Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 22-07-2025
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Cara Polizia Locale, per pochi mesi ancora dell’Unione Montana del Bassanese e dal prossimo 1 gennaio del Comune di Bassano del Grappa, potresti cortesemente dislocare qualche agente in giro per il Veneto?
C’è traffico in centro: serve qualcuno che regoli i flussi agli incroci, intasati dalle grandi manovre per le prossime elezioni regionali previste in autunno.
Già: perché se da una parte il centrodestra sta cercando la quadra per allearsi sull’ancora non deciso aspirante successore di Sua Governità Luca Zaia e, dall’altra parte, il centrosinistra sta cercando di elaborare una proposta di larghe intese sul proprio candidato governatore designato Giovanni Manildo, al centro - che comunque propende a svolgere il ruolo di area moderata della coalizione di centrodestra - si sta verificando un certo affollamento in via di definizione.
La conferenza stampa di Noi Moderati e Libertà Popolare a Padova
La notizia che adorna il centrotavola della politica veneta è la seguente: in vista proprio delle imminenti elezioni regionali Noi Moderati, il partito presieduto da Maurizio Lupi, ha stretto un accordo con Libertà Popolare Veneto, associazione politica di cui è vicepresidente l’highlander bassanese dell’universo post democristiano Luigi D’Agrò.
Un’intesa che ha vissuto il suo momento di consacrazione pubblica in una conferenza stampa tenutasi sabato scorso 19 luglio all’Hotel Four Points di Padova, con gli interventi del presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi, della capogruppo al Senato di Noi Moderati Mariastella Gelmini (che secondo fonti bene informate è stata la regista dell’accordo politico), del responsabile organizzativo nazionale di Noi Moderati Alessandro Colucci ed ancora, per Libertà Popolare, del presidente Raffaele Bazzoni, del vice Luigi D’Agrò e di Luciano Falcier.
Tutti e tre, questi ultimi, nomi noti del Veneto democristiano dei tempi di Moby Dick (quello della Balena Bianca) prima dell’avvento di Forza Italia e dell’UDC, con incarichi da assessori nelle giunte regionali del Veneto degli anni che furono e, per quanto riguarda D’Agrò e Falcier, eletti in passato anche in Parlamento.
In questo festival del nuovo che avanza, l’associazione Libertà Popolare Veneto ha scelto quindi di incamminarsi verso il voto regionale in compagnia del partito di Lupi.
È qui che si sta congestionando il traffico al centro, a cui si aggiungono quelle che saranno le probabili liste dell’UDC del sempiterno Antonio De Poli, eletto nei giorni scorsi nuovo segretario nazionale del partito.
Secondo le sacre scritture dell’accordo programmatico raggiunto, Libertà Popolare contribuirà alla formazione delle liste per le regionali, che esprimeranno pertanto candidati attinti dai due rispettivi “bacini di utenza”.
Da una parte abbiamo quindi il partito di Noi Moderati che si è strutturato nel Veneto e che nella recente stagione dei congressi ha eletto i propri coordinatori provinciali (per la Provincia di Vicenza il coordinatore è Chiara Senni).
Dall’altra un’associazione politica a cui fanno riferimento liste civiche di impostazione riformista e realtà del volontariato cattolico.
Ne nasce un mix di riformismo moderato, condito da un revival di aneliti scudocrociati.
Post Scriptum
Il vostro umile cronista non può non notare che Luigi D’Agrò esce nuovamente e per l’ennesima volta allo scoperto, ma non più con l’impegnativo simbolo della Democrazia Cristiana.
Vale a dire quella DC che al primo turno delle amministrative 2024 a Bassano del Grappa - con la lista da lui formata e benedetta - aveva raggranellato uno striminzito 1,87% dei consensi e che pur tuttavia, essendo salita sul carro giusto e cioè quello di Nicola Finco, oggi esprime un assessore in giunta comunale, Alessandro Campagnolo, proprio quello della Polizia Locale evocata all’inizio di questo articolo.
Al di là dell’esponente della giunta di via Matteotti, tuttavia, di quella lista e di quella esperienza politica si sono già da un anno perse le tracce, segnale inequivocabile di un progetto che, scomparso dai radar del presente, sembra anche non avere un futuro.
Per questo D’Agrò oggi si presenta con il simbolo meno gravoso di Libertà Popolare, apre le danze di una nuova alleanza politica nel gran calderone del centro e balla con Lupi.