Ultimora

Pubblicità

Test

Pubblicità

Natale 2025

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Interviste

A tu per tu con Ferdinando Camon

Lo scrittore ospite al Caffè dei Libri ha raccontato la sua stirpe di “pazzi di Dio”

Pubblicato il 14-09-2011
Visto 3.654 volte

Pubblicità

Natale 2025

Ne “La mia stirpe” la malattia del padre diviene un pre-testo per raccontare altro, il libro è attraversato da temi come la fine della civiltà delle campagne, la guerra, il senso della religiosità, il passaggio generazionale, il cerchio piccolo degli affetti familiari è il veicolo, quello su cui transita tutto l’incontro con il mondo

È vero, è così. Nel piccolo cerchio della stirpe contadina, vissuta sempre nel piccolo paese, tranne i grandi radicamenti provocati dalle guerre, raduno eserciti, governi, re, generali, dittatori e papi. La grande storia vista dalla piccola storia. Un contadino, anzi due contadini, nella casa del papa. Faccio questo perché la grande storia si spiega meglio se vien vista dal basso: sono gli umili che devono giudicare i potenti.

Ferdinando Camon (foto L. Vicenzi)


Lo scrittore è l’anello spezzato di questa catena che unisce le generazioni, chi si ferma a scrivere la vita più che a viverla non può essere considerato in continuità da chi è abituato a muoversi, a sporcarsi le mani, a fare, quello dello scrittore non è considerato un lavoro

Nella mia concezione della scrittura, la scrittura è un tradimento. Il figlio-scrittore che racconta la vita dei contadini, li rivela al lettore borghese, che appartiene alla civiltà nemica, la civiltà della borghesia e delle città. E così li tradisce. Lo scrittore non fatica, non suda, non si stanca, non si ammala, perché non lavora. Non usa la forza, le mani, le gambe. Per anni sentivo il bisogno, al termine di una giornata di scrittura, di camminare per la città con i piombi ai piedi, per affaticare il corpo. Altrimenti non avevo la sensazione di aver lavorato.

Scrivere per fare giustizia, anche per “vendicare” dice lei, dando voce alle persone e alle storie che altrimenti potrebbero restare mute è l’atto sociale di un’azione lunga, faticosa, compiuta necessariamente in solitudine

In solitudine, cioè solo con se stesso, anzi dirò di più: in lotta con se stesso, perché una parte di sé vuole scrivere, un’altra parte vuole impedirgli di scrivere. La scrittura è conflitto, cioè nevrosi. Il conflitto fa venir fuori in te una lingua che avevi ma non conoscevi. Quando scrivi, sei un altro.

Il tema dell’analfabetismo, quello vero o quello di ritorno, torna più volte nel libro, quell’alfabetiere strutturato in sequenza che si apprende a scuola si rivela utile ma imperfetto, c’è l’esigenza di riscriverlo seguendo l’impostazione della tastiera per raccordare la lingua con la realtà

In realtà ricordarsi l’alfabeto come ce l’hanno insegnato a scuola, prima alfa poi beta poi gamma eccetera, prima a poi bi poi ci eccetera, non ci aiuta più a scrivere, perché sono nate le tastiere, per le macchine da scrivere e poi per i computer. Oggi bisognerebbe imparare l’alfabeto in un altro ordine, q w e r t y eccetera. Prima o poi qualcuno ci penserà.

La stirpe è anche prodotto del sangue, dell’ereditarietà (il segnale di quelle cisti che si rinnovano nei discendenti, il ritrovare nella nipote i capelli neri e gli occhi blu della madre, sanciscono un riconoscimento che va al di là del legame affettivo): cosa c’è che dà sollievo in questo?

L’intuizione che tu non morirai. Vivrai nei tuoi figli. Sono nati, cioè sei rinato. Esisterai anche quando non esisterai. Sei immortale.

Le lettere dei due “morosi” scritte sulle pagine dell’atlante rappresentano l’incontro con la ragione della propria esistenza, se la madre non avesse risposto al padre, se non gli avesse concesso di essere contemplata… la possibilità di rileggere l’incipit di sé la dà ancora la scrittura

Non è soltanto questo, è che noi siamo frutto del caso. Un ragazzo può incontrare qualunque ragazza, ma storicamente incontra quella e non altre. Perciò ogni legame è rescindibile, tra fidanzati o coniugi o compagni, ma non quello della paternità.

L’episodio dell’incontro con il Papa è raccontato anche con ironia, gli artisti vip in prima fila, la veste del 265° successore di Pietro non esattamente un capolavoro sartoriale, quell’aneddoto sul Giudizio Universale di Michelangelo, il nonno e il padre non avrebbero raccontato così l’incontro, erano dunque più fortunati?

In realtà io lo racconto proprio come l’avrebbero raccontato loro, sono loro a stupirsi che la Cappella sia dipinta così, che i pedofili siano anche lì, eccetera. Sono anime semplici. Il loro giudizio è infallibile. E io lo faccio mio.




Pubblicità

Natale 2025

Più visti

1

Attualità

06-12-2025

Mussolente celebra le sue eccellenze

Visto 9.606 volte

2

Geopolitica

08-12-2025

Rapporti sempre più tesi tra Pakistan e Afghanistan

Visto 7.584 volte

3

Attualità

08-12-2025

Nove premiata “Rifiuti Free” a Ecoforum Veneto 2025

Visto 6.882 volte

4

Attualità

09-12-2025

Il Natale rilancia Bassano

Visto 5.005 volte

5

Incontri

04-12-2025

Scavo nella Storia, all'Aperilibro

Visto 3.712 volte

6

Scrittori

06-12-2025

Al Vam, un reading musicale per Vitaliano Trevisan

Visto 3.591 volte

7

Altri sport

05-12-2025

Karate, Bassano capitale per un giorno

Visto 2.597 volte

8

Manifestazioni

06-12-2025

Natale con Noi accende Marostica

Visto 2.465 volte

9

Hockey

06-12-2025

Bassano, rischiatutto a Sarzana

Visto 2.404 volte

10

Hockey

07-12-2025

Bassano, sestina vincente

Visto 2.345 volte

1
2

Politica

22-11-2025

Una poltrona per cinque

Visto 23.742 volte

3

Attualità

12-11-2025

Un assaggio di futuro

Visto 21.384 volte

4

Politica

19-11-2025

La profezia dell’asteroide

Visto 21.046 volte

5

Politica

17-11-2025

Sim Scalabrin

Visto 20.712 volte

7

Politica

18-11-2025

PD effe

Visto 20.112 volte

9

Politica

20-11-2025

Elezioni, per il Momento

Visto 19.345 volte

10

Politica

24-11-2025

Il principe Alberto

Visto 17.669 volte