Morta una libreria, se ne fa un'altra
La carta stampata non vende più. E Ikea dice addio a Billy

Per gli amanti della carta stampata i tempi sono sempre più duri: dopo l'introduzione della cosiddetta "legge Levi", che blocca gli sconti applicabili ai libri al 15% arriva la nuova, sconfortante decisione di Ikea: produrre una libreria pensata per non ospitare dei libri.
Appena pochi giorni fa l'Economist ha riportato lo shockante annuncio del colosso svedese, che dal mese prossimo smetterà di produrre "Billy", la storica libreria campione d'incassi dal 1978, sostituendola con un nuovo modello, più adatto alle nuove esigenze dei consumatori. I ripiani della nuova versione di Billy saranno infatti più ampi e profondi, adatti ad ospitare soprammobili, souvenir e chincaglieria. Forse, qua e là, qualche volume "prezioso". I libri veri, quelli veramente letti e fruiti attivamente, non staranno più nella libreria, ma nei tablet. O almeno è quello che pensano le alte sfere della multinazionale scandinava.
A supporto della decisione di Ikea, l'Economist ha proposto ai suoi lettori una serie di dati statistici di tutto rispetto, insistendo molto sui dati di vendita del colosso del digitale Amazon: su questo sito infatti il numero di ebook venduti supera di diverse lunghezze quello registrato dai libri tradizionali. Certo, il dato è interessante, ma forse andrebbe "pesato" e analizzato criticamente prima di far gridare "al lupo!" alle librerie: infatti se è vero che Amazon ormai vende quasi solo ebook è altrettanto vero che il tipo di pubblico a cui si rivolge cerca preferibilmente libri digitali (non reperibili nei negozi) demandando ad altra sede l'acquisto dei volumi tradizionali. Tuttavia il trend, almeno in certi settori, pare inarrestabile: i libri digitali più "scaricati" sembrano essere i romanzi rosa , i blockbuster di basso spessore o i thriller a buon mercato (tra i libri più venduti da Amazon la maggior parte costa appena 99 centesimi). Un dato sconfortante che fa emergere come, in questo nuovo mercato, gli acquirenti siano più sensibili al prezzo che alla qualità letteraria.
Di fronte a questi dati gli editori non si mostrano spaventati e dichiarano di non temere di seguire il destino sempre meno remunerativo già toccato all'industria musicale e a quotidiani e periodici. Infatti gli ebook hanno attualmente margini di profitto molto elevati e sono privi di molti degli svantaggi dei libri tradizionali; ad esempio non c'è il rischio di stamparne troppi o troppo pochi con i conseguenti costi aggiuntivi che ne derivano. Al di là di queste ottimistiche dichiarazioni comunque, anche il mercato del libro sembra non essere immune al pericolo della pirateria informatica: in Russia ad esempio gli ebook sono scaricati praticamente solo illegalmente.
Per ora tuttavia, la scelta di Ikea può sembrare sensata in Paesi come gli Stati Uniti in cui, stando ai dati dell'Association of American Pubblisher, l'acquisto di ebook nei primi mesi del 2011 ha superato quello dei libri cartacei (appena un anno fa i libri cartacei venduti erano il triplo di quelli digitali), ma lascia alquanto perplessi se rapportata ad altre realtà, come quella italiana, in cui la vendita di libri digitali rappresenta solo lo 0,1% del mercato editoriale totale.
Certo è che se un colosso comò IKEA ha deciso di mettere in discussione il suo best seller di sempre è in corso un cambiamento epocale. E forse, prima di quanto si possa immaginare, il confortante profumo della carta stampata, sarà solo un lontano ricordo.
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