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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

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Europa Verde Bassano sul concept progettuale dell'Hub Urbano per la Cultura e l'Innovazione: “Discrepanza tra pensiero e azione, inaccettabile la soluzione proposta per la scuola Mazzini”

Pubblicato il 15-05-2021
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Dice il saggio: comunicato lungo - anzi, lunghissimo -, premessa corta. Salto quindi tutti i preamboli e riporto subito di seguito il comunicato stampa trasmesso oggi in redazione dai referenti di Europa Verde Bassano Renzo Masolo e Gaia Bollini in merito alla presentazione del “concept progettuale” dell'Hub Urbano per la Cultura e l'Innovazione, avvenuta mercoledì scorso in commissione:

COMUNICATO

Foto Alessandro Tich


CONCEPT PROGETTUALE DELL'HUB URBANO PER LA CULTURA E L'INNOVAZIONE: LE NOSTRE CONSIDERAZIONI

Finalmente siamo venuti a conoscenza del progetto tanto atteso: 102.0000 euro per avere una proposta da esperti esterni che purtroppo non conoscono Bassano. Un aiuto richiesto da quella maggioranza che sta amministrando da 2 anni la Città di Bassano; aveva bisogno di chiarirsi le idee, pare. Idee che a noi sembrano molto confuse, perché all’orizzonte non si vede nulla di nuovo ed innovativo, solo aggiustamenti e imitazioni di buone pratiche che si vorrebbero portare a Bassano. Gli esiti sono però paiano assai incerti e per diversi motivi.
Primo perché Bassano non è Trento e non gode dei benefici economici e delle agevolazioni di una provincia autonoma; secondo perché dietro alle quinte c’è l’urgente ed imbarazzante necessità (da parte dell’amministrazione Pavan) di dare casa ad una spropositata quantità di animali tassidermizzati (impagliati per capirsi) che la maggior parte dei Bassanesi non vuole prendere in carico. Significa sobbarcarsi di costi di gestione e individuare uno spazio pubblico in cui esporli. Ultimo, ma non meno importante aspetto, è il fatto che il progetto sembri non tenere minimamente in conto la situazione pandemica in atto, che, una volta conclusa, accelererà i cambiamenti economici, sociali, culturali e di mobilità cittadina (e non solo). Siamo quindi sicuri che abbia senso pensare di avviare un percorso di questo tipo, che impegnerà risorse per ben più di 20.000.000 di euro?

Per questo Europa Verde si chiede quale sia il metodo di lavoro di questa amministrazione. Perché dopo una spesa del genere, per una consulenza puntuale e dettagliata, del cui valore professionale nessuno ha da eccepire, la sindaca e l’assessore ai lavori pubblici hanno tranquillizzato l’assemblea dicendo che ora si inizierà un percorso di confronto con la città per raccogliere idee e proposte; questo durante la presentazione degli esiti dello studio, in sala Chilesotti in giorni scorsi.

Siamo solo noi a cogliere una certa discrepanza tra pensiero e azione?
Perché il dubbio di essere presi in giro, a questo punto, lascerebbe poco spazio. Il percorso partecipato bisognava iniziarlo prima di spendere i soldi per le consulenze. Bisognava iniziarlo due anni fa, magari con meno caffè nei quartieri e più assemblee, con ordini del giorno precisi e richieste chiare su cosa i cittadini e le cittadine sentissero come reali necessità e priorità per Bassano. E i limiti d’incontro dovuti al lockdown non valgono come attenuanti o scuse. Alla fine quei 102.000 euro hanno “ufficializzato” ciò che già era nell’aria da tempo. Un Polo Museale Santa Chiara rivisto, scorporandone il museo delle Scienze e lasciando quelli dell’Automobile e dell’Ingegno Veneto. Si aggiungono spazi aggregativi, espositivi e di ristorazione. Obiettivamente nessuna novità rispetto a prima, se non che non c’è nessuna copertura economica.
Veniamo alla scuola Mazzini, che si trasformerà in un museo degli animali impagliati (di grande attualità nel 2021, non c’è che dire), delle collezioni naturalistiche e nel laboratorio scientifico per tutte le scuole bassanesi. Anche qui sono previsti spazi food and beverage; no, non una nuova mensa per i bambini e le bambine ma un nuovo ristorante su una terrazza vetrata. Effettivamente i bar e i ristoranti in centro storico scarseggiano!
Il buon Lanzinger ha cercato di essere entusiasta e convinto nella sua esposizione ma non pensiamo sia riuscito a convincere molte persone della validità della proposta. Si aggiunga a questo un collegamento ciclo/pedonale, in parte sopraelevato, da 1.200.000 euro per unire il Polo Museale con il futuro Museo della natura (morta!) e i Giardini Parolini al resto della città. Ce ne sfuggono senso, logica opportunità, comprendendo che i progettisti incaricati non conoscono minimamente la città e i suoi eterni problemi di viabilità, come per altro hanno chiaramente ammesso durante la presentazione.
Ma volendosi concedere un esercizio economico, a quanti progetti si potrebbe mettere mano con 1.200.000 euro? La ridefinizione del traffico cittadino? Completare la ciclovia del Brenta (in particolare nel tratto incompiuto che va dalla centrale elettrica di San Lazzaro fino al ponte di Cartigliano)? Realizzare il Campus Centro Studi? E sono solo tre esempi...

La proposta del Polo Museale Santa Chiara, in realtà, può anche essere accolta; non si discosta di molto dal progetto iniziale. Opinabile se mai il modus operandi scelto.

Ma la cosa che non possiamo accettare è la soluzione proposta per la scuola Mazzini. Proprio per questo avevamo organizzato il 6 marzo di quest’anno un flashmob per chiedere all’amministrazione un ripensamento preventivo; avevamo sentito voci di corridoio sull’idea di portar lì il museo naturalistico. Tenendo conto che anche la scuola media Vittorelli è in grosse difficoltà con le iscrizioni, in particolare per la sezione musicale (fino a poco tempo fa eccellenza cittadina), temiamo che si avveri quello che già a settembre 2020 avevamo previsto durante una nostra assemblea pubblica davanti alla Mazzini: la chiusura di entrambe le scuole, che non possono convivere negli spazi del Vittorelli. In quell’occasione avevamo allora fatto una proposta lungimirante, innovativa ed in controtendenza rispetto all'inesorabile consumo di suolo cittadino: demolire la scuola media Vittorelli, ristrutturare la Mazzini accorpando medie ed elementari e rilanciandole con convinzione; ampliare il parco Giardini Parolini unendolo con il parco di Piazzale Trento e chiudere progressivamente discesa Brocchi al traffico veicolare. Ci dispiace non trovare nulla delle nostre proposte nel progetto presentato. Nessuna considerazione e ragionamento sul traffico cittadino, come se fosse un problema ininfluente in quel brano di città o come se i nostri amministratori lo prevedessero così com'è, “oggi e per sempre”. La sfida futura sarà ridurre il numero di automobili, renderle elettriche, sempre più piccole ed efficienti, investire nel trasporto pubblico locale, spostando sempre più persone verso la mobilità slow e condivisa. Per questo riteniamo una follia un passaggio in quota per le bici e i pedoni, quando la mobilità del futuro non punterà sulla divisione dell’utenza stradale, quanto sulla condivisione degli spazi e sulla moderazione della velocità. Quale sarà la mobilità del futuro? Altre rotatorie, parcheggi, bretelle? Stiamo buttando via un sacco di soldi per un modello di mobilità ormai superata, basandoci su studi datati e da rivedere completamente. Persino Parigi sta rivoluzionando la sua viabilità in chiave “slow impact”. Bassano è ferma, bloccata dal traffico. Non troviamo nulla, almeno nella presentazione di sala Chiesotti, sull’ex ospedale che speriamo possa essere adibito a Casa della Musica ai piani superiori e a Bici-stazione (o hub Mobilità Ciclistica se si preferisce) a piano terra. Le nostre associazioni musicali hanno bisogno di spazi e la città di liberare le immense potenzialità ciclo/turistiche e di ciclismo urbano trascurato. Nulla sul “Piano Mar”, nessuno ne parla più, eppure prima di fare una rotatoria da 600.000 euro e prima di pagare consulenze “impegnative per le casse comunali” sarebbe meglio conoscere l’evoluzione di quel progetto, che influirà pesantemente sugli equilibri urbanistici e viabilistici. Ma se i consulenti non conoscono bene Bassano e le sue dinamiche, o i loro committenti non forniscono loro tutte le necessarie informazioni, difficilmente potranno pensare soluzioni azzeccate.

Concludiamo commentando la proposta dello Science-Lab. Bello e sicuramente utile per gli studenti, ma dopo una pandemia forse il migliore Science-Lab è la natura stessa che a Bassano abbiamo in abbondanza: boschi, fiume, parchi cittadini, sentieri di pianura di collina e di montagna, campi incolti, orti scolastici: questo il laboratorio del futuro, su questo dobbiamo investire. Abbiamo insegnanti, educatori, associazioni, guide naturalistiche, compagnie teatrali che stanno aspettando di poter essere messe nelle condizioni di lavorare in natura con i ragazzi e le ragazze delle scuole bassanesi, questa la sfida per il futuro. Poi nelle scuole ci sono tanti laboratori da arricchire, sicuramente le insegnanti sapranno spiegare bene di cosa hanno bisogno se interpellate. Non sottovalutiamo né sviliamo questo patrimonio.

E Palazzo Bonaguro? Tempo fa avevamo già proposto di fare lì il museo naturalistico. Una alternativa potrebbe essere una sezione del museo sulla tradizione veneta, i lavori di un tempo, le tradizioni agricole, paesaggistiche, urbanistiche e botaniche, sfruttando maggiormente il Brolo come laboratorio all'aperto.

Tutto ciò espresso, non possiamo che attendere la partecipazione e il confronto con la città promesse dalla sindaca e dall’assessore Zonta per poter dire la nostra di persona, intanto non possiamo che commentare a distanza, sostenendo con franchezza che rispetto a questo progetto ci sentiamo molto distanti...

Europa Verde Bassano
Renzo Masolo e Gaia Bollini

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