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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Un pesce sul Brenta
Un impianto fotovoltaico per salvare il Ponte di Bassano? Era ovviamente un falso “scoop”. Ma che ci porta comunque a riflettere sulle precarie condizioni del monumento
Pubblicato il 02-04-2014
Visto 2.958 volte
Bravi: ci avete sgammato quasi subito. Dico quasi perché, come sempre accade, qualcuno in prima battuta ci è “cascato”.
Lo “scoop” del progetto benefico dell'azienda di energie rinnovabili intenzionata ad installare dei pannelli fotovoltaici sul Ponte di Bassano per contribuire alla raccolta dei fondi necessari per il suo restauro è stato il Pesce d'Aprile 2014 di Bassanonet.
Che si aggiunge al repertorio ittico dei “primi aprile” degli anni scorsi (l'arrivo a Bassano di Brad Pitt e Angelina Jolie, la sparizione della statua di San Bassiano in piazza Libertà e l'apertura in città del negozio “Tutto Gratis”) accomunati dalla stessa caratteristica: quella di essere delle notizie assolutamente improbabili, ma raccontate nel modo il più possibilmente verosimile.
Il grande malato visto dalla terrazza di Palazzo Sturm (foto Alessandro Tich)
E il Ponte degli Alpini in versione “Smart City”, con le celle fotovoltaiche allestite sul lato sud del tetto del monumento “per la maggiore esposizione all'irraggiamento solare”, è quanto di più improbabile esista - per le più diverse ragioni, vincoli storico-architettonici in primis - sulla faccia della terra.
Non siamo inoltre esperti della materia, e al di là della falsa notizia confezionata ad arte chiunque abbia un minimo di conoscenza dell'Abc delle tecnologie per le energie rinnovabili avrà capito subito che si trattava di una bufala al profumo di pesce. Ma proprio questo è il bello dello scherzo: suscitare curiosità, discussione e divertimento e sdrammatizzare anche per un po' - e cioè per la durata di un giorno, ben fissato sul calendario - il “carico” delle vere notizie di cronaca e attualità.
Tra le quali, in questi giorni, la corsa collettiva alle iniziative di solidarietà per il salvataggio del Ponte malandato - più sentita da fuori città, per la verità, che da dentro - sta acquisendo uno spazio di primo piano al limite del tormentone.
E noi, sempre attenti ai grandi temi della città e cavalcando l'onda della vera attualità, non potevamo che essere sul pezzo.
Anche perché, facendo ieri un sopralluogo sul Ponte Vecchio per... controllare le fasi preliminari del progetto “sostenibile ed ecocompatibile” della mitica - nel senso letterale del termine - Clean Power Energy Spa di Milano (:D), ci siamo ulteriormente resi conto delle sue critiche condizioni. Notando - oltre al già noto “saliscendi” della superficie di calpestio e della balaustrata a nord per i cedimenti tra la seconda e la terza campata partendo da est - il non perfetto allineamento delle colonne di sostegno del manufatto palladiano sullo stesso lato in direzione di Nardini.
Una conferma sul posto dello stato precario del nostro monumento simbolo, l'amore nei cui confronti - quello sì - è un'energia eternamente rinnovabile.
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