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Alessandro TichAlessandro Tich
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Viva Maria

“Maria Montessori: la fiducia nel bambino”. Ovvero come aiutare il bambino a fare da solo. L'attualità e modernità del metodo di educazione montessoriano in un seminario della Fondazione Pirani-Cremona a Bassano

Pubblicato il 11-04-2015
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Altro che pastrocchi e confusione. A vedere all'opera i bambini che frequentano l'asilo nido integrato montessoriano Girotondo (dai 12 ai 36 mesi) e la scuola dell'infanzia ovvero “casa dei bambini” montessoriana (dai 3 ai 6 anni) Don Cremona, della Fondazione Pirani-Cremona di Bassano del Grappa, si scopre come logica, coerenza e sistematicità facciano parte del bagaglio di competenze dei piccolissimi alunni della struttura.
Come tutti i bambini, del resto. Solo che il “Metodo Montessori” - diffuso in tutto il mondo e inventato dalla pedagogista e educatrice Maria Montessori - pone tali competenze alla base della stessa formazione educativa dei suoi baby-utenti. Mettendo al centro il bambino, nel pieno rispetto della sua libertà.
Il tutto sulla base del principio secondo il quale “il bambino stesso, muovendosi in uno spazio a sua completa misura, è il principale artefice della propria educazione”. Imponendo all'educatore “il compito principale di aiutare il bambino a fare da solo, preparando per lui un ambiente nel quale possa essere e agire secondo le proprie uniche ed irripetibili caratteristiche fisiche e psichiche”.

Il risultato è riassunto in un video, prodotto dai servizi educativi della Fondazione Pirani-Cremona, che mostra i pargoletti in azione durante un normale giorno di asilo nido o di scuola di infanzia.
Ed è davvero sorprendente, per i non addetti ai lavori, accorgersi come quelle manine svolgano operazioni che seguono un ordine, una sequenzialità e una ricerca di precisione di disarmante rigore. Non solo negli esercizi di creatività e manualità con gli oggetti e gli strumenti più disparati, ma anche nelle altre attività che i piccoli svolgono singolarmente e che quotidianamente faranno da grandi: come annaffiare e curare le piante, lavare una bambola dentro una bacinella come se fosse il loro bebè, pulire il vetro di una finestra, servirsi a tavola prelevando con il mestolo da una casseruola la loro porzione di pasta per metterla sul piatto, riporre il grembiule antimacchia sull'attaccapanni dopo aver terminato un compito con il cibo o coi colori.
E' l'applicazione educativa dell'impulso di “fare, provare, riparare, correggere un errore” che spinge i piccoli a “un continuo e ripetuto esercizio di intelligenza”, portandoli alla “concentrazione e ripetizione dell'esercizio”. Operazioni non fine a sé stesse, ma eseguite in relazione con l'ambiente circostante e con gli altri bambini, che sviluppano nelle giovanissime “menti assorbenti” impegnate nelle attività “il senso sociale di un lavoro in comunità”.
E brava Maria. Montessori, s'intende. Il suo metodo di “pedagogia scientifica applicata all'educazione infantile” viene messo in pratica esattamente da 20 anni dai servizi educativi del Cremona. E, in occasione della ricorrenza, l'attualità dell'approccio montessoriano alla formazione degli adulti di domani viene posta al centro del seminario di studi “Maria Montessori: la fiducia nel bambino”: evento celebrativo promosso dalla Fondazione Pirani-Cremona al teatro Remondini di Bassano. L'incontro è riservato a insegnanti, studenti, educatori e genitori e la sala è gremita in ogni ordine di posti, sia in platea che in galleria.
Una partecipazione di cui Benedetto Scoppola, presidente dell'Opera Nazionale Montessori, si stupisce positivamente. “E' la conferma - dichiara - di come la proposta Montessori sia di una bellezza e modernità straordinaria”.
Il video descritto poc'anzi, presentato dalla responsabile dei servizi educativi del Cremona Stefania Fabbro, viene proiettato in sala come introduzione alla tematica del seminario. Che dopo l'intervento degli educatori della Fondazione riguardante la loro esperienza (“Aiutami a fare da solo! Educare nel Nido Montessori e nella Casa dei bambini”) propone altre autorevoli testimonianze al riguardo.
Tre pedagogiste dell'Università di Padova - Giordana Merlo, Patrizia Zamperlin e Emanuela Toffano - tracciano la figura di Maria Montessori, concentrata sulle linee guida del suo insegnamento: la pedagogia scientifica, il confronto con i materiali, i diritti dei bambini.
La pedagogista Prisca Melucco, presidente dell'Associazione MontessoriInPratica, affronta invece il tema “Il bambino e l'ambiente: protagonisti assoluti”, ovvero l'inestricabile rapporto tra l'esecutore dell'attività da svolgere e gli stimoli che lo circondano.
“Psicomatematica e neuroscienze” è l'argomento illustrato dal presidente dell'Opera Nazionale Montessori Benedetto Scoppola, che getta luce sulle intuizioni della grande educatrice sull'apprendimento dei numeri e capacità di fare calcolo secondo le indicazioni della psicologia infantile.
Spazio anche alle testimonianze delle famiglie, con l'intervento del Comitato genitori Fondazione Pirani-Cremona (“Genitori alla ricerca di una scuola 'nuova'”), e al confronto con altre esperienze didattiche dello stesso filone (“Cambiare prospettiva: primi passi secondo i principi montessoriani) a cura di Luisa Gnesotto della scuola primaria “Cremona” di Bassano.
Il seminario al Remondini - arricchito anche dagli interventi degli studenti del Brocchi con letture e riflessioni - viene seguito, nel pomeriggio, nella sede di via Gobbi della Fondazione, da un workshop per educatori di nido e insegnanti di scuola dell'infanzia e biennio primaria intitolato “Promuovere l'autodisciplina”.
Una full immersion in quello che può essere considerato il principio cardine della scienza montessoriana, fondata sull'idea dell'autoeducazione dei bambini che, crescendo, si “costruiscono” seguendo un processo di maturazione interno che Maria Montessori chiama “maestro interiore”.
Un approccio pedagogico rivoluzionario ai suoi tempi, e meritorio di applicazione e approfondimento anche per i bambini del terzo millennio, completamente made in Italy. Merito di questa signora, il cui volto da nonnina rassicurante campeggiava sulla banconota da 1000 lire, che ha lasciato in eredità agli educatori di oggi un metodo universale dal valore inestimabile.

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