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Il Castello Inferiore di Marostica si è rivelato una location attraente e suggestiva accogliendo nelle sale del piano terra questa interessantissima e coinvolgente esposizione.
Una settimana abbondante di apertura è trascorsa, (essendo stata inaugurata il 25 Marzo alle ore 21,00) la mostra “quattropiùuno” continua a conseguire interesse e consenso.
Nella serata inaugurale (presenti oltre 500 invitati) dopo l’introduzione dell’Assessore alla Cultura della Città di Marostica Mariateresa Costa, Mario Guderzo ha presentato con articolata competenza gli artisti coinvolti: Claudio Brunello, Livia Cuman, Roberto Lanaro, Daniele Marcon e la poetessa Laura Primon, quest’ultima ha letto alcune delle sue composizioni create apposta per l’esposizione accompagnata da tamburi oceanici e sciamanici. Nei giorni a seguire, fino a domenica 3 Aprile si sono registrate oltre 2500 presenze oltre a quelle dell’apertura.

Il visitatore è portato a entrare in una vera e propria “Agorà”. Termine con il quale nella Grecia antica s’indicava la piazza principale della polis. L'agorà (in greco = raccogliere, radunare) fu un'autentica invenzione urbanistica; oggi, si chiama piazza ed è luogo della democrazia per antonomasia, intesa come luogo di libero scambio d’idee e argomenti, si svolgono assemblee dei cittadini che si riuniscono per discutere vari problemi della comunità. L’intero allestimento della mostra ha questa base concettuale, evidenziata anche dal titolo “quattropiùuno”.
Occupano lo spazio con certezza e forza le sculture di Roberto Lanaro, ferro condotto e piegato con raffinata determinazione. Vere e proprie piazze “distese”, permettono all’osservatore di entrare in una dimensione altra, onirica e straniante. L’elemento primario come il ferro è portato a dimensione architettonica, nessuna incertezza nel richiamo che queste opere attuano nello sguardo dello spettatore che si lascia “entrare” in esse.
Coinvolgente l’installazione dell’artista Claudio Brunello, un’opera composta da 47 parti con uno sviluppo in lunghezza che supera gli otto metri per i quasi due di altezza. Interamente su campo nero sono inserite tele del formato di cm.40x40 che passano in monocromia dal nero al bianco, rivelando: (con l’uso calibrato di eterogenei materiali e scritti di varia provenienza), lo stupore, la perplessità, i dubbi e i timori che l’uomo incontra nella sua vita.
Forte è l’impatto silenzioso ed enigmatico dell’opera site specific di Daniele Marcon, composta da venti tele di vario formato, per complessivi 6,50 metri di lunghezza per 2,5 di altezza. L’installazione comporta, da parte dell’osservatore, un tempo d’attesa per essere percepita nel suo intrinseco messaggio, riflessione che permette all’emozione di affiorare lentamente. Tempo lungo, cosa in contrasto con la nostra attuale quotidianità, ci obbliga a “sostare”.
Livia Cuman, nei suoi lavori, evidenzia la forza che l’emozione intima trasmette nel gesto e nella vasta gamma cromatica usata. L’installazione da lei proposta si consta di 12 tele di grande formato per complessivi sette metri di lunghezza e due di altezza. L’uso dei colori ad olio le permette infinite varianti di percorso, le tracce lasciate sono coinvolgenti e permettono all’osservatore tragitti visivi in continua variazione.
Laura Primon, accompagna il visitatore attraverso tutta la mostra con i suoi versi, appositamente composti. Scritti direttamente sulle pareti, guidano/seguono chi osserva le opere, fungono da sorta di filo d’Arianna. Esprimendosi con la scrittura (codice comunicante condiviso) permette una maggiore comprensione degli altri artisti presenti.
Il catalogo della mostra curato dal grafico Tony Arduino, al suo interno ha l’intera ed interessante presentazione di Mario Guderzo Direttore del Museo Canova di Possagno e tutte le composizioni della poetessa Laura Primon.
La mostra è aperta dalle 10,00 alle 20,00 e terminerà Domenica 10 Aprile. Impossibile, purtroppo una sua proroga, nonostante il successo, in quanto la programmazione nel Castello Inferiore di Marostica ha un calendario già deciso ed invariabile.
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