Ultimora
9 Dec 2025 19:18
Stefani si dimette da deputato, "evviva il Veneto"
9 Dec 2025 18:10
Inaugurato l'ampliamento del Parco San Giuliano a Mestre
9 Dec 2025 17:48
Il Natale di Emergency, a Venezia regali solidali alla Giudecca
9 Dec 2025 17:17
Federica Pellegrini in ospedale con la figlia 'convulsioni febbrili'
9 Dec 2025 16:55
Fieragricola 2026 punta sull'innovazione e sul ritorno dei top brand
10 Dec 2025 08:29
Brasile, approvata la legge per ridurre la condanna per Bolsonaro
10 Dec 2025 08:26
Maria Corina Machado assente alla consegna del Nobel a Oslo. 'Sarà rappresentata dalla figlia'
10 Dec 2025 08:10
La strage silenziosa dei morti e suicidi in carcere: 72 vittime dall'inizio dell'anno
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pier Paolo e le banche
Perché una banca riceve soldi dalla BCE da restituire all'1% e propone prestiti personali al tasso dell'8,69%? Un intervento dell'assessore regionale alla Tutela del consumatore Franco Manzato
Pubblicato il 23-06-2012
Visto 3.375 volte
“Pier Paolo, che mi ha scritto una mail scandalizzata sulla questione, ha ragione di chiedersi come mai le banche hanno ricevuto dalla BCE miliardi da restituire all’1 per cento, ma fanno prestiti personali a tasso dell’8,69 per cento”.
E' quanto rileva, in una nota stampa, l'assessore assessore regionale all’Agricoltura e alla Tutela del consumatore del Veneto Franco Manzato.
“La società nella quale viviamo - commenta Manzato - è questa, dove ci sono anche i banchieri, la borsa e le grandi imprese, e tante, tantissime brave persone che hanno sempre svolto con coscienza e passione lavoro e dovere, ma oggi vivono una situazione di ristrettezze e magari di disoccupazione che non dipende certo da loro. Le banche, per contro, dovrebbero essere il sistema circolatorio degli investimenti e dei loro comportamenti bisogna parlare in maniera seria, perché influiscono molto di più che una balzana idea di rinuncia alle ferie per produrre di più, in un momento nel quale ogni mese migliaia di lavoratori restano senza occupazione e non ci sono i soldi per fare acquisti.”
“All’amico Pier Paolo - aggiunge l'assessore regionale - devo ricordare che la proposta che gli hanno fatto è persino conveniente rispetto a quella di altri istituti di credito: probabilmente il proponente sa benissimo che lui è solvibile, almeno per cifre modeste, e prova ad invogliarlo. Il tasso, se pur profuma di assurdo rispetto al costo che pagherà la banca, trova corrispondenza in una inflazione certificata che è la più alta dal 2000. Le famiglie, tuttavia, arrivano sempre più affannate allo stipendio successivo, quando ce l’hanno.”
“Segnalo questa faccenda agli studiosi di economia - prosegue Manzato - perché, mentre cresce l’inflazione, la gente e il sistema produttivo si trovano in una situazione di fatto deflattiva. I miei studi giovanili sostenevano (riassumo con una certa “volgarità”) che l’inflazione consente di affrontare meglio i momenti di crisi. Ma qui l’inflazione si alza mentre la liquidità della società civile e del sistema produttivo diminuisce in termini assoluti. A questo si aggiungono le continue e catastrofiche notizie di miliardi bruciati dalle borse (anzi: “dai mercati”, come dicono i commentatori), mentre i negozi sono vuoti e molte manifatture chiudono, chi per mancanza di commesse, chi per mancanza di ossigeno monetario. Chiudere per eccesso di crediti è un altro dei problemi del nostro tempo, che sottopongo agli studiosi e ai consulenti, le cui affermazioni in questi ultimi anni sono state peraltro troppo spesso smentite dai fatti. I chiromanti dell’economia creano miraggi, ma mi pare anche che creino scoraggiamento, in un momento nel quale le aziende che producono ricchezza annaspano e i miliardi (produttivi? improduttivi?) della finanza sembrano evaporare nel nulla per i condizionamenti di una speculazione che sta giocherellando pericolosamente sulle spalle dell’umanità e degli Stati.”
“In una famiglia normale che si trovi in difficoltà - conclude Manzato - per prima cosa si guarda dove si può risparmiare, poi si cerca produrre di più ovvero di guadagnare di più; di sicuro si chiudono i cordoni della borsa ai componenti spendaccioni che non creano ricchezza reale. Ho la sensazione che nella nostra società non sia così e che l’unico “credo” sia che la ricchezza non nasca dalla produzione e dal lavoro, ma dalla tipografia delle zecche e dalle scommesse di borsa, appannaggio ormai di pochi che reagiscono a tutto con una freddissima emotività che sembra seguire logiche senza vero costrutto”.
Il 10 dicembre
- 10-12-2024Obstinate Contra
- 10-12-2023ChatGPTich
- 10-12-2022La sostenibile leggerezza dell’essere
- 10-12-2022Se ne va il Pater familias
- 10-12-2021Testa e Croce
- 10-12-2021Violenza fuori servizio
- 10-12-2020La scomMesa
- 10-12-2020Impegno per Zonta
- 10-12-2020La meglio gioventù
- 10-12-2019Andiamo a rotoli
- 10-12-2015Cosa non c'è in cartellone
- 10-12-2014Cassola Police
- 10-12-2013Pedemontana a tutti i costi
- 10-12-2013Data di scadenza
- 10-12-2013Tarallucci al veleno
- 10-12-2012M5S, candidati sotto l'albero
- 10-12-2010Vin brulè con l'alcoltest
- 10-12-2010Perché il PD predica bene e razzola male
Più visti
Politica
14-11-2025
Andrea Nardin: “Mi propongo non per quello che prometto ma per quello che ho fatto”
Visto 20.548 volte
Politica
19-11-2025
Roberto Ciambetti: “La mia esperienza per il Veneto di domani”
Visto 19.633 volte



