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Tribunale, i fatti e le chiacchiere

Una raccolta firme e la discesa a Roma martedì prossimo: il Comitato spontaneo per la difesa del Tribunale di Bassano si rimbocca le maniche. Mentre la politica, sullo stesso argomento, si rincorre a parole

Pubblicato il 20-07-2012
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Renzo MasoloElena Pavan

Non è finita finché non è finita. Prosegue a ritmo serrato la raccolta delle firme promossa dal Comitato spontaneo per la salvaguardia del Tribunale e della Procura di Bassano del Grappa contro l'annunciata chiusura del palazzo di giustizia cittadino. Fino a ieri, come ci conferma la segreteria dell'Ordine degli Avvocati di Bassano, le firme raccolte nel banchetto allestito tutte le mattine in piazza Libertà sono state circa 1800. Ma non si tratta della cifra totale delle firme raccolte, perché non tiene ancora conto degli altri moduli di sottoscrizione diffusi nei negozi e nei locali pubblici.
Intanto il tempo stringe: le firme per la petizione saranno raccolte fino al 29 luglio, anche con l'ausilio di un secondo gazebo che sarà allestito in centro in collaborazione con l'Ordine dei Dottori Commercialisti, ma martedì prossimo 24 luglio sarà già ora di presentarle a Roma dove è in programma la protesta del “Comitato Organizzatore Manifestazioni contro la Soppressione dei Tribunali Minori” a sua volta inserita nella manifestazione indetta dai sindaci dell'ANCI contro la Revisione della Spesa.
Il tempo stringe, anche perché il decreto definitivo sul taglio dei Tribunali e sulla revisione della geografia giudiziaria potrebbe essere licenziato dal governo molto prima di quanto non si pensi: addirittura - come riferito da fonti romane al sindaco di Bassano Stefano Cimatti - la prossima settimana.

Il banchetto per la raccolta delle firme del Comitato spontaneo per la salvaguardia del Tribunale di Bassano, questa mattina in piazza Libertà (foto Alessandro Tich)

Non mancherebbe tanto, insomma, al fatidico momento in cui verremo a sapere, definitivamente, di quale morte dovremo morire dal punto di vista dei servizi giudiziari. Ma la lobby degli avvocati - la più presente e la più interessata al mantenimento delle strutture della giustizia ai piedi del Grappa - non demorde e tramite il Comitato spontaneo, tra le cui fila sono confluite molte toghe cittadine, si rimbocca attivamente le maniche per tentare il miracolo ai tempi supplementari.
Anche il sindaco Cimatti, ultimamente, sulla questione del Tribunale è particolarmente attivo: ha affidato il suo pensiero ad un video-messaggio pubblicato sul sito web del Comune e ha compiuto un “blitz” a Venezia - di cui abbiamo scritto alcuni giorni fa - per parlare del problema all'incontro stampa della giunta regionale, ottenendo oltremodo l'appoggio del governatore Luca Zaia, che ha preso spunto dal “caso Bassano” per criticare duramente i criteri e l'impostazione della spending review.
Ed è stato questo, in realtà, l'anello di congiunzione tra le iniziative concrete che si stanno tentando per salvare il salvabile e le tante parole che in queste stesse ore si stanno sprecando sull'argomento: ovvero tra i fatti e le chiacchiere.
A rompere il ghiaccio, come noto, è stata l'inedita accoppiata Elena Donazzan-Nicola Finco che all'intervento di Cimatti in conferenza stampa a Venezia (assieme al “portavoce” della Provincia Dino Secco e all'avvocato e consigliere comunale Antonio Mauro) hanno dedicato un duro commento, ma concentrato nei soli confronti del primo cittadino: i due rappresentanti in Regione di Pdl e Lega si sono sentiti esclusi da quella che hanno definito “l'azione da solista” di Cimatti e se ne sono risentiti.
Il sindaco di Bassano, al riguardo, non replica. “Non rispondo alle polemiche” - ci dice, facendoci capire che non è il momento per farlo. Semmai dopo, con la decisione definitiva del governo e a carte totalmente scoperte, potrà esserci il momento della replica eventuale.
Ma la sortita dell'assessore e del consigliere regionale ha aperto a sua volta un fronte di parole a catena. Su tutti, l'intervento del giovane segretario dell'UDC di Bassano del Grappa Matteo Bizzotto, che riguardo a Donazzan e Finco dichiara: “No a primedonne nella difesa del Tribunale di Bassano del Grappa”.
“Quello che stupisce - afferma Bizzotto in un comunicato - è la pretesa di avere primogeniture o precedenze nella rappresentanza del territorio.” “Per ruolo istituzionale - è ancora un passo della nota UDC - il sindaco è rappresentante di tutti i cittadini bassanesi. Cerchiamo allora di non sollevare polemiche inutili su precedenze nei ruoli, tipiche di un vecchio modo di fare politica, e continuiamo a lavorare tutti uniti a tutela del nostro Tribunale a fianco del sindaco Cimatti.”
Ci sono poi le parole istituzionali, quelle pronunciate dai rappresentanti eletti dal popolo nelle sedi deputate. Che però, anche in questo caso, si sono rivelate solo parole. E' il caso dell'on. Manuela Lanzarin, deputato della Lega Nord, che l'altroieri in aula a Montecitorio ha presentato un'interrogazione a risposta immediata al ministro della Giustizia Severino, “per chiarire quali sono le valutazioni alla base delle scelte compiute relativamente al decreto di riordino della geografia giudiziaria e se alla base di queste scelte sono state verificate le possibili conseguenze.”
All'onorevole rosatese ha risposto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dino Piero Giarda che ha liquidato l'argomento “con un intervento di prassi - commenta Lanzarin - che per nulla ha approfondito i criteri adottati giustificando come la scelta sia arrivata dopo i lavori di un gruppo di studio che ha valutato i criteri oggettivi, alla quale è seguito il progetto di riorganizzazione approvato nel decreto del 6 luglio che risponde, a parere del governo, in modo oggettivo a tali criteri.”
Politichese allo stato puro: sul destino del Tribunale di Bassano la politica si rincorre a parole, ma che almeno siano comprensibili!

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