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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Luigi MarcadellaLuigi Marcadella
Giornalista
Bassanonet.it

Special report

Politica

Concerto per piano e presto

Luca Zaia a Palazzo Roberti ha presentato il suo ultimo libro “Fa’ presto vai piano. La vita è un viaggio passo a passo”

Pubblicato il 15-12-2023
Visto 9.650 volte

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Tappa bassanese ieri pomeriggio per il governatore del Veneto. A Palazzo Roberti, dalle sorelle Manfrotto’s come le ha amichevolmente chiamate Luca Zaia, si presenta il suo ultimo libro: “Fa’ presto vai piano. La vita è un viaggio passo a passo”, edito da Marsilio. Un’avvertenza iniziale per i lettori appassionati di politica: se ne parlerà molto poco, praticamente quasi nulla. Difficile portare a casa una notizia sul terzo mandato, sulla querelle con Flavio Tosi, sull’autonomia regionale, sugli alleati di governo.

Chi c’era (e soprattutto chi non c’era). Buona presenza di pubblico, anche se non si sono registrate le presenze debordanti che forse ci si aspettava. Come per le altre occasioni di rango, chez Palazzo Roberti è obbligatorio partire dalla conta del “chi c’era”. Ed è proprio su questo fronte che va sottolineato il dato più politico della giornata, almeno a livello locale, anzi cittadino.

Luca Zaia a Palazzo Roberti


Presenti in prima fila il sindaco Elena Pavan e l’assessore alla Cultura Giovannella Cabion, a cui si è aggiunto per la rappresentanza municipale solo il consigliere comunale leghista Valentino Piccolotto. Presente anche l’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin accompagnata dalla sorella Barbara. Non ci sono altri esponenti di spicco della Lega, né bassanesi, né della “fascia verde” del comprensorio allargato. Tante assenze un po’ anomale, come mi ha fatto notare un attento habitué degli eventi in libreria, seduto di fianco a chi vi scrive. Si inizia con qualche minuto di ritardo in attesa del moderatore, il direttore del Corriere del Veneto Alessandro Russello. «Non siamo ancora completamente a posto con le strade», si scusa sorridendo la padrona di casa Lavinia Manfrotto.

I record. In versione casual, accompagnato dal portavoce Walter Milan Vincenzoni, il governatore è di buon umore, la serata sarà all’insegna delle battute e del rapporto super informale e diretto con il pubblico. Luca Zaia è cintura nera di comunicazione politica, è lui che sceglie il copione da seguire. Con il pubblico bassanese – in prevalenza femminile – decide dunque di parlare pochissimo di spinosi argomenti politici e di strategie di partito. Così è deciso. Si parte soft - super soft - con l’introduzione istituzionale del moderatore. È il presidente dei record, dice Russello, il più amato, già sette libri collezionati in libreria, l’uomo che ha costruito più rotonde in assoluto.

«Le rotonde le ho inventate io», puntualizza con una punta di ironia Zaia. Si passa velocemente al profilo letterario del governatore: «Il primo libro “Adottare la terra” è stato un mezzo fallimento in fatto di copie, ma è ancora attualissimo, era troppo avanti. Si parlava della centralità del cibo, della sovranità alimentare, tutti temi dei giorni nostri».

Ma da dove viene questa voglia di scrivere? «Faccio parte della squadra soggetto, verbo e predicato. Scrivo in modo semplice, faccio tutto da solo. Detto, sbobino e sistemo, poi si passa all’editing. Non serve essere Superman per scrivere libri, l’unico lavoro pesante è la miniera». (Applausi).

I cavalli andalusi e il terzo mandato. Primo morbido tentativo di virata sulla politica. Il presidente Zaia ama i cavalli, è un grande appassionato di cavalli andalusi. Domanda: cosa sceglierebbe tra un cavallo andaluso in regalo e il terzo mandato? «Dipende dal tipo di cavallo andaluso…» (il pubblico è conquistato, è un susseguirsi di risate e battimani).
Zaia chiede poi direttamente ai lettori di Palazzo Roberti: chi è a favore del terzo mandato? Quasi tutti alzano la mano (risultato abbastanza scontato, soprattutto per chi deve votare dalle prime file).

Chi è contro? Nessuna mano alzata (risate).

Esperimento riuscito, lo sanno anche i sassi che sul campo della comunicazione Zaia è imbattibile e che diventa ancora più efficace quando non ci sono mediazioni. «Questo limite dei mandati è un’anomalia tutta italiana. Solo il sindaco e il presidente di Regione, le uniche cariche di vertice elette direttamente dal popolo, hanno questa regola. Uno potrebbe fare il presidente del Consiglio o l’assessore regionale per tutta la vita, ma il governatore no, è inconcepibile».

Con il terzo mandato cosa farebbe? «Al momento non c’è il terzo mandato, ma comunque campagne non ne faccio, i cittadini sanno bene quello che ho fatto. Guardate qui fuori la Pedemontana: avevo ereditato un cadavere, con debiti, problemi infiniti di espropri, adesso a marzo 2024 apriremo anche il casello di Montecchio».

Veneto nel mondo. Prosegue Zaia: «Ho ereditato una Regione con una visibilità e uno standing internazionale basso così… (il segno con la mano dal vivo aiutava molto meglio a capire il tono della frase). Oggi tutti invidiano e rispettano il Veneto, altrimenti non ci avrebbero dato le Olimpiadi». Si parla del “caso bob”: la gara per costruire la pista è andata deserta come ampiamente riportato dalle cronache dei giornali. «Le aziende si sono tirate indietro, i prezzi sono aumentati troppo». Se tolgono anche il bob? «Rimangono otto medaglie».

Il viaggio in Spagna. È la storia centrale del libro: tre amici che da giovanissimi viaggiano per 70 ore da Conegliano a Marbella a bordo di una malconcia Citroën 2CV. Fermi tutti: i giovani possono rappresentare anche un potente argomento di attualità politica. Soprattutto per quanto riguarda il fenomeno della fuga all’estero dei profili più qualificati.

I giovani. Zaia racconta la sua counter-narrative sulle prospettive dei giovani e del lavoro in Veneto. «Fondazione Nordest dice che ogni anno lasciano il Veneto circa 4.500 giovani. Ma all’estero però ci vanno per tante ragioni, per il desiderio di libertà, per fare esperienza, per la morosa, per la formazione, perché trovano stipendi più alti. Dobbiamo comunicare questi dati in modo più qualitativo. Bisognerebbe chiamare questi laureati all’estero e chiedergli: cosa fai? Quanto guadagni? Come è la qualità della vita? A breve pubblicheremo una nostra ricerca su questi temi. Abbiamo delle eccellenze come l’Università di Padova che forma i migliori medici d’Italia e che costa alle famiglie solo 2.500 euro all’anno di retta. Lo sapete che per laurearsi in medicina in una prestigiosa università americana si arriva a pagare fino ad un milione di dollari? Dobbiamo ricordarci di dire più spesso queste cose».

Veneto turismo. Perché il Veneto è indietro rispetto all’Italia sul turismo? «Ma chi?... E’ l’Italia più indietro non il Veneto. Non dobbiamo avere complessi di inferiorità rispetto all’estero, dobbiamo solo comunicare in modo ancora più efficace le nostre bellezze turistiche. Abbiamo luoghi d’arte a non finire. Volevo ricordarvi che all’estero, per esempio in alcune località dell’Austria, hanno come unica attrazione turistica un orso da accarezzare. E comunque la valorizzano bene».

Un lampo di politica dal pubblico. II lampo arriva in chiusura grazie alla domanda di una signora seduta tra il pubblico. Come ha fatto a sopportare Salvini in tutti questi anni? «Dal partito non ho mai ricevuto pressioni, di nessun genere, ho goduto di una libertà totale in tutti questi anni».

Dunque anche la narrazione dominante di questi anni sui conflitti interni alla Lega, tra fedelissimi e “non allineati” con il Segretario, l’è tutta sbagliata, l’è tutta da rifare come avrebbe detto il grande Gino Bartali, uno che con “il fare presto” si è costruito una carriera da mille e una notte.

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