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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
La vittoria che manca
La squadra giallorossa non ha ancora centrato due vittorie consecutive e in trasferta ha un rendimento inferiore rispetto al Mercante. Mantova è l’occasione per migliorare il trend in esterna. D’Angelo: «Non cambieremo la nostra identità»
Pubblicato il 14-10-2016
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Una cosa è pacifica. Per dare valore all’eccelso successo sul Pordenone i giallorossi devono fare di tutto, ma proprio di tutto, per espugnare Mantova. Due vittorie consecutive gli uomini di D’Angelo non le hanno ancora messe in fila e per chi ha l’ambizione di tenere il ritmo delle migliori la continuità di vittorie non è certo un aspetto secondario. Inoltre va evidenziato come lontano dallo stadio cittadino il BV abbia ottenuto una sola vittoria in quattro partite. Il tecnico giallorosso e la sua squadra lo sanno, come sanno che i tre punti vanno sudati: «Loro recuperano tanti giocatori – spiega il trainer – e al completo hanno vinto a San Benedetto del Tronto e fermato il Venezia. Quindi non sono un avversario da prendere sottogamba, anzi proprio il contrario. Se mi aspetto dal Mantova una partita chiusa come quella disputata contro di noi dal Modena? Non so come Prina stia preparando il confronto di sabato sera. Ad intuito però direi di no, probabilmente giocheranno con la difesa a tre e tre punte, non credo imposteranno una gara totalmente difensiva. Anche perché d’ordinanza difendono bene, è in attacco che faticano di più guardando i numeri». Il Bassano contro il Pordenone ha testato con successo un sistema di gioco alternativo. Il rombo di centrocampo ha consentito di schierare contemporaneamente cinque giocatori offensivi oltre che favorire l’inserimento per vie centrali finalizzato anche a battere a rete dalla lunga distanza. Un’alternativa importante che però D’Angelo ritiene appunto un’alternativa rispetto al modulo base che rimane il 4-4-2: «E’ vero che il modulo con il trequartista favorisce le conclusioni per vie centrali ma non è la panacea per ogni occasione. Contro il Pordenone era il sistema che ho ritenuto ideale, come poi si è rivelato sul campo, perché potevamo piazzare un uomo davanti alla difesa e disturbare la costruzione del loro gioco. Diciamo quindi quasi più una scelta conservativa bilanciata dall’avere in campo giocatori con caratteristiche più offensive. In ogni caso la nostra idea non cambierà. Vogliamo gestire la partita e creare tante occasioni da rete. Nel qual caso ci trovassimo di fronte una squadra che difende con tanti uomini e il baricentro basso dovremmo trovare le adeguate ed efficaci contromisure».
foto Giorgio Zen
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