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Produzione industriale debole, export frenato dalla crisi dell’automotive

Gli ultimi dati del terzo trimestre elaborati dal servizio Congiuntura Flash del Centro Studi Confindustria

Pubblicato il 22-09-2024
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I dati industriali rilevati nel terzo trimestre dal servizio Congiuntura Flash del Centro Studi Confindustria sono ancora deboli. La produzione, dopo due mesi in recupero, è diminuita di -0,9% a luglio, determinando un acquisito negativo anche nel 3° (-0,4%, da -0,9% nel 2°). «La fiducia delle imprese ha perso ulteriore terreno, avvalorando lo che per la fine del 2024 e l’inizio del prossimo anno vede ancora l’economia manifatturiera italiana – ed europea – in difficoltà».

Pesano molto i numeri non brillanti dell’export, diminuito anche nel 2° trimestre (-1,8% i beni, -0,3% i servizi; in volume), pur su livelli ben sopra il pre-Covid (+7,1% i beni, +18,4% i servizi). Il calo è diffuso ai mercati dell’Unione Europea (-2,1%) ed extra-UE (-0,8%). Particolarmente deboli le vendite verso la Germania e i principali mercati asiatici. La crisi dell’automotive e dell’industria tedesca evidentemente sta riverberando i suoi effetti negativi su tutta la filiera italiana collegata al settore auto (meccanica, pelle, componentistica, plastica e elettrotecnica).


Riportano pienamente l’immagine del momento critico dell’automotive gli ultimi dati di Acea, l’associazione dei produttori auto: la Germania rispetto ad agosto 2023 cala le immatricolazioni del 27,8%, la Francia (-24,3%) e l’Italia (-13,4%).

Anche i servizi mostrano dati in leggera frenata, dopo aver contributo alla ripartenza dell’economia nel post-pandemia. Nel 2° trimestre i servizi erano cresciuti (+0,4% il valore aggiunto), con il traino del turismo (+2,7% annuo a giugno la spesa degli stranieri). «A luglio, RTT (CSC-TeamSystem) indica un recupero del fatturato dopo il calo di giugno. Tuttavia, in agosto, il PMI è calato ancora e ora indica crescita più tenue (51,4 da 51,7) e recupera solo in parte la fiducia delle imprese dopo mesi di calo», rileva il servizio studi di Confindustria.

Sul fronte dell’energia si segnala ancora il rincaro il gas. Dopo il balzo in agosto (+17,2%), a settembre il prezzo del gas in Europa si mantiene a 36 €/mwh, da un minimo di 27 a marzo. Scende invece quello del petrolio, a 74 dollari al barile (da un massimo di 90 in aprile). «Il gas più caro alzerà i prezzi dell’elettricità per famiglie e imprese, agendo negativamente sull’inflazione».

Lato lotta all’inflazione e tassi, il percorso in Europa sembra in qualche modo segnato, al netto di eventi negativi sul capitolo “geopolitica&energia”: la BCE, che aveva tagliato a giugno (di -0,25%), il 12 settembre ha deciso un secondo taglio dei tassi (ancora -0,25%).

Gli investimenti sono cresciuti nel 2° trimestre del +0,3% (da +0,4% nel 1°), grazie ad positiva dinamica di impianti e macchinari (+1,1%) e trainati anche dai mezzi di trasporto (+1,7%). Le costruzioni sono invece ferme (calo delle abitazioni al -1,1%), per il venir meno degli effetti “droganti” del Superbonus.




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