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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

La sostanza e l'apparenza

Centralina idroelettrica di via Pusterla: la ditta Belfiore '90 illustra le sue ragioni dopo le migliorie apportate al progetto in vista della Conferenza dei Servizi di martedì. E col Comune di Bassano, di fatto, è rottura dei rapporti diplomatici

Pubblicato il 14-06-2015
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Brassaï. L’occhio di Parigi

La sostanza e l'apparenza. A vedere le immagini del rendering (che vi mostriamo, in serie completa, nella photogallery correlata a questo articolo) dello stato di progetto della centralina idroelettrica privata collocata dal progetto medesimo in via Pusterla poco più a nord del Ponte di Bassano, messo a confronto con l'attuale stato di fatto, non si ha di certo la sensazione di trovarsi di fronte a un presunto “ecomostro”.
E' pur vero, e inevitabile, che cambia radicalmente l'attuale visuale del tratto terminale del canale Arcon, derivazione del Brenta - in un punto che per secoli è stato utilizzato come mulino ad acqua -, ma senza dare l'impressione di un violento pugno nell'occhio.
E' la conseguenza delle migliorie apportate al progetto dalla ditta Belfiore '90 di Nove, proponente privato dell'opera idraulica, per abbattere ulteriormente l'impatto visivo e paesaggistico dell'impianto.

Uno dei rendering del progetto della centralina idroelettrica sul canale Arcon in via Pusterla a Bassano

La parte “fuori acqua” della centralina è stata posizionata orizzontalmente, modificando l'originaria collocazione verticale della struttura. Previsto inoltre il posizionamento sotto acqua delle paratoie, che non saranno dunque più “a vista”. Infine nel progetto modificato è stato aggiunto l'inserimento nel canale di alcune vasche per la raccolta dell'acqua, che nasconderanno contemporaneamente le turbine del macchinario.
Eppure - secondo la relazione dell'arch. Maurizio Trevisan, consulente della sezione di Bassano di Italia Nostra e dell'Associazione Salvaguardia del Ponte degli Alpini e del Fiume Brenta - “si ritiene che l'esecuzione dell'opera in progetto determini un'alterazione negativa del sito che oggi funge da punto di osservazione verso il Ponte Palladiano, disturbando la vista a causa dell'interposizione di nuovi dispositivi tecnologici che non impediscono lo sguardo, ma sono certamente percepiti come come estranei al luogo”.
“Inoltre - si legge ancora nella relazione dell'arch. Trevisan - un sopralluogo in sito permette di comprendere che l'alveo del canale artificiale merita di per sé di essere mantenuto libero da qualsiasi ostruzione moderna, anche a prescindere dalla presenza del punto di vista privilegiato verso il Ponte Palladiano. Esso, infatti, rappresenta una struttura perfettamente identificabile nella sua unità, estesa all'intera lunghezza, riconoscibile come fenomeno storico che ha largamente caratterizzato l'uso dell'argine del fiume verso la città.”
Ovvero, tradotto dall'“architettese” in italiano: il canale artificiale Arcon è una pagina di storia di Bassano, in quanto testimonianza del sistema dei mulini che in passato funzionavano sulle sponde del Brenta, e in quanto tale non può sopportare l'intrusione di un nuovo “mulino” tecnologico per la produzione di energia idroelettrica.
Un punto di vista riguardo al quale, sotto il profilo sia paesaggistico che idraulico, ovviamente si oppongono i rappresentanti della ditta Belfiore '90 - Antonio Bortoli e Andrea Bortoli, affiancati dal progettista arch. Piercarlo Comacchio - che per la prima volta hanno convocato i giornalisti, per esporre dal vivo le loro ragioni, il giorno successivo alla conferenza stampa anti-centralina convocata da Italia Nostra. Un botta e risposta mediatico giustificato dall'imminenza dell'appuntamento cruciale per il progetto dell'impianto, il cui iter è partito ancora nell'ormai lontano anno 2000: come già spiegato infatti nel precedente articolo, dopodomani martedì16 giugno è in programma la Conferenza dei Servizi decisoria sul progetto della centralina presso la Regione Veneto.
L'intervento di via Pusterla si presenta al vaglio definitivo della Regione portando in dote la valutazione positiva deliberata in questi 15 anni da 15 diversi enti statali e regionali. Per contro, sulla fattibilità del progetto pesa il recente parere negativo, ora oggetto di revisione, emesso lo scorso 24 aprile dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio, secondo la quale “il progetto di riqualificazione delle sponde risulta inadeguato al sito per morfologia e composizione”.
A ciò si aggiunge il parere non vincolante del consiglio comunale di Bassano del Grappa che nella seduta dello scorso 4 giugno ha votato e approvato un pronunciamento negativo nei confronti del progetto della centralina, rovesciando ed azzerando l'approvazione deliberata il 3 ottobre 2013 dal consiglio comunale della precedente Amministrazione bassanese.
La qual cosa, indipendentemente dall'esito della Conferenza dei Servizi, ha di fatto decretato la rottura dei rapporti diplomatici tra i proponenti dell'impianto e il Comune di Bassano. La Belfiore '90 - a fronte del “no” deliberato dall'Amministrazione Poletto - sta infatti portando i remi in barca sulla questione delle compensazioni, che prevedono opere accessorie per 85mila euro e che, in caso di approvazione dell'opera, potrebbero essere drasticamente ridimensionate se non addirittura eliminate.
Il progetto complessivo, a compensazione dell'intervento, prevede infatti anche la pulizia e la sistemazione della attigua spiaggietta sul Brenta e la sua trasformazione in area attrezzata con l'inserimento di panchine in pietra, oltre alla realizzazione di una passerella di attraversamento del canale artificiale adeguata al transito delle persone disabili. Compensazioni che, come ammoniscono i promotori, potrebbero essere annullate e tolte dal progetto “a causa del comportamento di netta chiusura del Comune di Bassano”.
Il Comune di Bassano, da parte sua, resta al momento in posizione di attesa.
Non certo una novità, se si considera l'atteggiamento di attendismo che ha contraddistinto il primo anno dell'Amministrazione Poletto.
L'assessore alla Pianificazione urbana sostenibile Linda Munari, in dichiarazioni al Giornale di Vicenza, ha affermato che “prima di avanzare ulteriori valutazioni aspettiamo il parere della Conferenza dei Servizi”.
“Al momento - ha aggiunto l'assessore - non abbiamo previsto alcun ricorso amministrativo contro l'azienda, ma rimaniamo in attesa.” Di conseguenza l'Amministrazione “si riserva di adottare la strategia migliore per tutelare la città e i bassanesi da un impianto che ha un impatto su un'area di pregio storico, paesaggistico e ambientale”.
Onde per cui - qualunque sia l'esito della Conferenza dei Servizi - la centralina di via Pusterla sembra destinata a produrre, prima ancora che energia elettrica (1 milione di kilowatt/ora all'anno), un'ulteriore cascata di carte bollate.
Anche nel caso di un motivato e definitivo parere negativo della Soprintendenza in sede di Conferenza dei Servizi, che in base alla legge 7 agosto 1990 può generare un ricorso nientemeno che al Consiglio dei Ministri.
Ma l'eventuale ricorso - come precisano i rappresentanti di Belfiore '90 - non verrebbe attivato dalla ditta, ma è solo ed esclusivamente rimesso alla decisione della Regione Veneto.
E questo perché, come recita l'articolo 14-quater della legge (“Effetti del dissenso espresso nella Conferenza dei Servizi”): “Ove venga espresso motivato dissenso da parte di un'amministrazione preposta alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità, la questione, in attuazione e nel rispetto del principio di leale collaborazione e dell'articolo 120 della Costituzione, è rimessa dall'amministrazione procedente alla deliberazione del Consiglio dei Ministri, che si pronuncia entro sessanta giorni.”
Ed ecco che, in tal caso, la questione rimbalzerebbe da Palazzo Balbi a Venezia fino a Palazzo Chigi. Caro Renzi: beccati anche questa.

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