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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Special report

Attualità

Varda che dossier

Procedimento istruttorio sul Ponte: la Vardanega ha trasmesso oggi all'ANAC una relazione di 10 pagine, con 17 allegati, su spalla Nardini, reperibilità dei materiali e problematiche emerse in corso d'opera

Pubblicato il 21-11-2018
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Un documento di 10 pagine, al quale sono acclusi 17 allegati: la lettera di avvio del procedimento dell'ANAC; l'esposto inoltrato all'ANAC l'8 maggio 2017 (con ulteriori documenti allegati); il secondo esposto inoltrato all'ANAC il 15 maggio 2018 (con ulteriori documenti allegati); il verbale del sopralluogo del 2 febbraio 2018 della Direzione Lavori al fornitore di legname S.I.L.E.A. Srl; il Resoconto di analisi della valutazione della documentazione progettuale redatto dai consulenti della Vardanega ing. Massimo Viviani (SE.I.CO. Srl) e geom. Davide Giacobbo (GLO.VI. Studio Associato) e protocollato in Comune il 20 aprile 2017; la relazione sulle indagini specialistiche sulle strutture lignee trasmessa dalla Vardanega al Comune il 2 maggio 2017; la comunicazione urgente della Vardanega alla Direzione Lavori e al R.U.P. sulla sicurezza del Ponte, dell'8 maggio 2017; la comunicazione di interruzione lavori trasmessa dalla Vardanega al Comune il 27 aprile 2018; la relazione dell'ing. Gilberto Sarti, consulente della Ditta Bortolo Nardini S.p.A., inerente al “Resoconto di analisi...” dei consulenti della Vardanega e datata 15 maggio 2017; la relazione sulle analisi preventive (A) sulla proprietà Nardini del consulente del Comune ing. Giorgio Rizzo, datata 20 settembre 2018; il quadro economico non aggiornato delle spese per il Ponte degli Alpini; la relazione del progettista ing. Claudio Modena in risposta al “Resoconto di analisi...” dei consulenti della Vardanega, del 5 maggio 2017; la nota di risposta dei consulenti della Vardanega ing. Viviani e geom. Giacobbo alla relazione Modena, del 21 maggio 2017; la nota tecnica dei consulenti della Vardanega sulla trave provvisoria bailey dell'8 giugno 2017; la nota di aggiornamento del progettista ing. Modena a seguito dei sondaggi sulla spalla del Ponte lato Bassano, del settembre (data non specificata) 2017; la recentissima comunicazione della ditta di fornitura legnami S.I.L.E.A. Srl, del 15 novembre 2018, in merito alla fornitura richiesta dal progetto; l'estratto del Giornale dei Lavori e l'Ordine di Servizio n. 3 della Direzione Lavori dell'1 settembre 2017 riguardante la puntellazione delle stilate del Ponte n.1 e n. 2.
C'è di tutto, ma veramente tutto, nel corposo dossier che la ditta Nico Vardanega Costruzioni Srl in liquidazione, nella persona del liquidatore Gian Franco Caniggia, ha trasmesso oggi via pec all'ANAC e nella fattispecie al dirigente dell'Area Vigilanza - Ufficio Vigilanza Lavori dell'Autorità Nazionale Anticorruzione arch. Alessandro Pierdominici.
La stessa documentazione è stata trasmessa per conoscenza al Comune di Bassano del Grappa, nelle persone del R.U.P. geom. Diego Pozza, del dirigente Area Lavori Pubblici ing. Walter Stocco e del segretario generale dott. Antonello Accadia.

Foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet


Il procedimento istruttorio ANAC

La trasmissione del dossier documentale da parte della ex ditta appaltatrice del restauro del Ponte rientra nell'iter del procedimento istruttorio avviato dall'ANAC il 5 novembre scorso nei confronti del Comune di Bassano. Istruttoria che, come specificato dall'ANAC nella comunicazione di avvio del procedimento, riguarda la verifica di tre fondamentali aspetti: la concreta disponibilità delle aree di proprietà della ditta Nardini necessarie all’esecuzione dei lavori; la concreta reperibilità dei materiali da costruzione con caratteristiche aderenti alle specifiche di progetto e infine le ulteriori diverse problematiche progettuali e/o esecutive venute in rilievo. Nel presentare le carte a sostegno della propria posizione, “in relazione alle richieste formulate dall'Autorità al Comune di Bassano” e “visto il comportamento tenuto dall'amministrazione comunale”, l'impresa in liquidazione “formula fin da ora formale richiesta delle copie conformi della documentazione che sarà ricevuta da codesta Autorità per verificarne la veridicità dei contenuti, e, in difetto, agire presso le Autorità competenti a nostra tutela.”
La carne al fuoco è veramente tanta e in questo articolo riporterò le osservazioni e documentazioni presentate dalla Vardanega in merito alla questione della disponibilità delle aree Nardini. Nel prossimo articolo, che pubblicheremo domani, mi occuperò invece della questione reperibilità del legname strutturale da costruzione e delle ulteriori diverse problematiche progettuali e/o esecutive venute in rilievo in corso d'opera.

La Convenzione Comune-Nardini

“Per il primo aspetto - afferma la relazione all'ANAC della ditta di Possagno - è certamente d’interesse rilevare che il progetto esecutivo prevede un significativo cambiamento della modalità di trasferimento del carico alle due estremità del ponte costituite da fabbricati di estremo pregio storico. In particolare, la scelta progettuale prevede di trasferire l’intera azione orizzontale ai due fabbricati escludendo la resistenza dei rostri, da sempre elementi resistenti del Ponte degli Alpini.”
Il documento ripercorre il contenuto della Convenzione tra Comune e Nardini del 3 marzo 2016, e in particolare del noto articolo 16 che impone la verifica strutturale sulla proprietà Nardini a cura del Comune, ad opera di un ingegnere abilitato e prima dell'inizio dei lavori sulla spalla sinistra, pena - in caso di problematiche di realizzabilità dell'intervento - il venir meno della Convenzione stessa.
“In pratica - si legge nella comunicazione all'ANAC - il progetto non poteva essere approvato dall’amministrazione di Bassano senza il gradimento e l’approvazione formale della parte Nardini a meno di non esporre l’amministrazione ad un blocco dei lavori come di fatto è avvenuto.” “L’impresa Vardanega, seguendo la buona fede che anima qualsiasi rapporto negoziale - prosegue il testo -, non poteva nemmeno immaginare che il progetto redatto, validato e diretto da tecnici interni all’amministrazione comunale, arch. Bonato, ing. Stocco, geom. Pozza mancasse di una sua parte fondamentale per la fattiva esecuzione. Del resto la Convenzione impone l’approvazione formale delle lavorazioni sulla parte Nardini prima del loro inizio e non certo era nell’interesse Nardini interferire con le attività proprie dell’amministrazione comunale. In definitiva l’amministrazione comunale di Bassano ha dolosamente portato avanti il progetto fino alla consegna lavori pur sapendo che questi potevano non essere eseguiti nel caso che la proprietà Nardini non approvasse l’intervento progettato.”

Accesso non concesso

“Il fatto ancora più grave - continua il documento - è che da corrispondenze intercorse tra le parti, Nardini-Amministrazione comunale, era già ben chiaro che il progetto doveva essere rivisto con l’inserimento dei rostri nel sistema resistente seguendo l’impianto originario e conseguentemente modificate le opere sulla spalla Nardini. La verità non poteva tardare a palesarsi e con l’inizio dei lavori in alveo sono state eseguite le prescritte indagini integrative sul paramento murario della spalla Nardini salvo poi non poter procedere oltre con i lavori appunto per la mancata approvazione del progetto da parte della proprietà come stabilito dalla Convenzione richiamata. Il maldestro tentativo dell’Amministrazione di celare la realtà della vicenda con un errato tempismo di accesso ai locali da parte dell’impresa è certamente da censurare.” “È vero infatti - aggiunge la relazione - che l’accesso ai locali per le lavorazioni è stato definito in apposite finestre temporali, in modo da ridurre il disagio alle attività commerciali; una volta però approvato l’intervento. La nostra impresa aveva fatto richiesta di accesso solo per l’esecuzione di sondaggi, nessuna lavorazione particolare, ed è stata bloccata non tanto e non solo sulla base delle finestre temporali, quanto piuttosto dalla mancata conclusione delle obbligazioni della convenzione in capo all’amministrazione comunale.”

La perizia Rizzo? Una “farsa”

“Ormai allo scoperto, l’amministrazione comunale - sostiene la ditta ex appaltatrice - non ha potuto far altro che affidare ad un tecnico esterno, ing. Rizzo (uno dei tanti che costella questa progettazione e direzione dei lavori svolti, formalmente, dagli uffici interni al Comune) la redazione della perizia richiamata in convenzione. Questa perizia ha ormai assunto i toni della farsa, dai comunicati di una prossima conclusione già dall’agosto 2018 alla situazione attuale che non lascia vedere più alcuna scadenza sul termine dei lavori. Per avere contezza dello stato confusionale in cui versa l’amministrazione comunale è di questi giorni il richiamo dell’assessore Campagnolo alla Costituzione nel caso che non si arrivi ad un accordo con la proprietà Nardini.” “In definitiva - evidenzia il documento - è provato che la spalla Nardini è interessata dai lavori previsti dal progetto e che, per un preciso accordo tra le parti, non ancora perfezionato per esclusiva colpa dell’amministrazione comunale di Bassano, non è disponibile per l’esecuzione dei lavori.”
“È altresì evidente - rincara la dose - che l’impresa non poteva sapere e nemmeno immaginare che l’amministrazione comunale avesse calpestato in modo così evidente le disposizioni di legge in merito all’approvazione dei progetti, all’indizione della gara di appalto, alla sottoscrizione del contratto di appalto e alla consegna dei lavori conseguente alla mancata disponibilità delle aree interessate dai lavori.”

Arrivano i rostri (ancora)

Nel frattempo, la spalla sinistra del Ponte è stata oggetto di una variante di calcolo progettuale che ha recuperato la funzione dei rostri, non considerata nel progetto strutturale originario.
“Riguardo alla disponibilità della spalla Nardini - afferma il documento dell'ex appaltatore - è fondamentale riconoscere che l’amministrazione è sempre stata al corrente delle difficoltà legate al progetto per la parte interferente con la sponda sinistra. Ne è prova la relazione del tecnico incaricato dalla proprietà, Ing. Sarti che ancora il 26 maggio 2016 scriveva: “Si nota soprattutto che il Prof. Modena ha modificato i modelli di calcolo definiti nelle relazioni di riferimento già depositate agli atti, inserendo ora in essi anche i rostri esistenti, oltre alla reticolare d’impalcato. Tuttavia si vuole ricordare come però il Prof. Modena sia ancora ben lontano dall’avere prodotto le dovute verifiche strutturali delle spalle del ponte.” Cioè alla data di consegna dei lavori, 2 marzo 2017, esistevano già delle relazioni di calcolo diverse da quelle di progetto e l’amministrazione era ben al corrente della mancata verifica delle spalle come richiesto dalla Convenzione!”.
Secondo la ditta di Possagno “una evidenza cristallina dell'inadempimento dell'amministrazione” è rappresentato proprio dall'incarico dello scorso aprile all'ing. Giorgio Rizzo di Oderzo di affidamento delle verifiche strutturali sull'unità Nardini.
“Cioè - specifica il documento - dopo oltre due anni dall’approvazione del progetto e dalla sottoscrizione dell’atto di servitù e dopo oltre un anno dalla consegna dei lavori alla impresa Vardanega il dirigente responsabile ha finalmente affidato l’incarico che potrebbe consentire il perfezionamento della servitù e quindi lo sviluppo dei lavori come da contratto!”

E ce n'è pure per la Inco

La questione viene affrontata sotto diversi aspetti, ma il punto di arrivo è sempre quello. Per l'impresa in liquidazione “il contratto non era e non è assolutamente possibile perfezionarlo, per indisponibilità delle aree interessate dal progetto”.
E “a niente vale la circostanza” per la quale il verbale di cui all’art. 106 c.3 del DPR 207/2010 (accessibilità delle aree e degli immobili interessati dai lavori) è stato sottoscritto dalla Vardanega, “in quanto parte lesa per evidente vizio di informazione da parte dell’Amministrazione sulla reale situazione del rapporto Nardini-Amministrazione comunale”. Ma a questo punto la Vardanega ne ha anche per il nuovo appaltatore.
“È comunque certo - sottolinea la ditta possagnese - che il contratto non era certamente sottoscrivibile con la Inco a meno di buttare alle ortiche tutte le normative al riguardo.”
E riporta una dichiarazione del titolare della Inco geom. Luca Conci, pubblicata sul Giornale di Vicenza il 13 ottobre 2018: “Per noi la spalla (Nardini ndr) è disponibile, punto e basta. Agiremo secondo il progetto. Tutte le altre valutazioni non sono di nostra competenza ma toccano al Comune”. “Quindi, per evidenza pubblica - dichiara testualmente la relazione all'ANAC -, la spalla Nardini non è disponibile, l’impresa se ne lava le mani ma sottoscrive ugualmente assieme al responsabile dell’Amministrazione una verbalizzazione contenente una circostanza non vera come la immediata esecuzione di tutti i lavori! C’è da chiedersi qual è il limite di controllo di una Pubblica Amministrazione per il proprio operato così come delle strutture a cui sono affidate le attività di controllo sulla Pubblica Amministrazione.”

Questo, egregi lettori, per il momento è quanto. Non voglio abusare troppo della vostra attenzione. Queste sono in parte le osservazioni della Vardanega Costruzioni trasmesse oggi all'Autorità Anticorruzione - e supportate da documenti tecnici che ovviamente vi risparmio ma che all'occorrenza posso sempre riesumare - e sarebbe davvero utile per la completezza dell'informazione poter disporre anche delle documentazioni trasmesse all'ANAC dall'Amministrazione comunale. Saremo in grado di reperirle? Mai dire mai. Domani, come già anticipato, ci occuperemo invece del reperimento dei materiali (legno) e delle problematiche emerse in corso d'opera, sulle quali esistono alcuni documenti veramente interessanti.
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