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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Vivi felice e lavorerai felice
Il rivoluzionario contratto integrativo della Manfrotto-Vitecgroup di Cassola. Welfare aziendale, benessere dei dipendenti, metodo partecipativo, gestione condivisa dell'orario di lavoro, sistema premiante: le nuove relazioni industriali abitano qui
Pubblicato il 09-07-2013
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“Se in azienda le persone vivono meglio, l'azienda va meglio.”
Il ragionamento - espresso da Marco Scippa, direttore delle Risorse Umane della Manfrotto-Vitecgroup Italia di Cassola - non fa una grinza.
E non si tratta di una pia intenzione, enunciata soltanto a parole, ma del filo conduttore del nuovo contratto integrativo quinquennale 2013-2017 che l'azienda leader mondiale nel settore dei supporti per la fotografia, il video e l'intrattenimento ha siglato con le RSU aziendali, assistite dalla Fim Cisl, dopo sei mesi di proficue trattative. Un accordo che “nasce dalla volontà di sviluppare un percorso di relazioni industriali che, grazie a uno spirito partecipativo, possa favorire al contempo il raggiungimento degli obiettivi di competitività dell'azienda e di benessere dei dipendenti, ai quali l'azienda riconosce un ruolo centrale all'interno della propria organizzazione.”

I protagonisti della conferenza stampa alla Manfrotto-Vitecgroup di Cassola (foto Alessandro Tich)
Già: avete letto bene. Il benessere dei dipendenti, visto come “fondamento e stimolo per la crescita della produttività”, diventa un diritto contrattualizzato. Dando vita ad un accordo sindacale dai contenuti per molti versi rivoluzionari.
Lo scopriamo apprendendo i dettagli del contratto integrativo - che interessa i circa 600 lavoratori del gruppo occupati in Italia, tra gli impiegati del quartier generale di Cassola, in via Valsugana alle porte di Bassano, e gli operai degli stabilimenti di Feltre - illustrati dal rappresentante RSU Giampietro Zancanaro in un incontro stampa a cui partecipano, oltre al direttore del personale Scippa, anche gli altri due esponenti RSU Antonio Vigo ed Elena Smaniotto e Adriano Poli, della segreteria Fim Cisl di Bassano del Grappa.
E in quanto a vantaggi e agevolazioni per chi timbra il cartellino in azienda, c'è davvero di tutto e di più. A cominciare dalla prima pietra miliare dell'accordo sindacale: il welfare aziendale. Un elenco di facilitazioni “per il miglioramento della vita della persona sul posto di lavoro, in combinazione con le esigenze in famiglia e della quotidianità”.
Si va dal sostegno alla maternità e paternità in diverse circostanze (monte ore aggiuntivo per il periodo di allattamento; periodi di assenza facoltativa fino al primo anno di vita del bambino; aspettativa non retribuita fino a 30 giorni in caso di adozione o di procreazione assistita) all'inserimento dei figli negli asili nido o scuole materne - con periodi concordati di orario flessibile per due settimane con ulteriori 10 ore di permesso a disposizione -, a un giorno all'anno di permesso retribuito in caso di ricovero dei figli.
Fanno parte di questo pacchetto anche l'assistenza fiscale di base, il sostegno a necessità finanziarie improvvise (con possibilità di richiedere un anticipo del Tfr maturato fino al 2006), i permessi retribuiti aggiuntivi per le visite specialistiche, la maggiorazione dell1,8% del contributo aziendale ai fondi previdenziali integrati di categoria, i bonus per la ristorazione aziendale, i corsi di lingua anche per i dipendenti extracomunitari.
E poi c'è la voce “wellness”, mirata “al benessere psicofisico dei lavoratori”: con la possibilità di frequentare a prezzi agevolati piscine e palestre convenzionate, lezioni e conferenze “per un corretto stile di vita” e persino l'introduzione della frutta fresca nei distributori snack aziendali. E l'aspetto “social” del contratto - in questi tempi molto attenti al portafoglio - è rappresentato anche dalla Vitec Card, che permette di fare acquisti con ulteriori agevolazioni.
Ma c'è un altro ambito in cui il contratto sindacale si dimostra particolarmente innovativo: quello della partecipazione. “I lavoratori e l'azienda - spiega Zancanaro - si mettono insieme e formano delle commissioni per gestire assieme l'attività aziendale.” Monitoraggio delle azioni formative; pari opportunità; ambiente, sicurezza e benessere; qualità dei servizi; relazioni industriali e gestione delle controversie; valutazione delle prestazioni dei dipendenti “secondo un sistema equo che tuteli le diversità e il principio di meritocrazia”: sono i settori dell'organizzazione del lavoro su cui dipendenti e responsabili aziendali saranno chiamati a confrontarsi e a collaborare congiuntamente.
C'è poi il terzo aspetto distintivo dell'accordo: la gestione condivisa dell'orario di lavoro. Anche qui i bonus sono numerosi: dalla possibilità di anticipare ore di ferie dell'anno successivo di fronte all'eventuale situazione di calo produttivo, alla flessibilità dei turni, agli orari flessibili in pausa pranzo, all'accesso al part time e reintegro al tempo pieno, al sostegno al telelavoro, fino all'indennità aggiuntiva per i turni notturni, che vengono esclusi - salvo richiesta volontaria delle dirette interessate - al personale femminile.
Dulcis in fundo: il sistema premiante. Un sistema “meritocratico avanzato”, che “punta fortemente alla condivisione del risultato aziendale con i lavoratori, a cui viene destinata una parte degli utili dell'azienda.”
Il Premio di Risultato sancito nell'accordo è costituito da un bonus annuale, variabile nei cinque anni, collegato al contributo del singolo dipendente rispetto agli obiettivi aziendali di “maggiore redditività, valore aggiunto della produzione, qualità e partecipazione al risultato”. Al conseguimento del 100% di tutti gli obiettivi condivisi, il lavoratore si troverà in busta paga un premio di risultato pari a 800 euro, che diventeranno 1100 nel 2017.
Per garantire la più obiettiva e corretta valutazione dei risultati conseguiti, e quindi del merito, la Manfrotto-Vitecgroup attiverà un tavolo di sperimentazione in collaborazione con due Università italiane. “Il tavolo di sperimentazione - spiega Marco Scippa - è uno strumento che permette di valutare i dipendenti non per quello che sono, ma per quello che fanno. Sarà fatto un corso di formazione per tutti i valutatori, istituendo i parametri per educare i responsabili a valutare con equilibrio. L'obiettivo è arrivare a una certificazione di sistema, certificando congiuntamente lo strumento come equo e non discriminante.
A livello nazionale, siamo i primi e unici a farlo.”
“L'azienda non fa regali - puntualizza il direttore delle Risorse Umane -, ma stimola gli obiettivi della gente. Una volta che ci guadagniamo la torta, è giusto che ognuno ne abbia una fetta. Tutte le attività di welfare e di orario flessibile mirano a bilanciare la vita delle persone in azienda. Non è un atto di buonismo, una persona motivata è più pronta a dare una risposta quando bisogna stringere i denti.”
Sull'originalissimo contratto integrativo dell'azienda bassanese - il quale “supera le barriere innalzate dai contratti nazionali vigenti, che bloccano di fatto l'innovazione e non permettono di promuovere il rilancio della produttività e quindi la crescita” - giunge nel pomeriggio in redazione anche una dichiarazione del presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
“Il Veneto - afferma il governatore - si dimostra ancora una volta un modello all’avanguardia anche per quel che riguarda le relazioni sindacali. Questo pacchetto integrativo siglato con l’intesa del sindacato contiene elementi di grande innovazione e pone l’azienda all’avanguardia mettendo al centro i lavoratori.”
“Si tratta di un segnale importante - continua il presidente - in un momento in cui la crisi non allenta la sua presa sulla nostra economia, il Veneto dimostra di avere tutte le carte in regola per riprendere a correre e tornare ad essere la locomotiva del Nord Est. L’intesa raggiunta sull’integrativo è frutto di uno sguardo lungo da parte di tutti gli attori coinvolti e rappresenta uno strumento strategico per vincere le sfide del futuro.”
Insomma: vivi felice e lavorerai felice. Ma coi tempi che corrono, che sia davvero possibile trasformare l'orario di lavoro, quando necessario, in un Happy Hour? Provare per credere.
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