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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Minoranza silenziosa

Maggioranza bulgara e resistenza passiva. Clamoroso precedente in consiglio comunale a Bassano: le opposizioni in blocco contestano la “negazione di dialogo”, ritirando le mozioni e non partecipando alla discussione

Pubblicato il 31-01-2015
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“Fa più rumore una foresta che cresce che un albero che cade”.
La mette giù così, rovesciando i termini del noto aforisma cinese, il consigliere comunale di “Impegno per Bassano” Stefano Monegato.
Perché il clamoroso precedente messo in atto l'altra sera in consiglio comunale dall'intero fronte di minoranza non ha inteso generare il fragore di un tronco messo di traverso ai lavori consiliari, ma la dimostrazione collettiva di un crescente dissenso che è stata espressa - come specifica Monegato - “con un'azione equilibrata, tranquilla e silenziosa”.

Foto: archivio Bassanonet

E così, per la prima volta, è andato in scena lo “sciopero bianco” di tutti i gruppi consiliari di opposizione. Nove consiglieri alleati e allineati nella Große Koalition della resistenza passiva: Roberto Marin e Stefano Monegato di Impegno per Bassano, Federica Finco della coalizione di centrodestra, Tamara Bizzotto della Lega Nord, Mariano Scotton e Alessio Savona di Forza Italia, Dario Bernardi della coalizione Bassano Futura & C., Annamaria Conte del Movimento 5 Stelle e Andrea Zonta di Bassano ConGiunta-Breda per Bassano. Che hanno ritirato tutte le mozioni e non hanno partecipato alla discussione dei punti all'ordine del giorno, rimanendo deliberatamente in silenzio al loro posto.
La seduta consiliare, ridotta nel programma e senza dibattito in aula, è durata così in tutto solamente circa tre quarti d'ora: se non è record tra le assemblee-lampo, poco ci manca. Un tempo comunque necessario e sufficiente per scuotere il Palazzo.
All'origine del primo sit-in mai accaduto tra i banchi consiliari, la convergente contestazione delle minoranze su quella che le stesse additano come “negazione del dialogo” nei loro confronti da parte dell'attuale Amministrazione Poletto e della sua maggioranza. Tutto il contrario di quanto Poletto - in campagna elettorale - aveva promesso, in caso di vittoria, riguardo ai rapporti con le opposizioni.
Gli “aventiniani” accusano il governo cittadino di “dimostrare ben poca volontà di comunicare”; di rigettare sistematicamente proposte, emendamenti e mozioni presentate dalle opposizioni “salvo poi farle proprie” e quindi, in definitiva, di amministrare la città a scatola chiusa senza che le minoranze vengano coinvolte in un processo di condivisione e, soprattutto, di informazione.
“Non soffriamo di sindrome da minoranza - ha detto il portavoce dei dissidenti Roberto Marin -, ma vogliamo vedere gestita e valorizzata al meglio questa assemblea.”
E' quella che possiamo interpretare come una vera e propria accusa di maggioranza bulgara: non nei numeri, visto che chi ha vinto le elezioni ha il diritto e il dovere di governare, ma nel metodo.
“E' un atteggiamento che si trascina da mesi - ci dice Monegato -. Loro, alle nostre istanze, al 99% dicono di no. Salvo, due mesi dopo, farle loro: come la riaccensione delle luci dell'illuminazione pubblica notturna e i parcheggi gratuiti nel periodo prima di Natale.” “Noi - aggiunge il consigliere di minoranza - non sappiamo niente, come nel caso del bando per il nuovo comandante dei vigili e del bando ad hoc, per il quale sta già circolando un nome come nel caso dei vigili, per il nuovo direttore di Operaestate. E i premi Città di Bassano li abbiamo saputi dai social network. In consiglio comunale non se ne parla mai.”
In questo modo - lamentano i gruppi di minoranza - viene svuotato il ruolo del consigliere di opposizione, che ha il compito istituzionale, in democrazia, di controllare e partecipare agli atti dell'Amministrazione di cui è parte.
Da qui la decisione, giovedì sera, di tirare tutti assieme i remi in barca. Che è stata tutto, fuorché un'azione di protesta scaturita all'ultimo minuto.
“Volevamo farla prima di Natale - rivela Monegato -. Ma Natale non era il periodo più adatto e abbiamo rinviato a gennaio. Siamo stati d'accordo tutti quanti, partecipando a un consiglio in cui abbiamo ritirato interpellanze e mozioni e ci siamo astenuti dalla discussione, per evidenziare la mancanze di questa maggioranza. Ma non abbiamo interrotto i lavori. Loro erano in 12, senza di noi non ci sarebbe stato il numero legale. Il consiglio è iniziato alle 18.30 ed è finito alle 19.20, appena 50 minuti.”
“In maggioranza - conclude l'esponente di Impegno per Bassano - ci sono consiglieri giovani ancora inesperti, in minoranza ci sono quattro candidati sindaco e altri consiglieri di provata esperienza che possono dare un importante contributo al confronto costruttivo sui temi amministrativi. Sindaco e maggioranza continuano a parlare di “condivisione e apertura”. Mi dicano dov'è.”
Da parte sua il sindaco Riccardo Poletto, che ha trasmesso al riguardo un comunicato stampa alle redazioni, afferma che “in consiglio comunale abbiamo assistito ad una serie di comportamenti da parte dei consiglieri comunali di minoranza a dir poco contraddittori”.
“Scegliere di non prendere parte alla discussione e di ritirare le mozioni presentati in nome di una presunta mancanza di dialogo - dichiara il primo cittadino - è stata una scelta che trovo irrispettosa della sede istituzionale dove ci trovavamo, oltre che paradossale: per dialogare si deve essere in due, ma loro hanno scelto di togliersi la parola. Perché, poi? Per il mancato coinvolgimento nella scelta dei premiati di San Bassiano? Diversi consiglieri di minoranza hanno avuto la possibilità di amministrare la città negli anni scorsi e dovrebbero conoscere la prassi che abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto ed abbiamo seguito: raccolte numerose segnalazioni da parte di maggioranza, minoranza, associazioni e semplici cittadini, le abbiamo vagliate, abbiamo scelto in sede di giunta e abbiamo comunicato i vincitori a tutti contemporaneamente attraverso i mezzi di comunicazione e il nostro sito internet.”
“Quanto al confronto e al dialogo, che si possa sempre migliorare è vero - prosegue Poletto -, ma ricordo che questa Amministrazione ha dato spazio alle minoranze votando emendamenti e mozioni da loro proposti, cosa che sarebbe avvenuta anche ieri sera se ce ne fosse stata la possibilità, e che il consigliere di minoranza Andrea Zonta è stato nominato come rappresentante di tutta la città in seno al Bacino Imbrifero Montano. Inoltre, anche se è vero che nella pubblica amministrazione contano gli atti, è innegabile prassi quotidiana che tra tutti i consiglieri ci si incontri, ci si confronti e si analizzino le soluzioni migliori per il bene della città.” “Per me anche questo è dialogo - conclude il sindaco - e la mia porta continuerà ad essere aperta per tutti coloro che vorranno contribuire al confronto in maniera costruttiva.”
Puro Poletto-style: all'insegna del volemose bene.
Ma il governo della città non è solo Riccardo Poletto, benché il sindaco ne rappresenti l'inequivocabile front-man. C'è tutto un fronte di maggioranza, ancora ben saldo e compatto, a sua volta egemonizzato dal partito di maggioranza relativa che da solo conta più consiglieri dell'intero fronte di opposizione e che può disporre - numeri alla mano - del bello e del cattivo tempo. E' in questo ambito che, probabilmente, bisogna lavorare per evitare che parole come “apertura”, “dialogo” e “condivisione” vengano relegate al ruolo di sterile proclama. Facendo correre il serio rischio che il resto della legislatura, ancora in fase di rodaggio, si appiattisca sul rapporto di forza tra una maggioranza bulgara e una minoranza silenziosa.

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