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Dal MuSe alla Mesa

Sorpresa: il direttore del MuSe di Trento Michele Lanzinger è uno dei due coordinatori scientifici della società incaricata dal Comune di Bassano per la riprogettazione del concept museologico del Polo Museale Santa Chiara

Pubblicato il 08-01-2021
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La città di Bassano del Grappa è come un grande e permanente uovo di Pasqua: c'è sempre la sorpresa dentro. Nel mio precedente articolo, intitolato “A tutti i costi”, dedicato alle due consulenze conferite dall'amministrazione comunale per la riprogettazione del “concept museologico” del Polo Museale Santa Chiara e per la ristrutturazione dei futuri spazi espositivi (con affidamento diretto, rispettivamente, alla Mesa Srl di Marghera e alla Grisdainese Srl di Venezia, per un esborso complessivo a carico delle casse comunali di oltre 102.000 euro Iva compresa), avevo concluso ponendo l'attenzione su una questione ancora aperta. E cioè chiedendomi che fine abbia fatto l'accordo siglato sotto il sindaco Poletto dal Comune di Bassano con il MuSe-Museo delle Scienze di Trento, e nella fattispecie con il suo direttore Michele Lanzinger, per la “messa a sistema delle rispettive risorse culturali e territoriali”. Un protocollo che instaurava un filo diretto tra la nostra città e il visitatissimo museo trentino (oltre 3 milioni e mezzo di visitatori dal 2013 al 2019, in era pre-Covid) per uno scambio di buone pratiche e soprattutto di collaborazioni nella prospettiva della futura apertura del Polo Museale bassanese.
Il nocciolo di tutta la questione è l'incarico di consulenza alla Mesa Srl, che per conto del Comune di Bassano deve supportare la redazione di un progetto preliminare per la valorizzazione e il riuso di alcuni immobili e spazi di proprietà comunale (l'ex Convento di Santa Chiara, la Scuola Mazzini e il Giardino Parolini) in vista della creazione di un futuro “Museo dell'Innovazione” di cui la stessa Mesa Srl è chiamata anche a delineare i criteri culturali, espositivi e gestionali. Si tratta della nuova evoluzione del sofferto progetto del Polo Museale, segato alle gambe nel suo “concept” originario dal ritiro del contributo milionario di Fondazione Cariverona, nella quale non viene fatto alcun accenno alle sinergie che erano già state formalizzate e firmate nero su bianco con il MuSe di Trento.
Lo stesso Lanzinger doveva essere tra i componenti - assieme al sindaco Pavan, agli assessori Marin, Zonta e Cabion e ai due interlocutori privati storicamente coinvolti nel progetto, Fondazione Luca e Fondazione Museo dell'Automobile Bonfanti-Vimar - del gruppo di lavoro che avrebbe dovuto decidere come impiegare i 150.000 euro originariamente previsti (e mai utilizzati) per la “riprogettazione culturale” del Polo Museale che verrà. Anche questa, però, è rimasta lettera morta.

Il direttore del MuSe Michele Lanzinger (fonte immagine: giornaletrentino.it)

Ma è a questo punto, egregi lettori, che apriamo l'uovo di Pasqua.

Nella determinazione dirigenziale di incarico alla Mesa Srl, il Comune di Bassano del Grappa attesta che la società affidataria ha presentato la propria migliore offerta (34.600 euro, più Iva al 22% per un importo complessivo di 42.212 euro) indicando inoltre le caratteristiche curriculari dei due “coordinatori scientifici” che dirigeranno il servizio oggetto dell'affidamento e che, come specifica il documento comunale, “risultano essere due professionisti con fama internazionale” nei rispettivi campi di intervento.
Ebbene: uno dei due coordinatori scientifici della società incaricata è proprio il direttore del MuSe di Trento Michele Lanzinger. Lanzinger è la figura professionale che non solo dirige il museo dei record trentino sin dalla sua inaugurazione nel 2013, ma ne ha anche elaborato in precedenza lo studio di fattibilità e di piano culturale, ha assunto la responsabilità formale e operativa nelle fasi di progettazione museologica e museografica (in stretto rapporto con l'architetto Renzo Piano) e successivamente ne ha curato il progetto espositivo e ne ha gestito le radicali trasformazioni, con un drastico aumento di spazi, personale e visitatori, tale da porre il MuSe tra le vette della classifica dei musei più visitati d'Italia.
Il secondo coordinatore scientifico è invece Ezio Micelli, professore ordinario di Estimo presso l’Università IUAV di Venezia e socio di Mesa Srl, con un pluriennale curriculum di incarichi nel campo della valutazione degli aspetti economici degli interventi di rigenerazione urbana. Micelli è, per così dire, una vecchia conoscenza della città di Bassano. Sotto l'amministrazione Cimatti aveva partecipato infatti alla redazione del PPE n.4 Parolini (lo sviluppo dell'area Parolini post “Torri di Portoghesi”) quando l'assessore comunale all'Urbanistica era la futura senatrice Rosanna Filippin. Aveva inoltre collaborato con gli architetti Massimo Vallotto e Antonio Guglielmini per l'elaborazione dell'ambizioso Masterplan Bassano 2020, uno dei principali piani generali urbanistici appartenenti alla categoria “rimasti chiusi nel cassetto”. Per l'affidamento conferito adesso dal Comune di Bassano a Mesa Srl, Micelli seguirà gli aspetti attinenti al progetto di valorizzazione e riuso del patrimonio immobiliare. Lanzinger seguirà invece gli aspetti riguardanti la progettazione museologica e museografica di un museo scientifico dell'innovazione.

Questo dunque, egregi lettori, è per il momento il quanto. Lo studio affidato dall'amministrazione comunale a Mesa Srl per la “definizione del concept preliminare urbanistico” del patrimonio immobiliare costituito dall'ex Convento di Santa Chiara e in ipotesi anche dalla Scuola Mazzini e dal Giardino Parolini, nonché “del concept museologico del futuro Museo dell'Innovazione” dovrà tirare fuori dal cappello a cilindro una nuova idea di Polo Museale “che valorizzi anche le collezioni museali naturalistiche”.
In base ai “contenuti” che emergeranno dalle indicazioni di Lanzinger, Micelli & C. (oltre ai due professionisti parteciparanno all'incarico altri cinque collaboratori), si penserà quindi ai “contenitori” e cioè allo studio di fattibilità sui servizi di architettura e ingegneria relativi alle strutture che comporranno il futuro “Museo dell'Innovazione” ovvero “Polo Urbano per l'Innovazione”: qui entrerà in gioco il secondo consulente del Comune, la società di architettura Grisdainese Srl. La riprogettazione del Polo Museale non potrà non partire dall'area dell'ex Convento di Santa Chiara, attuale sede di un cantiere incompiuto che non può rimanere tale. Ma - nelle intenzioni dell'amministrazione comunale - sarà un Polo Museale diverso, notevolmente ripensato ed esteso anche ad altri spazi della città.
Il tutto in vista “di un'ipotesi per lo sviluppo del Polo Urbano per l'Innovazione” e cioè di un intervento che secondo le attuali stime del Comune “può essere quantificato con un importo di lavori a base d'asta di 10 milioni di euro”.
10 milioni di euro, pari a circa 20 miliardi delle vecchie lire, non sono noccioline. Sono tanti soldi che il Comune da solo non può permettersi di spendere, salvo maxi contributi esterni tipo Fondazione Cariverona (attualmente poco probabili) o altri miracoli del genere. Proprio per questo, come già scritto su questo portale, l'amministrazione Pavan ha promosso l'ennesima “valutazione preliminare” chiedendo ad uno studio legale un parere sulla fattibilità del ricorso al project financing in partenariato Pubblico/Privato, tale per cui siano i privati a sostenere i costi di realizzazione della futura opera pubblica.
La risposta degli avvocati è stata interlocutoria e, tra le altre cose, ha posto come condizione fondamentale “l’autonoma sostenibilità finanziaria della proposta e l’allocazione del rischio in capo all’operatore economico, che dovrà farvi fronte con i ricavi di gestione”. E anche se le festività di Natale sono terminate, non ci resta che concludere con un: Tanti Auguri.

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