Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Primo piano
Pubblicato il 04-03-2017
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Se il problema del Bassano è l’aver perso convinzione nel fare le cose, a causa dello scadimento nei risultati che si è riflesso sulla qualità delle prestazioni, allora Bertotto sembra l’uomo giusto. A sentirlo esprimere in conferenza stampa gli stessi concetti, la stessa filosofia, d Luca D’Angelo diventa lampante uno dei motivi per i quali i vertici di via Piave l’hanno scelto. L’ex storico capitano dell’Udinese non ha perso nemmeno un po’ del carisma e della mentalità che lo hanno contraddistinto nella sua carriera. Bertotto punta in alto e il concetto «mezze misure» non fanno parte del suo bagaglio personale. La scommessa, che è sicuro di vincere, è di trasmettere il proprio dna vincente ai calciatori, rivitalizzarli laddove ne hanno più bisogno: «Il Bassano deve avere voglia di rimettermi in marcia – spiega il neo allenatore – i ragazzi sono consapevoli dell’importanza della partita, abbiamo lavorato molto anche se solo da pochi giorni. Con il Mantova ricerchiamo intensità, organizzazione e la giusta serenità per tornare a fare ciò che facevano piuttosto bene». Uno dei motivi principali dello scadimento nei risultati sono stati i grossi problemi che hanno investito il centrocampo: «Non esiste che una squadra sia così condizionata da un solo reparto. La squadra è una e se le cose vanno male o bene è colpa o merito di tutti. Le assenze? Ho grande stima de giocatori che alleno, nessuno escluso, chi mi dimostra voglia e predisposizione al sacrificio sarà tenuto in grande considerazione». Le sensazioni prima del debutto sono buone: «Sono sereno, confido nelle certezza delle idee e nel successo nel riuscire a trasmetterle. Ho a disposizione un’ottima base di lavoro, giocatori all’altezza e un ambiente ideale. Per arrivare ai risultati dobbiamo lavorare forte sui nostri concetti». Bertotto è atteso da un battesimo del fuoco: «Il Mantova è una squadra vera, in netta crescita di prestazioni e risultati. In ogni caso noi dobbiamo determinare la partita, a prescindere dall'avversario. Qualcuno dei miei è giù di morale? Chi fa il calciatore deve non solo allenarsi bene e preoccuparsi di spingere al massimo ma anche possedere la capacità di lasciarsi scivolare addosso critiche e difficoltà. E poi c'è l'allenatore che ha un ruolo principale. Cosa mi piaceva particolarmente del Bassano di D’Angelo? La forza nel riuscire a comandare e determinare le partite. Le difficoltà che sono subentrate sono quindi soprattutto mentali».
Valerio Bertotto, 44 anni, si prepara al debutto sulla panchina del Soccer Team, domenica ore 16:30 al Mercante