto, per il ripristino definitivo del Tribunale e della Procura.

Qui non si tratta solo di dare un servizio ad un territorio vasto, si chiede di poter garantire un presidio di Giustizia in un ambito economico-territoriale molto a rischio dove gli appetiti, in qualche forma, sono già tratteggiati.

Poiché la Commissione per il monitoraggio della geografia giudiziaria sta depositando le proprie conclusioni, ci raccomandiamo alla Sua prudenza e lungimiranza al fine di non farsi confondere o tentare da conferme di accorpamento, per dati puramente ragionieristici e geografici rispetto al grande rischio, non tollerabile, della possibilità di pesanti infiltrazioni del malaffare (vicende Mose strettamente connesso con le grandi opere nel Veneto) o, peggio ancora, radicamenti in loco di malavita prima con grandi e apparentemente innocui investimenti e poi imprigionando il territorio.

Per questi ultimi motivi, La preghiamo di decidere, come definito già dalla Legge delega, non prima appunto di aver attentamente valutato quanto descritto.

E come per le vicende infrastrutturali ci siamo sempre espressi con atti, documenti, computi e perizie, anche in questo ambito possiamo, se lo riterrà opportuno, fornire indicazioni ed elementi che poi i suoi Uffici potranno, di concerto con il Ministro Alfano, adeguatamente approfondire. Siamo disponibili, se riterrà, anche ad una audizione.

Ripristinando il Tribunale di Bassano del Grappa abbiamo la certezza di poter assicurare al territorio della Pedemontana Veneta uno sviluppo equilibrato sotto il profilo economico e sociale e garantire un baluardo a possibili degenerazioni.

Tutto ciò significa perseguire il “bene comune” e, pertanto, la nostra azione non sarà sporadica, ma determinata e documentata.

Poiché la struttura edilizia già esiste e i rischi paventati sono da non trascurare, auspichiamo una scelta di saggezza e lungimiranza, in tempi brevi. Si è perso davvero molto tempo inutilmente. La prevenzione nel territorio è determinate, curare dopo è difficile e costoso.

Alleghiamo inoltre un richiamo alla vicenda Venezia e alle Grandi Opere, argomenti di cui, sempre in tempi non sospetti, avevamo sollevato valanghe di criticità e che purtroppo hanno incontrato, anche all'interno delle Istituzioni e delle parti politiche, lunghi colpevoli silenzi.

Siamo però fiduciosi che il nuovo corso tracciato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, possa essere di svolta per il Paese, spazzando via anche dalla laguna veneta l'acqua stagnante che ci ha ammorbato: quell'intreccio mortale tra affari e politica, in una stupenda regione come la nostra, potente anche economicamente, ma che nel recente ventennio è stata nano politico.

Qui c'è voglia di riscatto etico e morale, dove la straordinaria capacità imprenditoriale è una risorsa indispensabile per ripartire.

Servono però dei segnali di vicinanza, anche da parte dallo Stato: Ministro non ci abbandoni! Ci servono non promesse o parole, ma atti concreti per puntellare da subito questa Regione terremotata e questo, del mantenimento del Tribunale di Bassano, è essenziale.

Cordiali saluti.

Per l'Osservatorio Infrastrutture
“Dalla Leopolda al concreto”

dott. ing. Giampaolo Bergamin”

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