Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Primo piano
Pubblicato il 25-02-2017
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Gli Amici dei Musei e dei Monumenti di Bassano hanno proposto sabato 25 febbraio in Sala Chilesotti, al museo civico, una conferenza a due voci a cura di Carlo Sisi e Silvio Balloni per raccontare la vita della Contessa di Castiglione.
Carlo Sisi, presidente del Museo Marini di Firenze, già direttore della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, e Silvio Balloni, studioso dei rapporti fra arte e letteratura dell’Ottocento e del Novecento, hanno narrato la storia della Contessa proponendo suggestioni letterarie, musiche e immagini, e ponendo l’accento sulla ricca iconografia che raffigura questa intrigante nobildonna, tra le figure femminili più affascinanti del suo tempo.
Virginia Oldoini (Firenze, 1837 - Parigi, 1899) sposò a diciassette anni il conte Francesco Verasis Asinari, cugino di Camillo Benso conte di Cavour, matrimonio che la introdusse alla corte dei Savoia, e da allora visse una vita intensa, fulgida di successi, ma non priva di momenti drammatici e segnata spesso dalla noia e dall’infelicità.
La Contessa di Castiglione immortalata in "Scherzo di follia"
Nicchia, questo era il suo soprannome, fu anche amante di Napoleone III e protagonista di vicende che la portarono a giocare un ruolo fondamentale, oltre che per la storia d’Italia, anche per la Francia del dopo Sedan. La divina Contessa aveva un debole per il linguaggio cifrato, e prima ancora che Cavour e re Vittorio Emanuele la istruissero nell’uso del codice diplomatico, aveva già adottato un cifrario personale che utilizzava nel suo diario, in particolar modo quando il resoconto della giornata si faceva troppo osé. Il suo archivio di lettere, scritti, diari, fu considerato pericoloso, e in gran parte i documenti furono distrutti. Arrigo Petacco, nel suo L' amante dell'imperatore, edito da Mondadori, offre una ricostruzione documentata e appassionata della sua storia.
Le fotografie e le immagini proiettate alla conferenza – bellissime quelle che rendono immortale il suo fascino, alle serate di “tabeaux vivants” alle Tuileries, o vestita da Regina d’Etruria e da Regina di Cuori – hanno messo in luce il genio nella moda e nel travestimento teatrale di questa donna stravagante ed eccentrica, misteriosa e libera, che ha saputo costruirsi a tutto tondo, come un’opera d’arte.
A concludere l’incontro, l’aria dal Don Carlo di Giuseppe Verdi: “Tu che le vanità… “