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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Area di sviluppo

Un terzo centro commerciale a Bassano? L'associazione A.S.E.V. presenta un'istanza al sindaco sull'area di via Capitelvecchio dove potrebbe sorgere un nuovo shopping center. "Si vogliono solo raccogliere oneri mentre il centro storico sta morendo"

Pubblicato il 21-02-2015
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Nel criptico linguaggio degli atti urbanistici, ovvero del P.I. - Piano degli Interventi del Comune di Bassano del Grappa, è classificata come zona “Prod 63”. Ma si tratta, tanto per capirci, dell'area che si affaccia su via Capitelvecchio di fronte a Schiavotto, all'hotel Glamour e al PneusMarket. 35mila metri quadri di superficie complessiva, compresi nel perimetro di via Capitelvecchio - via dei Lotti - via Carpellina - via Passarin.
Al suo interno, con le rispettive pertinenze divise da recinzioni, si trovano attualmente la nuova sede della Banca di Credito Cooperativo di Romano e Santa Caterina, l'Eurobrico, la vecchia sede - oggi dismessa - della Banca di Romano, i due edifici abbandonati dell'area che un tempo fu la sede del magazzino di utensileria e ferramenta Morassutti e l'immobile, attualmente vuoto, che fino all'anno scorso ospitava un punto vendita Billa e un negozio di Rizzato Calzature.
Fatta eccezione per il nuovo quartier generale della BCC e per l'Eurobrico, di cui comunque da tempo si vocifera un possibile spostamento a nuova sede, è un intero insediamento che attende l'arrivo di nuovi inquilini. Ma non inquilini qualsiasi: nella zona Prod 63, relativamente alle destinazioni commerciali, sono consentite solo le medie strutture di vendita, come stabilito (e qui, ahinoi, dobbiamo ritornare ai tecnicismi urbanistici) nel capo III - Zone per funzioni produttive, art. 34 - Destinazione d'uso nelle zone per funzioni produttive, lettera o) nelle Norme Tecniche Operative del Piano degli Interventi del Piano Regolatore Comunale di Bassano del Grappa.

I soci A.S.E.V. (da sin.: Alessandro Mursia, Gabriele Klein, Antonio Cinel e Francesco Celotto) con la mappa urbanistica dell'area interessata: la zona Prod 63 è indicata in viola (foto Alessandro Tich)

E' quindi motivato il timore, da voci che si rincorrono in città, che nell'area possa sorgere un centro commerciale (che sarebbe il terzo a Bassano, dopo Grifone e Emisfero) oppure - in seconda ipotesi - un parco commerciale, con strutture medie o medio-grandi di vendita indipendenti ma affiancate, tipo area Tosano a Cassola.
E' la prospettiva si cui punta il dito l'A.S.E.V. (Associazione Sviluppo Economia Veneto) di Bassano del Grappa, che convoca la stampa al Caffè dei Libri - col vicepresidente Francesco Celotto e i soci del sodalizio Gabriele Klein, Alessandro Mursia e Antonio Cinel - per mettere i puntini sulle “i” su una questione che sta passando ancora sottotraccia.
In data di ieri l'Associazione ha infatti protocollato in municipio un'istanza rivolta al sindaco Riccardo Poletto riguardante proprio la destinazione dell'area, nella quale si richiede “che cosa il Comune intenda autorizzare e le relative prescrizioni, in considerazione anche del P.I. vigente”.
“C'è il sospetto che nell'area possa trovare spazio un nuovo centro commerciale - specifica Francesco Celotto -. Non si possono cancellare i diritti acquisiti dei proprietari, ma è un intervento che si può mitigare. Per questo nell'istanza chiediamo che nella zona in oggetto sia aumentata la dotazione di parcheggi e di area verde, in cambio della riduzione della superficie fondiaria e della riduzione degli oneri di urbanizzazione.”
L'A.S.E.V., nell'occasione, lancia l'allarme: “Questa città sta diventando un gigantesco centro commerciale. Ci sono già il Grifone e l'Emisfero, che non sta andando bene e per il quale si parla dell'interessamento di altre grosse catene commerciali. Lo spazio dell'ex Billa e Rizzato Calzature in via dei Lotti sarà preso da un altro grosso marchio commerciale, Pittarosso oppure Zara. Non c'è programmazione, solo un'Amministrazione comunale assente che vuole solo raccogliere oneri mentre il centro storico, nel quale nessuno più investe, sta morendo. C'è spazio solo per le grandi catene. E' un percorso iniziato dall'Amministrazione Bizzotto, ed è proseguito con Cimatti e Poletto.”
“Noi vogliamo - incalza Celotto - che ci sia una discussione sul centro storico. Hanno fatto il tavolo di marketing territoriale, l'operazione “Salviamo il Ponte”, il movimento “Riapriamo il Tempio Ossario”. E sul centro storico niente? Nessuno sta facendo nulla. Associazioni di categoria: zero. Operatori del territorio: zero. Comune: zero. La stessa Superstrada Pedemontana, vicina all'accesso dei centri commerciali, sarà la morte del centro storico. L'anno scorso in centro storico hanno chiuso 150 negozi. Ma non c'è un coordinamento, né un piano di sviluppo per il suo rilancio, che non può e non deve essere solo di natura commerciale. La città sta morendo, nell'indifferenza generale di tutti. Stimoleremo i consiglieri comunali a intavolare una discussione seria su cosa si vuole fare del centro storico. Nei prossimi mesi lo faremo.”
Per l'Associazione Sviluppo Economia Veneto non è più il tempo delle grandi opere, commerciali o viarie che siano. “La Pedemontana deve essere l'ultima - rimarca il vicepresidente -. Poi bisogna chiudere le grandi infrastrutture e parlare del territorio: dire “basta” ai centri commerciali, tutelare i centri storici, pensare alla sicurezza idrogeologica.”
Nel frattempo, nell'area Prod 63, ci sono i primi segnali di cambiamento. L'immobile ex Billa e Rizzato Calzature è attualmente interessato da lavori.
Sul cartello all'ingresso del cantiere c'è scritto: “Demolizioni interne su fabbricato ad uso commerciale”. Un intervento (committente Ar.Pi. snc, con permesso di costruire rilasciato dal Comune di Bassano il19/1/2015) che fa presagire l'imminente arrivo di un nuovo inquilino. Che sia Pittarosso o Pittarello, al momento poco importa. Sarà comunque una presenza commerciale di peso, in concorrenza con analoghe realtà nei vicini centri commerciali. E il rischio è - in una città che necessita di un piano di marketing - che si finisca a parlare solo di shopping.

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