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E' un'esponente di punta della “2G”: la “second generation” degli immigrati in Italia, composta da figli di genitori di origine straniera nati e cresciuti nel nostro paese.
Igiaba Scego, 35 anni, nata a Roma da genitori fuggiti dalla dittatura di Siad Barre in Somalia, ha trasferito i problemi e le contraddizioni ma anche i sogni e le speranze dei “nuovi italiani” nei suoi libri, negli articoli giornalistici e nell'attività di ricerca per dare voce e visibilità a una realtà generazionale in costante crescita, ma che in Italia sembra ancora invisibile.
“E' una condizione molto strana e assurda - afferma la scrittrice - che ti porta ancora oggi a sentirti uno straniero nella tua nazione”.
Igiaba Scego
E' stato uno dei temi conduttori del terzo “Incontro senza confine 2009” alla Libreria “La Bassanese”, dove Igiaba - invitata dall'Associazione interculturale “Il Quarto Ponte” in collaborazione col libraio Marco Bernardi - ha discusso a ruota libera sulle questioni dei “conflitti e delle ricerche di identità” così presenti nei suoi romanzi e racconti scritti con linguaggio giovane, moderno e diretto.
Ma si è parlato anche di storia e di colonialismo, di ferite della memoria che l'Italia ha rimosso e che oggi molti giovani hanno il desiderio di riscoprire.
“Rispetto ai loro padri, arrivati in Italia 20-30 anni fa, le nuove generazioni hanno voglia di ricerca storica - ha spiegato l'autrice - e il loro doppio sguardo, figlio di due culture, è molto interessante.”
Eppure queste “nuove intelligenze” non sono ancora viste e valorizzate come una risorsa per il Paese.
“In Italia non c'è meritocrazia - ha incalzato la Scego -, io mi sono laureata in Letterature Straniere alla Sapienza e ho poi svolto un dottorato di ricerca in Pedagogia che non è servito a niente perché il merito purtroppo lascia spazio ad altre strade e scorciatoie per emergere. In Italia oggi la crisi non è solo economica, ma è soprattutto una crisi culturale.”
Critica aperta anche nei confronti dei media, che in tema di stranieri tendono a generalizzare senza dire le cose come stanno: “Attualmente mi occupo dei rifugiati dalla guerra civile in Somalia . L'Italia concede a loro quattro anni di permesso di soggiorno ma nessuno lo dice.”
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