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Quando una serie è più efficace della realtà
E’ tempo di bilanci per il SOCIAL DAY 2011, la quinta edizione della giornata dedicata al lavoro solidale e alla raccolta fondi realizzata lo scorso 9 aprile a Bassano.
Confermati ( seppure, ancora in via ufficiosa) i numeri della vigilia: più di 4000 i ragazzi coinvolti, circa 2300 nel solo territorio bassanese ai quali si sono aggiunti più di 200 tra Schio e Thiene, circa 800 tra Vicenza, Arzignano e Montecchio Maggiore ed altri 800 tra Mogliano Veneto, Conegliano e Dosson di Casier (TV) e Fumane (VR). Più di 60 le scuole, un centinaio le associazioni di volontariato e organizzazioni del terzo settore al lavoro. Un fiume di mani e braccia operose in questa giornata simbolica di impegno sociale e civile per le propria comunità ed il mondo intero secondo uno degli slogan più amati del Social Day: "agire localmente e pensare globalmente".
Ma chi crede che sia stato solo uno spot si sbaglia di grosso. Con il Social Day il seme della responsabilità diffusa delle giovani generazioni cresce e con lui la voglia di "sporcarsi le mani" concretamente (altro slogan del Social Day) dissociandosi da coloro che la Giustizia ed i Diritti li fanno a parole e non con i fatti. "Le parole sono stanche" dice Don Luigi Ciotti. Il Social Day concorda in pieno. Ed ecco il miracolo.. Una giornata capace di fertilizzare il territorio con il suo entusiasmo e la disponibilità di circa 30 Comuni, quasi 200 tra commercianti e piccoli imprenditori e centinaia di privati e genitori che hanno accompagnato e ospitato i ragazzi a lavorare nei propri orti, giardini, garage, abitazioni.

Il Social Day 2011 è stato anche questo: una risposta entusiasta e inaspettata da parte dei commercianti, stimolati “porta a porta” dai ragazzi, un protagonismo crescente dove tutto è stato organizzato e gestito dagli stessi partecipanti, nessun incidente di percorso, un processo “dal basso” che ha mobilitato un numero crescente di ragazzi delle scuole superiori ( si è passati dai 350 dello scorso anno ai circa 800 di quest’anno). Vincente è stato il ruolo di testimonial di chi al Social Day aveva già partecipato e, in ogni scuola, ha stimolato, condiviso e sostenuto l’adesione dei compagni di classe.
“ Il risultato di quest’anno – dice Riccardo Nardelli, coordinatore del progetto- è il frutto di un lavoro di 5 anni. Molti ragazzi hanno vissuto, alle medie, il primo Social Day accompagnati dalla presenza di associazioni di volontariato. Arrivati alle superiori, hanno potuto testimoniare la valenza del progetto e vi hanno aderito in totale autonomia, chi organizzando incontri, chi promuovendo dibattiti in classe, chi contattando persone utili allo scopo. Alcuni di questi, poi, hanno creato autonomamente incontri di raccolta fondi o eventi pubblici e partecipano anche ai viaggi che organizziamo per andare a vedere i luoghi e incontrare le associazioni che sosteniamo”. Un segno che la continuità vince.
E per la prossima edizione? Sono già in cantiere ambiziosi progetti. Si inizia con un incontro, mercoledì 27 aprile tra il gruppo promotore del Social Day bassanese e alcuni gruppi che, in Italia, stanno facendo esperienze simili. A seguire l’idea ventilata è quella di creare un Social Day nazionale partendo, per ora, coinvolgendo una città italiana del nord, una del sud e una del centro. Ma l’obiettivo è ancora più ambizioso.. Il 20 luglio, appuntamento in Norvegia per un camp dedicato a questi temi.. per confrontarsi e chissà, lanciare il primo Social Day europeo.
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