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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Concerto di Verdi
I consiglieri regionali di Europa Verde Andrea Zanoni e Renzo Masolo a gamba tesa sulla SPV. “Pedemontana, il gioco dei tre bussolotti di Zaia genererà un buco di sei miliardi. La riduzione dei pedaggi è solo un’ammissione di fallimento”
Pubblicato il 13-03-2025
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Dunque, dove eravamo rimasti?
…ah, sì: agli sconti del 60% sulle tariffe dei pedaggi della Superstrada Pedemontana Veneta per il traffico locale, in vigore dallo scorso lunedì 10 marzo e annunciati lo scorso venerdì 7 marzo al Centro Direzionale SPV di Bassano del Grappa dal governatore Luca Zaia col vicepresidente e assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Elisa De Berti.
Si tratta di una novità introdotta, come direbbero quelli che parlano bene, ad experimentum: lo scopo è quello di intercettare la categoria di utenti che utilizza di meno la SPV e cioè coloro che potrebbero utilizzarla, ma ancora non lo fanno, per brevi tratti di percorrenza.

Il governatore Luca Zaia al Centro Direzionale SPV di fronte al casello di Bassano Ovest (foto Alessandro Tich)
Da qui le varie regole del gioco e soprattutto le limitazioni imposte dalla Regione Veneto, che riscuote i pedaggi della Pedemontana, per poter godere delle riduzioni al casello di uscita.
Le ricordo ancora una volta perché si tratta di una novità che non è stata ancora totalmente “assimilata” dal pubblico motorizzato.
Innanzitutto i destinatari degli sconti: solo i mezzi leggeri (classe A), vale a dire autovetture, motocicli, motocarri, autofurgoni e affini.
Il traffico pesante è quindi escluso dal beneficio.
Poi la distanza consentita: massimo due tratte al giorno per un massimo di 25 chilometri ciascuna. Chi supera i 25 chilometri di percorrenza (ad esempio da Bassano Ovest a Montebelluna o da Bassano Ovest a Malo) paga prezzo pieno.
E ancora, l’applicazione degli sconti durante la settimana: dal lunedì al venerdì.
Niente weekend, dunque. Chi deve andare dai parenti o dagli amici da Colceresa a Loria/Mussolente o da Altivole a Bassano Ovest (solo per fare un paio di esempi entro i 25 chilometri) il sabato o la domenica, paga tariffa intera.
Infine, la limitazione a monte di tutte le altre: gli sconti del 60% delle tariffe dei pedaggi della SPV alle condizioni sopra specificate sono riservati esclusivamente ai possessori di Telepass o di altri dispositivi di telepedaggio.
Tutti gli altri, quelli che continuano a pagare al casello di uscita in contanti o con la carta di pagamento, pagano prezzo pieno.
Tutto ciò, dunque, per incentivare gli spostamenti a corto raggio sulla SPV che pure nel tratto vicentino, in particolare tra Bassano e Breganze, trovano una alternativa ampiamente sfruttata, e soprattutto gratuita, nella direttrice parallela della Nuova Gasparona.
“Sulla Pedemontana manca il traffico leggero che era stato previsto - ha ammesso Zaia a Bassano - perché manca quella parte di traffico locale, di piccole percorrenze, che oggi non la utilizza.”
Riusciranno gli sconti feriali e “Telepassati” ad aumentare il traffico locale sull’arteria a pedaggio in maniera considerevole?
Si accettano scommesse.
Ma ecco che dal fronte politico risuona un improvviso - e sicuramente poco gradito al governatore - concerto di Verdi.
Qui però non c’entra la musica lirica: è il concerto a due voci dei consiglieri regionali di Europa Verde Andrea Zanoni e Renzo Masolo che entrano nuovamente a gamba tesa sulla SPV (Zanoni è uno storico contestatore della gestione economico-finanziaria della superstrada a pedaggio) prendendo spunto dall’operazione degli sconti sulle tariffe.
“Il presidente Zaia continua a giocare come un prestigiatore con i tre bussolotti cercando di occultare, in modo maldestro e fantasioso, il colossale buco finanziario della Superstrada Pedemontana Veneta - esordisce un comunicato stampa di Zanoni e Masolo -. La decisione di abbassare i pedaggi, presentata come un regalo ai veneti, rappresenta in realtà la clamorosa ammissione del fallimento di un’opera diventata insostenibile economicamente.”
“In merito all’annuncio degli sconti sui pedaggi della SPV - proseguono -, la matematica non è un’opinione: abbassare i pedaggi significa abbassare anche le entrate, poiché non è affatto garantito che l’eventuale maggior numero di veicoli possa compensare la riduzione delle tariffe. È un semplice gioco di prestigio che tenta di mascherare la realtà. Questo giochetto potrebbe tornare utile a qualche centinaio di migliaia di veneti residenti lungo i 94 chilometri della SPV, ma le minor entrate potrebbero far aumentare il buco che poi dovrà essere coperto con tagli ai servizi come manutenzioni stradali, sicurezza, sanità a carico di tutti e 5 milioni di veneti.”
“Potremmo proprio dire ‘Peso el tacon del buso’ - aggiungono i due esponenti di Europa Verde -. È doveroso ricordare ai cittadini veneti che, grazie alla terza convenzione fortemente voluta da Zaia, la situazione è drammatica: mentre il privato, SIS, incamererà fino al 2064 un canone annuo garantito - attualmente di circa 180 milioni che arriverà persino a 450 milioni di euro - la Regione dovrà accontentarsi dei soli pedaggi, che si sono già dimostrati ampiamente insufficienti a coprire tali costi.”
“Questo - continuano - genererà un buco nelle casse pubbliche che, considerando un canone medio annuo di 300 milioni ed entrate da pedaggi annue di 120-130 milioni, raggiungerà la cifra spaventosa di circa 6 miliardi di euro entro fine concessione.”
“Dopo dieci anni di denunce inascoltate, oggi Zaia mi dà finalmente ragione: la Pedemontana è davvero l’autostrada più cara d’Italia - si toglie una sasso dalla scarpa il solo Zanoni -. Forse è arrivato il momento che se ne faccia una ragione anche la collega Rizzotto, che ha sistematicamente contestato le mie affermazioni su questo punto. La riduzione del pedaggio è solo l’ammissione che le tariffe erano effettivamente proibitive, come sostengo da anni.”
“Questa è l’ennesima operazione di fumo negli occhi - concludono Zanoni e Masolo - con sconti riservati solo ai possessori di Telepass e senza una chiara previsione dell’impatto economico di questi sconti. Il presidente stesso ha ammesso di non avere ‘la dimensione di quanto vale’ questa operazione. È inaccettabile che si giochi così con il denaro pubblico e con il futuro dei veneti.”
È un concerto di Verdi, ma da come la raccontano i due consiglieri regionali sembra più la sinfonia “Patetica” di Cajkovskij.
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