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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Elezioni 2024

Fondale Marin

Analisi del risultato e della campagna elettorale dei candidati sindaci di Bassano: Roberto Marin

Pubblicato il 14-06-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

In panchina ha iniziato la sua campagna elettorale, presentando la sua candidatura a sindaco ai Giardini Parolini, e in panchina è rimasto, escluso al primo turno dalle due squadre titolari che si sfideranno al ballottaggio.
Potrà sempre entrare in campo nel corso della partita nel caso in cui raggiunga un accordo di apparentamento con uno dei due contendenti, ma non nel ruolo a cui ardentemente aspirava.
Ed è questo l’aspetto di cui mi occupo.

Roberto Marin (foto Alessandro Tich)

Roberto Marin (2.035 voti complessivi, pari al 9,77%), a capo della coalizione composta da Impegno per Bassano e da Azione, è il grande sconfitto dall’esito del giudizio degli elettori che lo hanno relegato al fanalino di coda senza neppure il superamento della soglia psicologica del 10%.
Si trova in buona compagnia perché l’altro grande deluso dal risultato delle urne dell’8 e 9 giugno, per altri e comprensibili motivi, è Elena Pavan.
Guarda caso, il sindaco e l’ex vicesindaco di questa amministrazione uscente che lui ha continuato ad attaccare in campagna elettorale, presentandosi come l’alternativa vincente per princìpi e per metodo.
Evidentemente la voglia dei bassanesi di cambiare pagina rispetto agli ultimi cinque anni amministrativi, di cui Marin ha comunque fatto parte per un triennio e cioè fino al 5 settembre 2022, ha travolto anche lui senza fare distinzioni.

Tuttavia, sarebbe riduttivo cercare le ragioni principali di una sconfitta così bruciante nel solo effetto di rimbalzo del calo dei consensi sull’amministrazione uscente.
Ricordo cosa hanno dichiarato la coordinatrice di Impegno per Bassano Giulia Bindella e il coordinatore cittadino di Azione per Calenda Simone Cavallin nel breve comunicato congiunto diramato lunedì pomeriggio dopo che l’esito negativo dello spoglio delle schede si era ormai assestato:
“Registriamo non senza delusione il risultato elettorale. Probabilmente non siamo riusciti a trasmettere agli elettori il nostro progetto di città.”
Attenzione alle parole, perché in queste circostanze le parole hanno un peso atomico.
Così hanno scritto Bindella e Cavallin: il “nostro” progetto di città.
“Nostro”: ricordatevelo bene per tutto il prosieguo di questo editoriale.

Per trasmettere agli elettori quello che si ha intenzione di fare bisogna comunicare e Roberto Marin è stato il candidato sindaco che ha comunicato più di tutti.
Una comunicazione costante, puntuale, sistematica e regolare.
La ha fatto addirittura a partire dal 27 febbraio, settimanalmente, ogni lunedì mattina, trasmettendo ogni sette giorni alle redazioni un comunicato stampa su una tematica specifica del suo programma elettorale.
È quella che io, pubblicando tutti i suoi comunicati su Bassanonet, ho ribattezzato la rubrica Marinweek.
Rivitalizzazione del centro storico, edilizia residenziale pubblica, Area Urbana Pedemontana, Riserva della Biosfera MaB UNESCO, giovani, anziani, fondi europei, sostegno alle giovani famiglie bassanesi, trasporti pubblici.
Tutto si potrà dire, ma non che Marin non abbia presentato a mezzo stampa - punto per punto, passo per passo, settimana per settimana - i principali contenuti del suo programma: nessuno dei suoi quattro avversari lo ha fatto, neanche minimamente.
E allora dove sta il problema?
Anche qui attenzione alle parole, perché qui il peso atomico delle parole aumenta.
Il problema sta nel fatto che ha presentato il “suo” programma.
“Suo”: ricordatevi bene anche questo.

Andatevi a leggere o a rileggere, se avete tempo e voglia, i comunicati stampa elettorali settimanali del candidato sindaco di Impegno per Bassano e di Azione.
Basta cliccare il tag “Roberto Marin” alla lettera R dell’indice alfabetico degli Argomenti di Bassanonet.
Potrete constatare che in tutte le comunicazioni esiste solo ed esclusivamente lui.
Per ogni argomento trattato, Marin ha sottolineato le iniziative da lui fatte finché è stato vicesindaco e le iniziative che farà quando sarà eletto sindaco.
Non c’è mai alcun accenno al gruppo, agli altri, ai candidati che lo sostengono.
Tutti gli altri suoi competitor, chi più (Gianni Zen in primis, poi Roberto Campagnolo e Nicola Finco) e chi meno (Elena Pavan), hanno comunque impostato una comunicazione nella quale, in occasione soprattutto delle conferenze stampa da parte delle liste sui temi del programma, è stato dato spazio agli interventi dei candidati.
Anche Roberto Marin ha convocato lo scorso 30 maggio una conferenza stampa, in sala Tolio, quella dei “sei patrimoni cittadini da recuperare e riqualificare”, presenti tutti i componenti candidati dello stato maggiore di Impegno per Bassano e in prima fila il capolista di Azione per Calenda Matteo Bizzotto Montieni.
Ma anche quella era un’iniziativa “sua” e ha parlato soltanto lui.
La coordinatrice di Impegno per Bassano Giulia Bindella, che era seduta accanto a Marin, non ha aperto bocca.

Morale della favola: Roberto Marin ha comunicato più di tutti in assoluto, ma senza far mai emergere il senso di squadra e generando anzi la percezione di una coalizione ad personam.
Ecco perché, ripetendo il lamento di Bindella e Cavallin, “probabilmente non siamo riusciti a trasmettere agli elettori il nostro progetto di città”.
Perché un “nostro” progetto di città non è stato mai comunicato.
Dispiace evidenziarlo, perché Marin è una persona seria, esperta, preparata e competente e ha dato davvero tutto sé stesso alla causa.
Tuttavia, per aggiungere la parola con il peso atomico più alto, è proprio quel “sé stesso” al centro del problema.
Per il semplice fatto che, come ho già scritto in un precedente editoriale, è il candidato sindaco che richiama l’attenzione ma sono le liste, catalizzatrici di preferenze, che raccolgono i consensi.

Certamente non è l’unico fattore all’origine di un risultato elettorale così deludente.
Ai diretti interessati, se lo vorranno, il compito di ricercare l’insieme delle cause.
Ma per vincere, al di là degli errori strategici, servono anche i numeri.
Nel 2019 Impegno per Bassano, nella coalizione stravincente di centrodestra pro Elena Pavan, aveva ottenuto il 9,84% dei voti dei bassanesi.
Quest’anno, per puntare al ballottaggio, avrebbe dovuto più che raddoppiarli, senza più l’effetto-traino di un centrodestra unito.
E allora, come spesso accade, i casi sono due.
O la civica di Marin era realmente sicura di farcela da sola, “with a little help” di Azione per Calenda, oppure auspicava che oltre a migliorare il risultato di cinque anni fa un minimo di 10% arrivasse dalle preferenze per i calendiani.
Non è stato così, anche perché quella del programma di Azione - al netto del flop nazionale del partito per le europee che si è riflesso inevitabilmente anche in città - è stata una delle proposte meno comunicate perlomeno a mezzo stampa, a differenza del presenzialismo mediatico del candidato sindaco.
È anche per questo che una coalizione che aspirava come tutte a vincere al primo turno, se non altro per conquistare il ballottaggio, si è trovata invece inabissata nel fondale Marin.

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