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Quando una serie è più efficace della realtà
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Finco la barca va
Analisi del risultato e della campagna elettorale dei candidati sindaci di Bassano: Nicola Finco
Pubblicato il 13-06-2024
Visto 22.312 volte
Finco la barca va, lasciala andare.
Credetemi e lo dico con cognizione di causa: Nicola Ignazio Finco è stata la vera ed autentica sorpresa del primo turno delle amministrative bassanesi.
Sarà anche il vicepresidente del consiglio regionale del Veneto in carica, capace di conquistare con la Lega migliaia di preferenze alle elezioni regionali, ma la sua discesa in campo come candidato sindaco di Bassano è stata una partenza ad handicap non priva di incognite, come da lui stesso riconosciuto.

Nicola Finco (foto Alessandro Tich)
Il suo nome è venuto fuori dopo l’infinito, estenuante e sterile confronto interno fra i vari tavoli del centrodestra per la bandierina da puntare sulla città di Bassano, finché la Lega bassanese non ha deciso di andarsene per conto proprio, uscendo dall’alleanza con la sfera meloniana dei Padroni d’Italia e dando il benservito definitivo ad Elena Pavan.
Poi gli hanno confezionato una coalizione a dir poco inedita, fatta passare come “laboratorio politico”, che oltre alla Lega e alla Forza Italia di Scotton gli ha messo alle sue dipendenze la Democrazia Cristiana e Italia Viva: da Salvini a Renzi, passando per Tajani, senza D’Agrò ferire.
In questo modo lo hanno fatto uscire dalla sua zona di comfort della Lega dura e pura e sarà per questo che Finco è entrato in campagna elettorale in punta di piedi, cosa insolita per uno come lui.
Anche i primi passi dell’esponente leghista salviniano nell’agone elettorale - ancora nel mese di marzo - sono stati, per così dire, “di studio”.
Ma da politico consumato qual è, con 14 anni di Regione alle spalle, ha comunque saputo seminare già agli inizi, per poi raccogliere alla fine.
Ricordo la sua dichiarazione alla conferenza stampa di presentazione della sua candidatura, lo scorso 22 marzo, di cui al mio articolo “Democrazia Finchiana”:
“La questione San Lazzaro è chiusa.”
E guarda un po’ te, al seggio di San Lazzaro Nicola Finco, rappresentante di quella Lega che per prima con l’assessore comunale all’Urbanistica e suo fido scudiero Andrea Viero voleva cementificare le aree agricole di Riva Bianca e Rambolina, è stato il candidato sindaco più votato.
Il voto di San Lazzaro, peraltro, sfugge ad ogni logica interpretativa.
Basti pensare che Roberto Campagnolo, che ha in coalizione la lista Europa Verde - Bassano per Tutti con Retinò, quella che più di tutte ha alzato gli scudi per la tutela dell’integrità ambientale della zona, è finito al terzo posto, superato e anche di gran lunga da Gianni Zen.
Mentre sempre a San Lazzaro Roberto Marin, che candidava nella lista di Impegno per Bassano l’eminenza del quartiere Stefano Facchin, che allo storico voto del 27 luglio in consiglio comunale sull’accordo Baxi/Pengo aveva strappato definitivamente con la Lega in dissenso con l’amministrazione Pavan, è finito penultimo.
Misteri della fede? No, misteri delle schede.
Ma ritorniamo al nostro eroe di giornata Nicola Finco.
Partito un po’ in sordina nell’avventura alla conquista di via Matteotti, come se dovesse ancora tarare i meccanismi della sua macchina, ha poi progressivamente preso sicurezza, rendendo finalmente nitida la sua carta d’identità politico-amministrativa.
Oltre a Forza Italia e a quei Noi Moderati che lo hanno sostenuto a latere, è intervenuto e si è fatto fotografare assieme ai democristiani e ai renziani con una naturalezza disarmante; ha fatto la conferenza stampa più europeista fra tutti i candidati sindaci mentre il suo capo Matteo Salvini continuava a gridare “Più Italia, meno Europa”; ha presentato la sua lista civica Finco Sindaco davanti all’Ospedale di Bassano auto-rivestendosi il ruolo di salvatore della patria sociosanitaria.
Tra le altre cose - e adesso lo posso dire, non potendo più influenzare il voto al primo turno -, al confronto tra i cinque candidati sindaci organizzato da Bassanonet in una Sala Da Ponte strapiena, Finco è stato quello che ha dato in generale le risposte più puntuali, come da mia impressione confermata anche da diverse altre persone presenti.
Il quasi titubante Nicola della prima fase è insomma uscito alla distanza ed è riuscito a confezionare il ribaltone: 5.231 voti di coalizione, pari al 25,11%, piazzandosi al secondo posto e lasciando col cerino in mano la sua ex pupilla Elena Pavan.
Al ballottaggio del 23 e 24 giugno ci andrà lui, nel Game of Thrones contro Roberto Campagnolo.
C’è una cosa in campagna elettorale di cui, a quanto pare, non si può fare a meno.
Si tratta delle visite episcopali dei vari leader e semi-leader dei partiti, motivata principalmente dal fatto che si votava anche per le europee.
Io continuo a sostenere che per le amministrative tutto ciò lascia il tempo che trova, ma così è se vi pare.
Per la coalizione di Finco sono arrivati in città il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, il sottosegretario leghista all’Interno Nicola Molteni, il coordinatore regionale di Forza Italia ed eurocandidato Flavio Tosi, la first lady di Italia Viva Maria Elena Boschi.
Per Elena Pavan si sono scomodati due pezzi grossi di Fratelli d’Italia: il responsabile nazionale dell’organizzazione del partito Giovanni Donzelli e il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Galeazzo Bignami.
Roberto Campagnolo ha potuto contare sulla benedizione in città di due big del calibro dell’uno e trino (presidente del Partito Democratico, governatore dell’Emilia-Romagna e capolista PD alle europee) Stefano Bonaccini e del presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.
Di Roberto Marin resterà negli archivi la foto della sua stretta di mano con Carlo Calenda a Villa Ca’ Rezzonico, cui ha fatto seguito la conferenza stampa nella terrazza di Palazzo Sturm del vicesegretario di Azione Ettore Rosato.
L’unico candidato sindaco che non ha beneficiato del supporto dei grandi nomi della politica è stato Gianni Zen: guarda caso, la sua lista è stata quella più votata in assoluto.
Per la serie: come volevasi dimostrare.
I lettori più attenti avranno tuttavia già notato che nell’elenco degli alti papaveri che ho riportato sopra ho omesso un nome e anche importante.
Me l’ho omesso apposta, per sottolinearlo alla fine: è il nome del governatore Luca Zaia.
Il vero capolavoro della campagna elettorale di Nicola Finco è stato infatti quello di farsi benedire pubblicamente dal governatore più amato d’Italia e autentico influencer della politica veneta, nonostante il risaputo fatto che tra i due a Venezia non sia mai scorso buon sangue.
L’incursione zaiana del 30 maggio al nuovo Bassano Club House di via Angarano ha dato la svolta definitiva al consolidamento d’immagine presso l’elettorato cittadino di centrodestra, e non solo leghista, di cui la figura soprattutto personale di Finco necessitava sin dall’inizio della competizione per il voto.
Le frasi da applausometro di Luca Zaia (“Nicola è il mio discepolo”, “Oggettivamente lui Bassano ce l’ha nel cuore, non serve che ve lo dica io perché tutto quello che ha fatto e ha detto in questi anni è stato sempre a beneficio di questa città”) hanno avuto l’effetto di una corona d’alloro cinta sulla testa del candidato sindaco: laurea honoris causa in Psicologia Elettorale.
A pensare male, perché un po’ di pepe bisogna pur spolverarlo sul piatto dell’analisi, il presidente della Regione Veneto potrebbe avere espresso un sostegno così entusiastico nell’auspicio inconfessabile che Finco, eletto sindaco a Bassano, tolga il disturbo da Venezia.
Ma queste sono le solite considerazioni da giornalisti prevenuti: ciò che conta agli occhi degli elettori è stata la benedizione urbi et orbi del governatore al suo “discepolo” bassanese.
Ora il timone di Nicola Ignazio è tutto a barra dritta verso il ballottaggio, nella speranza che l’onda positiva continui a seguire la corrente del primo turno.
Finco la barca va, tu non remare.
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