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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Dimissioni à la Parisienne

Il noto esercente Federico Parise si è dimesso dal progetto “Bassano Km Quadro”, di cui è stato il promotore. “Un progetto che doveva essere inclusivo è diventato esclusivo. Ora dico basta”

Pubblicato il 02-10-2020
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Agli inizi era il “Chilometro lanciato”. Presentazione ufficiale in pompa magna a Palazzo Roberti, la benedizione del Comune, pagine promozionali a pagamento su riviste di viaggi e turismo nazionali e su quotidiani regionali, un'agenzia di comunicazione a propria disposizione (successivamente esautorata dall'incarico), tanti progetti e tante idee ribollenti nella pentola.
Negli ultimi tempi - passando idealmente dallo sci estremo al ciclismo su pista - è diventato invece un “Chilometro da fermo”, nel senso che tutto sembra essersi fermato o comunque in preda a un rallentamento sistematico.
Sto parlando del progetto “Bassano Km Quadro”, nato nell'aprile 2017 su iniziativa di Federico Parise, noto esercente della città, titolare del locale “Colazione in bottega” in vicolo Bastion. Parise era riuscito a raccogliere i 32 operatori commerciali del centro storico, poi diventati 35, che in gran parte avevano avuto l'onore di uno spazio a loro dedicato nel celebre articolo sulla città di Bassano del Grappa pubblicato nell'edizione natalizia 2015 della rivista patinata internazionale “Monocle”. Nasceva così l'iniziativa congiunta di questo gruppo di commercianti ed esercenti raccolti nel Kilometro Quadro che racchiude il perimetro del centro storico.

Federico Parise (foto Alessandro Tich)

Aderendo al neonato progetto, i 32 partecipanti iniziali avevano messo mano al portafoglio per finanziare la fase di start-up della “missione” del gruppo medesimo: “comunicare” la città di Bassano e le sue eccellenze (e quindi anche sé stessi) sui più diversi canali di comunicazione e con campagne mirate di pubblicità sulla carta stampata, patinata e non.
Una delle prime idee - poi non realizzata - era stata quella di realizzare una guida della città rivolta ad un pubblico di fascia medio alta, che si sarebbe chiamata Bassano à la carte.
Un primo segnale del fatto che tra dire il fare, come sempre, ci sono di mezzo i schei.
Poi, nel novembre di quello stesso 2017, la prima “pausa operativa”, come la chiamò lo stesso Parise: uno “stop temporaneo” e di ripensamento dei progetti del gruppo in un momento in cui qualche “nome grosso” tra i sottoscrittori dell'iniziativa si era già lamentato per le strategie di comunicazione adottate a fronte dei risultati attesi.
Da qui l'evoluzione definitiva di “Bassano Km Quadro”: sempre nel novembre 2017 il gruppo si trasformava in associazione, con un proprio direttivo e un proprio presidente, nella persona dell'ex assessore comunale Lorenza Breda. La storia dell'associazione e del progetto che rappresenta è poi proseguita fino ad oggi, con alterne e mediaticamente poco note vicende. Fatta eccezione per la polemica al calor bianco scoppiata in città a fine 2018, e fomentata dalle associazioni mandamentali dei commercianti e degli artigiani, per la nuova mappa del centro storico prodotta dal Km Quadro e per la nuova segnaletica turistica di Bassano che riportava il logo del Km Quadro medesimo senza considerare “l'insieme” dell'offerta commerciale e artigianale del centro. Altri tempi, altri casini.
Dalla nascita dell'associazione in poi, il “padre costituente” del gruppo Federico Parise è apparso comunque sempre più defilato. Adesso si è defilato definitivamente: si è dimesso infatti dal direttivo e dall'associazione. Dimissioni à la carte. Anzi: à la Parisienne.
“Un progetto che doveva essere inclusivo è diventato esclusivo”, spiega.
Il vulcanico esercente di vicolo Bastion, che non ha mai mancato di fornire il proprio contributo di idee e proposte per la città, sta già pensando a nuovi progetti, per i quali si fa oggi “accompagnare” da Valentina Cogo, giovane consulente del lavoro e titolare di una casa editrice. Ma quella sua “creatura” generata nel 2017 per promuovere in modo innovativo la nostra città è ormai per lui solamente acqua passata.
Dietro all'adesivo di “Bassano Km Quadro” ancora attaccato sulla vetrina del suo locale, Parise ha collocato una lavagnetta su cui compare per tre volte la scritta “uscita”.
Quasi un messaggio ai passanti, neanche troppo subliminale.

Federico Parise, perché ha deciso dunque di dimettersi dal Kilometro Quadro?
Il motivo che dopo lungo tempo mi ha portato a dimettermi dal direttivo del Kilometro Quadro e anche a togliermi dall'associazione, è perchè l'associazione e il direttivo non stanno più andando verso la strada che io avevo pensato quattro anni fa e cioè che il Kilometro Quadro, come misura scientifica di Bassano del Grappa, e Bassano del Grappa in sé potessero battere una nuova pista. Ho aspettato un anno, un anno e qualche giorno, e ho detto “basta”.

Ha detto “basta” perché?
“Basta” perché non ci siamo più con l'inclusività del sistema, ma siamo diventati un qualcosa che è andato fuori pista. Il Kilometro Quadro è fuori pista.

Le dice che da progetto “inclusivo” è diventato un progetto “esclusivo”. In che senso?
Quando nella mia testa si è formata l'iniziativa di andare a contattare i 35 prescelti da “Monocle”, non era un'idea per dare un'esclusività a “Monocle” o a costoro di mettersi in evidenza nell'ambito del cuore bassanese e del Kilometro Quadro. L'intento era quello di unire le forze economiche per includere una comunicazione adatta alla città di Bassano del Grappa. Cercando con quello che esisteva (Operaestate, con centinaia di spettacoli all'anno; eventi sportivi e non sportivi, piuttiosto che altro) di utilizzare questo fondo di investimento a livello comunicativo per aiutare la città di Bassano del Grappa a riemergere e a rientrare nelle parole usate quotidianamente dai 600mila abitanti dei dintorni. Questa era l'intenzione del Kilometro Quadro. La situazione è iniziata, è partita, sembrava che tutto funzionasse e invece poi un po' di narcisismo, un po' di atteggiamenti del tipo “ma mi meto schei...” hanno cambiato le carte in tavola. Ma non è così che funziona nel 2020. Metti il tuo denaro in un fondo di investimento per uno scopo, e magari lo scopo può essere che sia il tuo, come quello di qualcun altro. Sii propositivo, non guardare solo il tuo orticello.

Ecco, ma c'è stato qualche fatto, qualche situazione particolare che le fanno dire queste cose?
Basta vedere quello che il Kilometro Quadro ha prodotto. Ha cercato di produrre un jazz festival, ha cercato di fare altre cose ma sempre un po' con riserva, perché è stato bello, sì, ma non ha mai avuto seguito. È arrivato quindi il momento di dire che questo progetto non è più nelle mie corde, in quello che io avevo pensato. Ma non “io” perché sono chissà che cosa, non sono mica un inventore dell'acqua calda. Quello che avevo pensato è l'inclusività. Questo doveva essere un fondo di investimento che 35 soggetti iniziavano e poi, man mano, tutti quanti potevano unirsi al Kilometro Quadro a livello di comunicazione. Senza andare a togliere i meriti all'associazione commercianti o all'associazione artigiani. Collaborare, non campanilismi e invidie, piuttosto che altro. Collaborazione: non dovevamo essere antagonisti di nessuno, dovevamo essere solamente un qualcosa che metteva del denaro sul piatto per reinvestirlo subito nell'espandere a megafono la parola “Bassano del Grappa”. Poi tutto il resto, e cioè il commercio, è l'ultima parte. Perché quando un eventuale escursionista o turista si trova a Bassano, di commercio si fornisce. Ma di tutto il resto - musei, parchi, eventi, le centinaia di spettacoli di Operaestate, la pesca sportiva sul Brenta, i tornei di calcio internazionali dei bambini e quant'altro - quante sono ancora le cose che non conosciamo e meritano di essere sviluppate a livello comunicativo, su carta stampata, sui social media eccetera? Tutto questo per attirare un pubblico, che affluisce a Bassano e aumentavano così i numeri. Invece il Kilometro Quadro si porta ad essere in una situazione che ha creato un'esclusività che secondo il mio punto di vista ha creato anche delle invidie tra chi c'è dentro e chi non c'è dentro. Non è così che funziona. Funziona quando c'è inclusività e partecipazione.

“Partecipazione” significa aprirsi anche a chi in questo momento non fa parte dell'associazione?
Certamente. Anche un anziano che mette 100 euro per la sua città, è giusto che ci sia. Perché un anziano può fare da mentore, da socio anziano, da consigliere. Ma qualsiasi attività, anche la più piccola, potrebbe entrare nel progetto. Non è che bisogna avere per forza la capacità economica di 1000, 2000, 3000 euro per entrarne a far parte. Perché una città si risolleva con la forza di tutti, non solo con la forza di alcuni.

Cosa le resta di questa esperienza?
Mi resta una grande maturità. Il gruppo direttivo mi ha fatto crescere molto. Io sono una persona che magari ha delle idee, ma poi ho anche bisogno di essere guidato. Non a caso in questo momento mi faccio accompagnare, per essere guidato in qualcosa di più interessante, da Valentina Cogo. Questa esperienza mi ha lasciato intanto la soddisfazione di formare un gruppo di sconosciuti che si sono conosciuti. Perchè “Monocle” ha detto: “La città più bella del Veneto è Bassano del Grappa”. “Monocle” ha fatto anche una selezione, in molti pensano invece che la selezione l'abbia fatta io per entrare nel Kilometro Quadro. Non è stato così. Pertanto ho fatto anche conoscere 35 individui segnalati da “Monocle”, che prima non si conoscevano, e li ho portati a cena. A cena sono nate le amicizie, sono nate serenità, collaborazioni future. Questa esperienza mi ha lasciato molto. Posso anche dire che mi ha lasciato un po' triste perché siamo andati fuori pista. Speravo che fosse più socialmente utile alla città di Bassano del Grappa. Mi resta un po' di amarezza, sicuramente, ma poca rispetto a quello che è stato fatto. In questo momento dico “basta”.

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