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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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“Nasce” a Bassano il Centenario della Grande Guerra

Parte da Bassano del Grappa il percorso di avvicinamento alle celebrazioni venete del Centenario della Prima Guerra Mondiale. Oggi a Venezia la macchina organizzativa del grande evento ha acceso ufficialmente il motore

Pubblicato il 15-05-2012
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VENEZIA – Quello della Grande Guerra, nella nostra Regione, sarà un Centenario lungo sei anni: tre anni effettivi di iniziative e celebrazioni (2015-2018) a un secolo esatto dall'inizio e dalla fine della Prima Guerra Mondiale, e tre anni di “percorso di avvicinamento” (2012-2014) in cui l'ambizioso progetto della storica ricorrenza prenderà forma e sostanza.
E oggi, con una conferenza stampa a Palazzo Balbi a Venezia, la macchina organizzativa del grande evento - generato da un Protocollo d'Intesa tra Regione Veneto, Direzione regionale del Ministero dei Beni e Attività Culturali e tutte e sette le province del Veneto - ha acceso ufficialmente il motore.
Il Centenario, tuttavia, non parte da zero. L'impostazione generale e le linee di lavoro del progetto sono infatti contenute in un corposo “Documento programmatico e organizzativo” elaborato dal Comitato Scientifico per le celebrazioni: una sorta di vademecum istituzionale all'interno del quale saranno regolati e armonizzati la miriade di appuntamenti e attività previsti per il sentito anniversario.

L'assessore regionale Marino Finozzi, il vicepresidente della Regione Marino Zorzato e l'assessore regionale Elena Donazzan alla conferenza stampa a Palazzo Balbi a Venezia (foto Alessandro Tich)

“Questo documento - ha spiegato il vicepresidente della Regione e assessore regionale alla Cultura Marino Zorzato - costituisce la base di partenza del nostro lavoro, ma si tratta comunque di un progetto aperto per essere condiviso con tutti i mondi che qui nel Veneto hanno una straordinaria sensibilità su questo tema.”
Si parte subito: venerdì 18 maggio alle 10.30, in Sala Jacopo da Ponte a Bassano del Grappa si terrà un incontro pubblico di presentazione dell'iniziativa.
Dopo i saluti del sindaco Cimatti, interverranno il vicepresidente della Regione Zorzato, l'assessore regionale al Turismo Marino Finozzi, il segretario regionale per la Cultura Angelo Tabaro e il coordinatore del Comitato Scientifico per le celebrazioni Marzio Favero. Scopo dell'incontro, oltre al lancio di “Grande Guerra - Luoghi e Memorie” (questo il nome ufficiale delle celebrazioni) sarà la costituzione del “Comitato dei Soci Partecipanti”: organismo che avrà il compito di riunire tutti i soggetti del territorio veneto, pubblici e privati, che desiderino contribuire alle attività del Comitato regionale per il Centenario. “Tutti coloro che hanno qualcosa da dire possono partecipare” - ha sottolineato Zorzato, che ha aggiunto: “Abbiamo scelto Bassano perché è centrale, rispetto al Veneto e alla Grande Guerra.”
Oltre al “Comitato dei Soci” il Protocollo d'Intesa tra gli enti promotori ha previsto l'istituzione di un Comitato Esecutivo, formato dalle autorità istituzionali, e di un Comitato Scientifico.
“Il Comitato Esecutivo - ha evidenziato il coordinatore Marzio Favero - è il “Comando”, a cui fa riferimento l'intero progetto del Centenario. Il Comitato Scientifico è lo “Stato Maggiore”, che coordina le strategie. Il Comitato dei Soci Partecipanti è l'“Esercito”, suddiviso in tre “Armate” e cioè aree di lavoro: l'ecomuseo della Grande Guerra nel Veneto, per unire e custodire tutti i luoghi in cui si è combattuto (recupero dei manufatti militari, lettura e salvaguardia paesaggistica, riordino e “specializzazione” della quarantina di Musei della Grande Guerra, promozione turistica); il contributo alla ricerca storica (Università, centri di studio, scuole) e gli appuntamenti, anche culturali, celebrativi e di avvicinamento al Centenario.”
Comitati e “eserciti” che - come ribadito in conferenza stampa - parteciperanno “in forma assolutamente volontaristica”, a fronte di un programma i cui costi non peseranno sul bilancio regionale, ma dovranno essere coperti tramite l'utilizzo di fondi europei e una capillare azione di “fund raising”, ovvero di reperimento risorse, ad opera del Comitato Esecutivo.
“La sfida - ha commentato Zorzato - è quella di fare sintesi, dando a questo progetto una connotazione non puramente rievocativa, quanto invece di prospettiva, all’interno di un disegno generale nel quale confluiscono cultura, paesaggio e turismo che sono la miniera del futuro per far crescere la nostra economia”.
L'assessore al Turismo Marino Finozzi ha annunciato che si inizierà già nel 2013 con iniziative di promozione del progetto, “soprattutto per farlo conoscere in quei Paesi che hanno avuto caduti durante il conflitto, sepolti nei tanti cimiteri di guerra presenti sul territorio veneto. Da qui la rilevanza turistica che il progetto può avere”.
Elena Donazzan, assessore all'Istruzione, ha posto invece l'accento “sul carattere di universalità del messaggio da trasferire ai giovani e al mondo della scuola” e sull'“approccio narrativo del progetto che fa parlare un territorio ricco di storie, e di storia.”
“L'ambizione - ha rivelato il vicepresidente Zorzato - è quella di andare oltre il 2018, creando attorno alla Grande Guerra un percorso di cultura, turismo e paesaggio che dia emozione e interesse per sempre.” Un chiaro riferimento a Paesi come la Francia e il Belgio, che sui luoghi della Guerra Mondiale (nella fattispecie, la Seconda) hanno sviluppato un ragguardevole e tuttora florido “turismo della memoria”.
Basti pensare alla Normandia, dove la rievocazione del celebre sbarco e dell'omonima battaglia è ancora viva e dove i capi di Stato delle Nazioni alleate continuano a incontrarsi in occasione dell'anniversario del “D-Day”.
Un modello da esportare anche nel Veneto? La Regione ci sta facendo un pensierino: “Nella Grande Guerra, nel Veneto - rimarcano i promotori - sono morti ragazzi di 20 nazioni diverse. Un sacrificio che ci spiega perché sopportare i costi del processo di unificazione dell'Europa e perché lavorare per una casa comune europea. Per questo l'ambizione ultima, nel 2018, è portare alla celebrazione in Cima Grappa una ventina di capi di Stato.”

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