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Attualità

Violenza degenere

Femminicidi e violenza di genere al centro del convegno dell’associazione H all’Ospedale. La testimonianza di Roberta Luisetto, la donna che ha salvato un’altra donna dalla furia violenta dell’ex marito alla sala slot di Marostica

Pubblicato il 16-10-2025
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“L’ho vista a terra, era insanguinata. Mi ha detto: “Roberta, aiutami!”. Non so perché l’ho fatto. Ho solamente fatto quello che dovevo fare.”
Sono state di una semplicità e chiarezza disarmanti le parole di Roberta Luisetto, intervenuta “a sorpresa” - perché non annunciata tra i relatori - all’evento socio culturale “Riflessioni sul complesso fenomeno dei femminicidi e violenza di genere”, organizzato dall’associazione H nell’aula magna dell’Ospedale San Bassiano.
Roberta è la donna che ha avuto il coraggio di salvare un’altra donna: la dipendente della sala slot di Marostica che nella tarda serata di sabato 6 settembre è stata aggredita nel suo posto di lavoro dall’ex marito prima con un coltello e poi a calci e pugni.

Relatori e autorità al termine del convegno (foto Alessandro Tich)

Quello che poteva sfociare nell’ennesimo femminicidio è stato evitato proprio grazie al sangue freddo di Roberta Luisetto che, seppure minacciata anche lei dallo stesso aggressore, è riuscita a proteggere la donna aggredita e a gestire la pericolosa situazione, prima dell’arrivo dei Carabinieri e dell’ambulanza.
Il tutto alla presenza di altre persone, tutti uomini, che si sono ben guardati dal cercare di sedare la furia dell’aggressore e dall’intervenire in soccorso della vittima.
Chi ha reso possibile la testimonianza di Roberta all’incontro sulla violenza di genere è stata Elena Pavan, relatrice dell’evento nella sua veste di avvocato.
Ma invece di “tediare” (parola sua) il pubblico con gli aspetti legislativi e giuridici della tematica, a partire dal “Codice Rosso” che è la legge che tutela le vittime di violenze, atti persecutori e maltrattamenti, Elena Pavan ha preferito invitare al tavolo e dialogare con questa “donna coraggio”, il cui racconto di quello che è successo ha generato un effetto di sensibilizzazione diretta sul problema, valido più di mille parole.
È stato il contributo conclusivo di un convegno che, introdotto dal presidente dell’associazione H Nereo Maria Cuman, ha affrontato il complesso argomento da diversi punti di vista, senza l’ambizione “di avere la bacchetta magica per risolverlo” ma col primario scopo di lanciare il messaggio della prevenzione della violenza di genere ai principali invitati tra il pubblico, vale a dire i dirigenti e i docenti scolastici del territorio, affinché a loro volta lo diffondano ai giovani a scuola.
Come ogni incontro di questo tipo che si rispetti, anche l’evento socio culturale nell’aula magna del San Bassiano ha preso avvio con gli interventi di saluto delle autorità.
Per il Comune di Bassano del Grappa ha preso la parola il presidente del consiglio comunale Stefano Monegato, in rappresentanza del sindaco Nicola Finco (presente in prima fila anche l’assessore comunale alla Sicurezza Alessandro Campagnolo).
Dal fronte delle forze dell’ordine, in prima linea per l’attività investigativa conseguente agli episodi di violenza, aggiornamenti generali e dati specifici sono stati forniti dal primo dirigente della Polizia di Stato Marco Maria Dell’Arte, in rappresentanza del questore di Vicenza, e dal cap. Matteo Alessandrelli, comandante della Compagnia di Bassano del Grappa dei Carabinieri.
Forze dell’ordine, oltretutto, rappresentate “al completo”: tra le autorità presenti all’incontro c’era anche il comandante del Gruppo della Guardia di Finanza di Bassano del Grappa, ten. Col. Francesca Minciotti.
E non ha voluto mancare all’appuntamento neanche il commissario di P.S. Carlo Dalla Costa, già dirigente del Commissariato di Polizia di Bassano del Grappa, per quanto da pochi giorni - e cioè dallo scorso 3 ottobre - sia meritatamente in pensione.

L’intervento centrale dell’evento organizzato dall’associazione H è stato affidato all’on. Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere.
La deputata di Coraggio Italia ha illustrato alcune tra le principali questioni affrontate nei lavori della Commissione, invocando come alla base della presa di coscienza sul problema debba esserci “un patto di corresponsabilità” tra famiglia, scuola, società civile e politica.
Affrontando poi vari aspetti della prevenzione della violenza di genere, la parlamentare ha osservato come l’Italia si differenzi dagli altri Paesi europei per il fatto di dare grande e continuativa copertura mediatica ai casi di femminicidio, favorendo in questo modo il rischio di emulazione.
L’on. Semenzato ha quindi focalizzato l’attenzione su due tipi di violenza di genere “sottostimati” dall’opinione pubblica ma al centro di altrettanti tavoli di lavoro della Commissione da lei presieduta: la violenza economica e la violenza online.
Chi è vittima di violenza in famiglia o più in generale di violenza di genere deve poi trovare delle risposte di protezione e di accoglienza, anche di prima emergenza, sul territorio.
È stato il tema dell’intervento di Anita Segafredo, coordinatrice dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio, che ha illustrato le problematiche quotidiane delle donne accolte ed assistite in queste strutture, molte delle quali con figli anche grandi, nel non facile percorso verso la riconquista di un’autonomia di vita.

“È stata una serata riuscita - dichiara a Bassanonet il presidente dell’associazione H Nereo Maria Cuman -. Ho riscontrato soddisfazione da parte delle autorità presenti e di tutte le altre persone che si sono premurate di partecipare riguardo a un argomento che oggi è purtroppo della massima rilevanza. Dico “purtroppo” perché in questi giorni registriamo un ennesimo tentato femminicidio, a Siracusa. Non abbiamo la ricetta magica per risolvere il problema ma certamente dal palco dei relatori tutti hanno saputo lanciare il loro messaggio.”
“La mia speranza - conclude Cuman - è che i messaggi abbiano veramente raggiunto gli ospiti che avevamo, dirigenti scolastici e docenti, perché poi questi possano arrivare ai ragazzi. Perché è da lì che dobbiamo costruire il futuro dei giovani, per evitare che ci siano continuamente queste azioni di mala violenza e di femminicidi che purtroppo stanno riempiendo le cronache dei telegiornali e dei giornali.”
Perché la violenza di genere e la violenza degenere sono la stessa cosa.

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