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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

L'impresa di Tiziano

Tiziano Ferronato, presidente dei Pubblici Esercizi di Confcommercio Bassano, è candidato in città con “Impegno per Bassano”. Per aiutare le imprese: “L'aumento della Tares e dei costi dell'acqua mi hanno spinto a metterci la faccia”

Pubblicato il 15-05-2014
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E' il presidente mandamentale della categoria Pubblici Esercizi di Confcommercio Bassano. Per questo la sua candidatura non è passata inosservata. Inevitabilmente, anche se con meno clamore mediatico dell'ex presidente mandamentale dell'associazione di categoria Luca Chenet.
Tiziano Ferronato, 49 anni, pubblico esercente conosciutissimo in città, titolare di due noti locali del centro storico di Bassano, mai sceso in politica, ha deciso di “metterci la faccia”: e oltre alla sua attività dietro al bancone oggi aspira ai banchi del consiglio comunale.
E' candidato nella civica “Impegno per Bassano” della coalizione di centrodestra guidata dal candidato sindaco Federica Finco. E sottolinea il fatto di non essere stato contattato per far parte della lista, ma di essersi proposto lui “per aiutare Bassano in un momento così difficile”.

Tiziano Ferronato, presidente mandamentale dei baristi di Confcommercio e candidato con "Impegno per Bassano" (foto Alessandro Tich)


Quindi come nasce questa sua scelta?
“E' stata una scelta dovuta perché aspettavo di capire chi era il candidato sindaco delle coalizione di cui volevo far parte, e quando ho saputo che era Federica Finco ho chiesto di poter fare parte della squadra. Sono forse una “meteora”, perché non sono stato cercato ma ho sentito io il bisogno di propormi e di mettere la mia faccia per aiutare Bassano in un momento così difficile.”

Scelta “dovuta” perché? Quali sono state le motivazioni?
“Vedere il declino di Bassano negli ultimi cinque anni, a causa della crisi economica certamente. Poi una Ztl un po' troppo rigida, che ha bisogno invece di orari e metodologie diverse. La Ztl va bene nei fine settimana e la Ztl serale può essere giustificata nella stagione estiva, ma in inverno e nei giorni feriali non ha senso. Pensare alla Bassano di dieci anni fa quando avevi difficoltà a trovare un posto dove aprire un'attività, mentre adesso le attività si chiudono ed è un brutto segnale. Poi il fatto che quest'anno io ho avuto un aumento del 135% di Tares, da 1700 a 4059 euro, col 30% di fatturato in meno. Un'altra ragione che mi ha spinto a proporre il mio contributo candidandomi è la tariffa dell'acqua. Il costo dell'acqua per i pubblici esercizi è triplicato: se una casa paga 1 e un'azienda paga 2, un bar e un ristorante pagano il triplo. Consideriamo che un locale in centro storico dà un servizio essenziale al turista, mancando i bagni pubblici. Io, azienda, do un servizio all'utente e do ospitalità. Tu, Comune, che non hai bagni pubblici, devi vedere in modo diverso le cose e quindi le tariffe per un servizio collettivo alla città. Le aziende vanno sostenute, e non continuare a penalizzarle.”

Cosa potrebbe fare allora il Comune, oltre a ridurre la tassa rifiuti e la tariffa dell'acqua applicata da Etra?
“Bassano è una città che si sta desertificando e invece di dare agli operatori gli strumenti per avere più energia per sopravvivere hanno aumentato i tributi. Ho proposto queste problematiche al mio gruppo e Federica Finco ha capito che bisogna rivedere questi aumenti per portarli su una linea più normale. Pensiamo anche ai parcheggi: a Roma si paga 1 euro all'ora, a Bassano 1,4 euro all'ora. Perché nel parcheggio dell'ospedale vecchio non si fanno le prime due ore gratis e la terza ora 1 euro? Alla sera il parking “Le Piazze” potrebbe avere una cifra simbolica, il parcheggio sarebbe pieno a si darebbe un po' di ossigeno. Oggi Bassano è una città che vive solo di turismo. Il turista arriva a Bassano, visita una città bellissima, un punto stupendo raggiungibile da Cortina, da Verona, da Venezia. Abbiamo una posizione strategica, la possibilità di sviluppare il turismo sportivo eccetera. Ma servono più servizi, serve ad esempio una zona adibita ai camper, passano 50mila camper all'anno a Bassano ma non è segnalata una zona attrezzata. Noi abbiamo la possibilità di sfruttare molto di più il turismo, non solo quello mordi-e-fuggi, ma anche il turismo che si ferma in città e che aiuta in questo modo anche i piccoli negozi.”

Come dunque dare, concretamente, un sostegno agli operatori del centro?
“Io, come ho rappresentato al gruppo, ho portato avanti il progetto per rivedere il problema dei negozi sfitti e agevolare chi viene in centro per aprire un'attività. Attualmente ci vogliono mesi, anche un anno, per avere le autorizzazioni dal Comune. Bisogna snellire i tempi di chi viene ad investire in centro storico, dare una mano, incentivare. In cinque anni abbiamo perso in centro storico 500-600 posti di lavoro nel settore commerciale. E' un numero terrificante, è il doppio dei dipendenti del Comune di Bassano. Non c'è solo il problema dei negozi, bisogna portare le giovani coppie a vivere in centro storico, agevolando i proprietari ad esempio con sgravi dell'Imu. Si potrebbe così riportare in centro 1200-1500 persone, ripopolare il centro storico è importante per le imprese che vi lavorano ma anche per il Comune, che comunque ricava i suoi oneri e tributi. Serve pertanto uno sportello unico sulle abitazioni, per i concordati con i proprietari, sulle aziende e sulle famiglie che vogliono restaurare la casa o costruire. Ho saputo che per una pratica di autorizzazione all'apertura di un negozio in centro ci sono voluti 8 mesi. 4 anni, addirittura, per l'ampliamento di un capannone. In un momento in cui le aziende del settore edilizio si trovano in crisi profonda, l'Amministrazione dovrebbe incentivare l'autorizzazione delle pratiche. Ci sono 170 richieste di ampliamento o di costruzione in Comune e i proprietari devono aspettare mesi, se non anni, per spendere soldi e creare economia. Uno sportello unico, per il Comune, vuol dire aiutare le piccole aziende, dare ossigeno a persone che stanno morendo e portare a casa gli oneri.”

Oltre ai residenti da “ripopolare”, il centro storico è un mix di attività commerciali da sostenere, come dice lei, e di luoghi di pregio turistico da valorizzare. Come far convivere questi due mondi?
“Il Museo è un biglietto da visita stupendo, ma facciamo in modo che quando la gente arriva lo trovi aperto, e con tutti i servizi. Mi fa male vedere centinaia di persone che vogliono salire sulla Torre Civica e la trovano chiusa. Il turista non ha tempo di andare al Museo e prenotare la visita della Torre o chiedere la disponibilità di un dipendente che venga ad aprirla, se lo trova. Bisogna incentivare le visite, in questo modo vendo un'immagine della città diversa. Noi operatori del centro storico siamo sempre stati disponibili a collaborare, avendo un'Amministrazione che riordina la città e predispone un servizio più eccellente di ospitalità: una città pulita, culturale, organizzata. Vorrei rivedere la città pulsare e vivere, frequentata e diversa da come è oggi. Oggi vedo una città morta, ad eccezione delle notti bianche e dei weekend pasquali e natalizi. Deve tornare il punto di aggregazione dei Comuni limitrofi, come una volta, e deve dare più spazi per i giovani. I giovani vanno stimolati a venire in centro, c'è poco per loro.”

Lei ha già due locali, ovvero due aziende da seguire. Ora si propone di dedicare tempo anche all'attività amministrativa, sempre se gli elettori lo vorranno. Quindi, in definitiva, chi glielo fa fare?
“Dal 1988 sono un operatore del centro storico, ho visto alti e bassi. Ora che ci troviamo in un prolungato periodo di difficoltà, quello che mi ha dato anche lo spunto a dare il mio aiuto è stato il fatto che in questi anni non c'è stato un politico del Comune, di qualsiasi colore, che è venuto da noi esercenti a chiedere “come va?”, “perché non c'è nessuno la sera?”. C'è bisogno di sostenere il nostro commercio, cercare di aiutarlo in questo momento difficile, altrimenti fra tasse dirette e indirette non si hanno più occhi per piangere.
La mia volontà parte dal cuore, perché voglio bene alla città di Bassano.
I due terzi della mia vita li passo a Bassano, sette giorni su sette. E vorrei vedere una città bella, illuminata, serena e orgogliosa.”

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