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Non solo l'afa, ora si temono incendi e siccità
Panico. Sembra essere questa la parola ricorrente che delinea la situazione contemporanea, un insieme di paura, disinformazione e semplice, ma letale, ignoranza.
#ILCOMMERCIONONSIFERMA, questo l’hashtag gridato dai commercianti bassanesi, che di fronte al Coronavirus hanno dovuto alzare le difese immunitarie e trovare qualche antibiotico in grado di sconfiggere il nemico. Alberghi, bar, ristoranti e attività di ogni genere hanno visto gli scontrini scendere al loro record storico.

#ILCOMMERCIONONSIFERMA, questo l’hashtag gridato dai commercianti bassanesi
Si ha sempre paura di ciò che non si conosce, quindi come reagire ad una simile piaga? Forse le mascherine non bastano a filtrare il fumo di così tante notizie, cotte e ricotte, da essere state ormai bruciate. Essere chiari, semplici e diretti. L’unica soluzione che può riportare ad un equilibrio. Bassano del Grappa non è una zona rossa e se l’allarmismo nazionale ha fatto tremare i cittadini, sta ora nelle istituzioni rimettere insieme i pezzi di un puzzle che funziona solo grazie al turismo, quello portato dalle bellezze delle nostre piazze ma anche, e soprattutto, dalle imprese. Lo stesso assessore al turismo, Stefania Amodeo, ha confermato l’impegno “a mettere in atto tre interventi. Sul piano politico valuteremo come aiutare gli operatori del turismo; sul piano tecnico il protagonista sarà il marketing e infine dovremo concentrarci sull’incoming estero, comunicando al di fuori dei nostri confini che ci siamo e siamo pronti ad accogliere”.
Gli albergatori sostengono di aver avuto cancellazioni che vanno dall’80 al 100% delle camere, i ristoratori hanno avuto disdette per quasi il 95%, mentre i bar e gli ambulanti sono stati i testimoni di strade deserte. Tasche vuote che ora comunque dovranno provvedere a pagare coloro che sono stati al servizio di un pubblico inesistente. Ma, per ora, non c’è altra soluzione rispetto a quella che da sempre sembra essere la condanna dei veneti, rimboccarsi le maniche e fare in modo che le cose tornino in ordine, lavorando e mantenendo il “baricentro basso”, come quello che permette alla scopa di stare dritta. Non ci serve alcun miracolo, né aspettare 3500 anni, solo avere un po’ di pazienza e abilità. “Usciremo dal pantano, ma per farlo ci serve almeno l’aiuto a non perseverare nell’allarmismo” ha affermato il presidente Lunardi.
Uno starnuto sembra aver reso il nostro territorio simile quello di Hiroshima. Ma il danno è stato fatto, ora sta a noi non fare in modo che il terrorismo psicologico porti anche a rivedere Nagasaki.
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