Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 13-06-2010
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Un romanzo dedicato a Mnemosine “L’una”, un racconto di memoria che solo apparentemente tratta di una storia di malattia, ma che invece poi si apre, come nella migliore tradizione della narrativa contemporanea orientale, con un incontro drammatico e, contemporaneamente, drammaturgico: il protagonista sessantenne ha la sfortuna di subire un ictus e insieme la fortuna di entrare in contatto nella vigilanza del coma con un suo doppio, un “lui” più giovane di vent’anni e innamorato come solo una volta nella vita si può esserlo davvero. L’uomo ritrova in un’altra dimensione, quella che per qualche tempo vive di passaggio, una ragazza che ha realmente conosciuto e amato in passato, “l’una”. L’amore per la moglie che rappresenta la quotidianità, l’affetto per la donna-compagna che chiamando soccorso gli salva la vita è sano, ma impallidisce davanti all’amore vero, quello che ferisce ma che fa anche raggiungere da solo le soglie della divinità e dell’infinito, l’amore per “l’una”. E’ così che Gabriele La Porta introduce il romanzo di Paolo Agnello, una storia in cui c’è anche forte una denuncia verso i medici che fanno il loro lavoro con incompetenza e approssimazione, senza prendersi cura delle persone che si affidano loro con speranza. “La compassione è il precettore dei medici!" diceva Paracelso, ha ricordato La Porta. Letture e canzoni romantiche eseguite dalla brava Elena Tavella, hanno poi introdotto l’intervento dell’autore. Agnello ha parlato del suo amore per la parola, uno strumento che si impoverisce quotidianamente e che utilizziamo sempre di meno a fronte delle sue potenzialità. La sua prosa fa largo uso di parole rotonde, musicali, ricerca l’armonia. Il linguaggio è una propaggine di sé, dà voce al cuore e all’anima delle persone, non dovrebbe essere svilito, ma difeso, le parole in quanto strumento del pensiero lo estendono, lo rimettono in vita e a disposizione di chi le accoglie. E tornando al tema del libro La Porta conclude l’incontro dicendo che l’uomo che non sa fare provviste di tramonti sopravvive, ma non riesce a vedere la vera bellezza del firmamento, non c’è ricchezza né potere che possa donare la stessa vista sul cielo, e il fatto che le sue parole siano supportate da millenni di filosofia, rassicura.
Paolo Agnello Gabriele La Porta e la scrittrice Chiara Ferronato