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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Primo piano
Uomini e Titani
La terza serata degli Incontri senza censura, nell’anniversario dell’affondamento del Titanic, ha avuto come ospite Massimo Polidoro
Pubblicato il 14-04-2012
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Nel centenario dell’affondamento del Titanic, la libreria La Bassanese all’interno degli Incontri senza censura ha proposto una serata interamente dedicata alla tragedia di questa nave gioiello per statuto pensata inaffondabile – il Titanic colò a picco nell’aprile del 1912 nelle acque gelide dell’Atlantico. L’ospite della serata, Massimo Polidoro, giornalista, co-fondatore e segretario del Cicap (Comitato Italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) e autore di numerose pubblicazioni, ha presentato il suo libro intitolato Titanic, un viaggio che non dimenticherete, edito da Piemme, e ha proposto la sua ricostruzione della tragedia, un resoconto “partecipato” visto da bordo e realizzato facendo tesoro delle testimonianze dei sopravvissuti al naufragio. Durante l’incontro, moderato da Riccardo Poletto e corredato da filmati e da una lettura a cura di Anna Branciforti, Polidoro ha fatto rivivere le ore del disastro facendo uso di una narrazione corale, in parte vera in parte immaginata, pensata per far tornare a galla ancora una volta le voci di chi c’era. Nel resoconto sono riaffiorati l’armatore J. Bruce Ismay e il racconto, mai provato, della sua vigliaccheria, il capitano Smith e la sua morte per acqua, la passeggera eroica Molly Brown, personaggi ammantati di leggenda che si prestano bene a diventare archetipi letterari, ma anche Robert Ballard, l’uomo che ritrovò il relitto nel 1985 e che chiese il rispetto per il cimitero che sta da un secolo in fondo all’oceano, ora il sito è sotto la tutela dell’Unesco. Il contesto storico è particolare, perché più che all’immagine del Titanic, che oramai appartiene quasi del tutto all’industria della cultura e del turismo – il Titanic Signature Building di Belfast, il museo dedicato all’elefante bianco, è stato di recente inserito dal National Geographic tra le venti destinazioni imperdibili del pianeta, in meno di due settimane le prenotazioni sono state centomila –, viene spontaneo pensare al recente ”incidente” occorso a un’altra nave da crociera, la Costa Concordia e al suo relitto ancora inchinato davanti all’isola del Giglio. Come sempre incuriosisce il tratto molto umano, e corale, di ricorrere alla parodia, di esorcizzare anche con il riso i momenti di una tragedia, Polidoro ha ricordato l’aspetto di difesa, di autoconservazione che c’è alla base della costante di fermarsi a guardare la scena di un incidente. Il mondo titanico rappresentato dal colosso costruito cent’anni fa nei cantieri di Belfast e Southampton, e non solo da quello, parla soprattutto dell’arroganza e della faciloneria di cui spesso si riveste l’ambizione umana, di speculazione e di mancanza di progettazione. L’evocazione del Titanic, del gioiello maledetto, è ancora così affascinante, tanto da essere ripercorsa a distanza di un secolo da rassegne, film, libri, mostre, aste macabre, perché mettendo di fronte allineate l’idea della potenza, del dominio sulla natura, e l’idea del limite umano si genera uno straniamento che in genere alle persone piace, in versione narrata. Leggende, superstizioni e falsità, il lancio negli abissi del “Cuore dell’oceano” da parte di Rose o anche la circostanza di un varo non riuscito, servono solo ad alimentare l’incubo e distolgono gli occhi dalle responsabilità, dall’imperio dei bilanci e dei profitti, dalla menzogna – Cameron l’ha affidato non a caso solo a Di Caprio l’unico “Fidati di me” di cui era giusto fidarsi.

da sinistra Marco Bernardi, Massimo Polidoro e Riccardo Poletto
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