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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Million Dollar Baby
Venduto all’asta il gesso dell’Amore e Psiche di Antonio Canova, in mostra a Bassano. Base d’asta 200.000 euro, aggiudicato a 1.228.500 euro. È il record mondiale per un gesso canoviano
Pubblicato il 28-01-2023
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Amore, Psiche e Psicologia.
Quali sono i meccanismi mentali che regolano le tattiche e le strategie di un acquirente di una battuta d’asta?
Per i non addetti ai lavori resterà sempre un mistero. Fatto sta che può capitare che un’opera venga messa all’asta alla stima di partenza più bassa e che, per le varie alchimie che intervengono nelle vendite all’incanto al miglior offerente, venga alla fine venduta al prezzo più alto.
Antonio Canova, Amore e Psiche stanti, (particolare), gesso, inizio XIX secolo. Foto Alessandro Tich
È quello che è successo per il gesso di Antonio Canova Amore e Psiche stanti, attualmente esposto nella mostra “Io, Canova. Genio Europeo” al Museo Civico di Bassano del Grappa e fino all’altro ieri di proprietà di Veneto Banca o, per meglio dire, della liquidazione dell’istituto di credito in liquidazione coatta amministrativa.
Giovedì 26 gennaio alle 18 la Bonino casa d’aste di Roma ha lanciato la terza fase d’asta per l’aggiudicazione della scultura canoviana. Acquirenti collegati online sulla piattaforma GoForArts oppure direttamente al telefono. Base d’asta del lotto al 100% rispetto al valore minimo di stima, vale a dire 200.000 euro. La più bassa stima di partenza sin qui proposta per il gesso di Canova. E alla fine l’Amore e Psiche stanti è stato aggiudicato per la cifra di
1.228.500 euro. Lo riscrivo in lettere, come sugli assegni:
un milione e duecentoventottomilacinquecento euro.
È il record mondiale per un gesso di Canova, che fa dell’Amore e Psiche in mostra a Bassano la quarta opera canoviana più apprezzata di tutti i tempi dai collezionisti.
Ai primi tre posti in classifica ci sono tre marmi, dietro al gesso appena venduto seguono una serie di altri marmi.
È stato inoltre raddoppiato il record italiano per un’opera di Canova venduta all’asta che resisteva dal 1999, quando Finarte aggiudicò un gesso di Venere e Adone per 602.000 euro. Un ottimo affare anche per i liquidatori di Veneto Banca: l’istituto di credito acquistò infatti l’opera nel 2004 dai pronipoti dei conti ottocenteschi Antonietta Bianchi e Filippo Canal per un prezzo attorno ai 550.000 euro.
Fin qui la notizia, davvero eclatante. La cosa curiosa, per chi non ha frequentazioni con le case d’aste, è che la scultura poteva essere venduta anche a un prezzo minore e vi spiego il perché, parzialmente anticipato dal mio precedente articolo “Valore e Psiche” dello scorso 29 dicembre.
Come ho già scritto sopra, quella di giovedì è stata la terza fase d’asta per il gesso canoviano.
Ciò vuol dire che l’opera - valore stimato: 200.000-300.000 euro - era stata proposta agli acquirenti già altre due volte. Precisamente gli scorsi 28 dicembre e 12 gennaio.
L’elemento che cambia tra una battuta d’asta e l’altra è il prezzo di partenza del lotto in vendita, la cosiddetta “base d’asta”.
La prima volta, il 28 dicembre, l’Amore e Psiche stanti è stato proposto al prezzo a base d'asta più alto: 400.000 euro, ovvero il doppio della stima minima di 200.000 euro.
Tanto interesse ma nessun acquirente. La seconda volta, il 12 gennaio, la base d’asta è scesa al 150% rispetto alla stima minima e quindi con partenza da 300.000 euro.
Anche in questo caso il prezioso gesso non ha trovato acquirenti.
Infine giovedì, come ho già specificato, il prezzo a base d’asta è sceso al minimo: 200.000 euro, pari al 100% della stima minima dell’opera. E qui, finalmente, si è scatenata la bagarre dando vita a una gara molto vivace. Più di 30 acquirenti, istituzionali e privati, italiani e stranieri, si sono contesi l’aggiudicazione della scultura, generando un gioco al rialzo finché non l’ha spuntata l’offerta record di 1 milione e 228.500 euro.
Ma perché l’opera avrebbe potuto essere acquistata ad un prezzo inferiore?
È presto detto, egregi lettori. È vero che nelle due precedenti battute d’asta il prezzo di partenza era più alto, addirittura il doppio di quello dell’altro ieri nel primo “round” di fine dicembre. Ma ciò comporta automaticamente una partecipazione più ristretta di potenziali acquirenti, quindi meno rilanci e l’opportunità di aggiudicarsi il capolavoro ad un costo più basso. Con la base d’asta al minimo, invece, il numero dei potenziali acquirenti aumenta considerevolmente.
Ed è qui che entra in gioco la psicologia: trattandosi di un’asta al ribasso, c'è una naturale tendenza dei clienti ad attendere l’occasione pensando di avvantaggiarsi di un prezzo di partenza più conveniente. Ma in realtà col ridursi della base d’asta si allarga la platea, si accentua l'interesse dei compratori e se ne stimola la concorrenza, a vantaggio della risalita del prezzo. E così è stato.
Impossibile sapere, e tantomeno pubblicare, il nome dell’acquirente che si è aggiudicato il Canova. La riservatezza delle case d’aste sui propri clienti è la regola di base.
Ma cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia.
Che l’acquirente sia un ente pubblico o un collezionista privato, e sia esso italiano o straniero, l’Amore e Psiche stanti rimarrà comunque in Italia.
Lo scorso luglio il gesso è stato vincolato dallo Stato italiano come “opera di eccezionale interesse storico-artistico” e in quanto tale può essere venduto, ma non può uscire dai confini nazionali. Il compratore deve essere quindi italiano o, se straniero, deve garantire la collocazione della scultura in una sede di sua proprietà o a sua disposizione sul territorio del nostro Paese. Made in Italy al top.
Quello che ha favorito oltremodo la partecipazione alla battuta d’asta del 26 gennaio è stata l’impostazione data all’operazione dalla casa d’aste romana che ha inserito la creazione canoviana all’interno del catalogo di opere d’arte “Meraviglie. Atto I”.
Avendo “in mano” un Canova da vendere - anche se l’opera si trova fisicamente a Bassano - la Bonino ha adottato il criterio della massima trasparenza, che ha conquistato la fiducia del mercato. Niente effetti speciali, nessuna presentazione “gonfiata”, solo la pura realtà delle cose. A partire dall’indicazione dell’autore.
Nella scheda online sulla piattaforma GoForArts il gesso è stato infatti presentato per quello che realmente è e cioè come “invenzione” di Antonio Canova: l’ha ideato lui, porta la sua autentica firma stilistica, è stato concepito dal suo genio. Ma la scultura è stata materialmente eseguita - su disposizione e sotto diretto controllo dell’Artista - dai maestri gessini Vincenzo Malpieri e Giuseppe Torrenti o altri.
C’è stata inoltre la segnalazione dello stato di conservazione e quindi anche dei difetti dell’opera, conseguenti agli eventi e all’usura del tempo: “danni da urto alla mano con mancanze alle dita”, “graffi, depositi”, “danni da urto e frizione soprattutto ai capelli e alla base”. A supporto di tutto sono state pubblicate ben 29 fotografie della scultura che l’hanno immortalata nei dettagli e da tutti i punti di vista.
Una “sincerità” sulle condizioni del lotto in vendita che è risultata premiante.
I potenziali acquirenti, e in particolare i loro consulenti esperti d’arte che sono diventati i veri sponsor dell’acquisto, hanno apprezzato la chiarezza e serietà della casa d’aste, la voce si è sparsa e l’interesse sull’opera si è accresciuto.
La partecipazione all’asta decisiva è stata anche favorita dal fatto stesso che l’Amore e Psiche stanti si trovi attualmente in mostra a Bassano. Una circostanza che ha consentito ai soggetti interessati all’acquisto di non esporsi in anticipo e di mantenere l’anonimato fino all’ultimo. Non trovandosi il gesso nella sede della casa d’aste di Roma, molti potenziali compratori sono infatti andati a vederselo di persona in modo autonomo e riservato nella mostra di Bassano, mescolandosi tra le migliaia di visitatori che accedono all’esposizione per il Bicentenario Canoviano al Museo Civico.
Per la serie: vedi Bassano e poi compri.
“Siamo molto grati alla liquidazione coatta amministrativa di Veneto Banca per averci supportato nello svolgere, nel modo più rigoroso, la catalogazione e la comunicazione sull’opera, rispettando gli standard internazionali, specificando con trasparenza cos’era l’oggetto e indicando l’intervento in collaborazione tra Canova e i suoi gessini per la realizzazione di questo capolavoro.”
È quanto dichiara a Bassanonet Matteo Smolizza, coordinatore per la vendita di “Meraviglie. Atto I” per Bonino casa d’aste.
“Ringraziamo inoltre i liquidatori di Veneto Banca - aggiunge il dottor Smolizza - per averci sostenuto nella decisione di non porre commissioni a carico dell’acquirente, in modo da realizzare la perfetta parità di gara tra acquirente pubblico e privato. Crediamo che ciò avvenga per la prima volta in Italia.”
Dunque, Signore e Signori, les jeux sont faits, rien ne va plus.
Il pregevole gesso di Antonio Canova ha trovato un nuovo proprietario e al termine della mostra di Bassano del Grappa dovrà essere riconsegnato a un nuovo indirizzo.
Per oltre 1 milione e 228mila euro, qual è il suo attuale valore, l’opera risplenderà ancor di più di nuova luce, dopo quella irradiata dall’allestimento al Museo Civico.
E così la bella Psiche canoviana - citando il titolo di un celebre film di Clint Eastwood - è già stata ribattezzata Million Dollar Baby, assieme al suo Amore e alla farfalla che lei appoggia sulla mano di lui.
Ma non prendetemi sul serio: parlando oggi di aste, era solo una battuta.
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