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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

#SÌ taglia

In Italia vince il “Sì” al referendum per il taglio dei parlamentari. Vince il “Sì” anche a Bassano, ma con 11 punti percentuali in meno rispetto al dato nazionale

Pubblicato il 22-09-2020
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Dunque, #SÌ taglia. Il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari, come viene giornalisticamente semplificato, ha emesso il suo verdetto: netta vittoria dl “Sì”, con il 69,64% a livello nazionale, e altrettanto netta sconfitta del “No” con il restante 30,36%.
Esulta Di Maio, che ha trovato perlomeno un motivo per esultare, che ha dichiarato che si è trattato di un “risultato storico”, che ha pure affermato che “torniamo ad avere un parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno” e che si è inoltre spinto a dichiarare che “il prossimo step dovrà necessariamente essere l'approvazione di una nuova legge elettorale proporzionale che sia in grado di favorire la governabilità di un'Italia che ora più che mai ha bisogno di risposte rapide ed efficaci”.
Diciamolo subito, a scanso di equivoci: siamo stati chiamati al voto referendario su una questione così strategica per la democrazia perchè nello stesso parlamento non sono riusciti a mettersi d'accordo sull'argomento. Come prevede infatti l'articolo 138 della Costituzione, quando il parlamento approva una modifica costituzionale senza raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi dei suoi componenti alla seconda votazione, la legge viene sottoposta a referendum popolare e viene quindi promulgata solo se approvata dalla maggioranza dei voti validi dei cittadini.

Fonte immagine: pickline.it

Per il momento, dopo la vittoria del “Sì”, non cambia nulla: l'attuale assetto numerico di Camera e Senato rimarrà tale fino alle prossime elezioni politiche. La legge di riforma degli articoli 56 (elezione Camera dei Deputati) e 57 (elezione del Senato della Repubblica) della Costituzione adesso c'è, ha l'approvazione popolare, e sarà operativa a partire da 60 giorni dalla sua entrata in vigore. Ma prima il parlamento stesso dovrà sciogliere alcuni nodi per evitare che la riforma sia inapplicabile: prima fra tutti, la ridistribuzione dei collegi elettorali e in seconda battuta - ma non è detto che ci sia effettivamente la volontà politica di farlo - una riforma anche della legge elettorale. Un altro problema riguarderà l'aspetto non secondario della rappresentanza, con alcune Regioni che saranno nettamente sfavorite per numero di seggi in parlamento a disposizione rispetto alle altre. E come si suol dire, incrociando soprattutto le dita: staremo a vedere.
Anche a Bassano del Grappa il voto referendario è risultato favorevole al “taglio” di deputati e senatori, anche se in forma meno marcata: 12.566 “Sì” (58,14%) e 9.048 “No” (41,86%).
Un divario inferiore tra le due opzioni sulla scheda rispetto all'esito nazionale su cui ha probabilmente influito la campagna di sensibilizzazione che ha visto attivamente impegnati sul nostro territorio i rappresentanti del fronte del “No”, vale a dire gli esponenti del comitato “A Bassano non si taglia”.
“Prendiamo atto ovviamente della vittoria del “Sì” al referendum, ma comunque vogliamo specificare alcune cose - dichiara a Bassanonet il co-portavoce del comitato “A Bassano non si taglia” Matteo Bizzotto -. Comunque, nei pochi giorni in cui si è svolta la campagna referendaria vera, si è passati da quello che doveva essere un plebiscito per il “Sì” a un pezzo dell'elettorato che ha comunque votato “no”. Questo per noi è un segnale importante da dover sottolineare, anche perché è molto più di quello che ci si aspettava all'inizio.”
“Abbiamo combattuto, rifaremo tutto quello che abbiamo fatto altre volte ancora, perché era una battaglia democratica e per la Costituzione - aggiunge Bizzotto -. Ringrazio i miei compagni e cooleghi di viaggio Vittoria, Andrea, Valerio e Arianna, e tutti quelli che ci hanno sostenuto, per il bel risultato che abbiamo comunque avuto a Bassano, dove rispetto al dato nazionale ci sono stati 11 punti in più per il “No”. Io credo che questo sia il sintomo del lavoro che è stato svolto. Resta di fatto che la Costituzione subirà un'importante modifica e questo deve essere esempio di responsabilità.”
“Deve partire un dibattito - prosegue - per le risposte riformatrici che saranno essenziali per ricostruire questa cinghia di trasmissione tra elettori ed eletti, per riforndare l'autorevolezza delle istituzioni e per rimettere la partecipazione dei cittadini al centro delle dinamiche democratiche. In primis legge elettorale rafforzata, fine delle liste bloccate di fedelissimi delle segreterie di partito e candidati più liberi e più rappresentativi, scelti dal territorio.”
“Queste condizioni - conclude Matteo Bizzotto - sono il minimo indispensabile che pretendiamo a fronte di questa modifica costituzionale e che sono il minimo che i cittadini devono vedersi realizzare da queste tanto paventate riforme.”

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