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Continua al CSC Centro per la Scena Contemporanea/Casa della Danza di Bassano del Grappa il programma di residenze artistiche, che - nel pieno rispetto delle norme anti-Covid19 - accoglie nei suoi spazi coreografi italiani impegnati nella ricerca artistica per nuovi lavori coreografici e progetti artistici attivi in forma ibrida tra le sale del CSC e lo spazio digitale.
Nel mese di gennaio 2020, il CSC ha ospitato la coreografa Masako Matsushita, autrice del fortunato Diary of a Move, e il giovane autore veneto Giacomo Citton, danzatore italiano del progetto internazionale Museum of Human Emotions 2020.

Masako Matsuhita ed Elena Sgarbossa in 'Undress'
Le residenze artistiche sono una parte fondamentale della programmazione invernale del CSC, che da anni accompagna i coreografi nello sviluppo delle loro ricerche, dando loro spazio e tempo di sperimentare, approfondire tematiche, incontrare - quando possibile - le comunità locali ed entrare in dialogo con la città. In particolare nel periodo attuale, le residenze artistiche contribuiscono al sostegno degli artisti, gravemente colpiti dalla pandemia, permettendo loro di lavorare sia fisicamente che creativamente in spazi adeguati.
La coreografa Masako Matsushita, ha lavorato negli spazi del CSC San Bonaventura con la giovane danzatrice veneta Elena Sgarbossa alla trasmissione della sua coreografia UN/DRESS_moving painting, selezionata nel 2020 da Aerowaves, la rete della danza contemporanea europea. Il lavoro mette in dialogo la danza con tessuti di diverso tipo, indagando le costrizioni e le possibilità date dagli abiti, e giocando con colori e composizioni tanto da creare un “dipinto in movimento” proprio davanti agli occhi degli spettatori.
La Matsushita e la Sgarbossa, si sono quindi concentrate sulla trasmissione, dall’autore all’interprete, non solo di una sequenza di passi, ma anche della ricerca che li ha portati in scena, e del processo creativo alla base del lavoro. “Non è un lavoro semplice” afferma Masako “un conto è eseguirlo, un altro è verbalizzare un processo. In qualche modo questo sforzo fa rivivere il lavoro, ed è un processo fondamentale per la profonda comprensione della coreografia.”
Giacomo Citton, classe 1994 originario di Crespano del Grappa, è invece impegnato fino a fine gennaio negli spazi del CSC Guadagnin, nell’approfondimento del progetto che l’ha portato in selezione alla finale di DNAppunti coreografici, progetto di sostegno per giovani coreografi e coreografe under 35.
“E’ un lavoro che nasce dall’esigenza di indagare il tema dell’identità, e che ora si è evoluto in uno studio sulle identità di genere e sullo spazio che hanno nella società”.
Già danzatore della prestigiosa compagnia svedese Cullberg, ha deciso di tornare in Italia e diventare danzatore freelance, e a proposito delle residenze afferma: “sono uno strumento fondamentale per fare arte. In particolare in questo momento sono fondamentali perché ci danno l’opportunità di continuare a lavorare. Nelle mie giornate tipo in residenza arrivo in studio e preparo lo spazio con libri, computer, musica; poi preparo il corpo a lavorare. Di solito parto da una meditazione e poi inizio a muovermi sulla base delle suggestioni delle ricerche che sto facendo: certo, lavorare da soli non è facile, ma aiuta anche a sviluppare una nuova consapevolezza di sé!”.
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