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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

MaB guarda un po’

La Biosfera degli altri. Dal Lago Maggiore, in Provincia di Varese, un esempio del saper creare consapevolezza tra la popolazione sull’appartenenza al territorio di una Riserva MaB UNESCO

Pubblicato il 02-04-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Oggi, egregi lettori, vi parlo di una delle innumerevoli meraviglie disseminate lungo il nostro Bel Paese.
Si tratta dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso.
È davvero una visione mozzafiato: fondato nel XII secolo, l’Eremo è stato costruito a strapiombo su una parete rocciosa della sponda lombarda del Lago Maggiore, in provincia di Varese.

Foto Alessandro Tich

Dal piazzale sovrastante che ospita la biglietteria si scende una scalinata di 268 gradini da cui già si gode il panorama del grande lago e poi si arriva in questo luogo da fiaba: dopo le prime sale del Convento con antichi affreschi, si attraversa il belvedere e poi ancora un sottoportico per raggiungere la Chiesa, luogo di spiritualità della Fraternità Francescana di Betania, composta da frati e sorelle.
La Fraternità è arrivata a vivere nell’Eremo nel 2019, ridando nuova vita alla antica struttura monastica e il visitatore bassanese non può non pensare al Convento di San Sebastiano al Margnan, dove invece i frati Cappuccini se ne sono andati lasciandolo forzatamente al suo destino.
Questo luogo incantevole si trova in Comune di Leggiuno: un nome noto a chi appartiene alla mia generazione e da ragazzino faceva la collezione delle figurine dei calciatori degli album Panini come il paese natale di Gigi Riva, il grandissimo “Rombo di Tuono” come lo soprannominò Gianni Brera.
L’Eremo di Santa Caterina del Sasso è stata la mia meta di Pasqua e, per quanto non ci siano stati rombi di tuono, comunque pioveva come in tutto il resto del nord Italia.
Ma la pioggia non mi ha impedito di godere di un momento di Grande Bellezza.
Perché ne scrivo su Bassanonet? Perché l’Eremo si trova all’interno del territorio di una Riserva della Biosfera MaB UNESCO.
Non lo sapevo ma ne ho avuto informazione grazie a un semplice volantino che era disponibile sul banco della biglietteria.

Sapete bene, se siete nostri fedeli lettori, che anche noi facciamo parte di una Riserva della Biosfera MaB UNESCO, quella del Monte Grappa, e che si tratta di un argomento di cui mi sono più volte occupato, trattandosi di un vero e proprio “oggetto misterioso” del nostro territorio.
Misterioso nel senso di assente dal senso comune della gente che vive nei 25 Comuni di tre Province, tra i quali Bassano del Grappa, del comprensorio coinvolto, nonostante la nomina a Riserva della Biosfera sia stata ufficializzata dalla Commissione MaB (Man and the Biosphere) dell’UNESCO ancora nel settembre del 2021.
Ma ritorniamo per un attimo sulla riva lombarda del Lago Maggiore.
Il volantino in questione, con la foto dell’Eremo, mette in evidenza la scritta “MaB - Man and the Biosphere, UNESCO Area” e presenta anche una mappa in miniatura del territorio interessato con l’indicazione del punto in cui ci si trova.
Sul retro, si legge che l’Eremo di Santa Caterina del Sasso “fa parte dell’area MaB “Ticino Val Grande Verbano” riconosciuta Riserva della Biosfera dell’UNESCO nel 2018, quale ampliamento della Riserva Valle del Ticino”.
“La Riserva - si legge ancora - si estende su oltre 332.000 ettari tra Lombardia e Piemonte fino al confine svizzero, includendo la valle fluviale del Ticino, il Lago Maggiore, il Parco Nazionale della Val Grande e il Parco Regionale del Campo dei Fiori.”
“Il sito - conclude il testo - comprende vari ecosistemi ed è caratterizzato da paesaggi rurali tradizionali, con pascoli, campi di mais e marcite, ossia colture pratensi irrigate anche in inverno con l’acqua delle risorgive. Il territorio possiede una ricca diversità di animali e di vegetazione.”
Et voilà: in poche righe sono stato introdotto nella Biosfera degli altri e reso consapevole della rilevanza ambientale, oltre all’importanza storica, di questo angolo di paradiso terrestre.
E, come me, tante e tante altre persone che di quella Biosfera fanno anche parte.
Si pensi che nel solo 2022 l’Eremo di Santa Caterina del Sasso ha fatto registrare oltre 147mila ingressi, comprese le circa 25mila gratuità riservate soprattutto agli abitanti del paese.
È quindi un piccolo ma significativo esempio del saper creare consapevolezza tra la popolazione residente sull’appartenenza al territorio di una Riserva dell’UNESCO.

In conclusione, ritorniamo a casa nostra e cioè in riva al Brenta e ai piedi del Grappa.
Dopo tre anni, io sinceramente devo ancora vedere un dépliant turistico che, come quello dell’Eremo sul Lago Maggiore, ricorda che ci troviamo dentro una Riserva della Biosfera dell’UNESCO e fornisce le informazioni essenziali al riguardo.
Devo ancora sentire, tra i propositi anticipati di tutti i candidati sindaci di Bassano del Grappa, un benché minimo accenno al riguardo nel campo dei programmi per la promozione del territorio.
Nel nuovo sito turistico comprensoriale bassanoedintorni.it, presentato pubblicamente lo scorso 27 marzo e da quel giorno online, è inesistente qualsiasi collegamento con la Riserva MaB UNESCO del Monte Grappa di cui alcuni Comuni di “Bassano e dintorni”, nonché della stessa Unione Montana del Bassanese che ha promosso il sito, fanno parte.
In altri termini, e come ho già avuto modo di intitolare in un altro articolo, quella del Monte Grappa rimane ancora una Riserva della Boh-sfera.
Ciò non vuol dire che il “board” che gestisce la Riserva e che fa riferimento all’IPA Terre di Asolo e Monte Grappa non stia facendo nulla.
Continua infatti l’attività dei cosiddetti “tavoli tematici” e periodicamente viene promosso anche qualche concorso per l’ideazione di progetti sul territorio della Biosfera, rivolti in primo luogo ai residenti under 35.
Proprio il prossimo 6 aprile, in sala Chilesotti a Bassano, è in programma l’evento di presentazione dei risultati dei progetti finanziati attraverso i bandi B_HUB e degli esiti del ciclo di incontri dedicati ai giovani.
È già qualcosa, ma si tratta sempre di attività limitate e circoscritte ai tavoli medesimi senza avere ancora una reale ricaduta a diffusione sulla cittadinanza.
Sono tutte iniziative rinchiuse in una grande bolla di sapone che veleggia nell’aria sopra le nostre teste, ancora incapace di scoppiare per irrorarci di benefiche gocce di consapevolezza, di identità e di senso di appartenenza all’area della Biosfera.
Al momento, quindi, non mi resta che occuparmi dei volantini degli altri.
MaB guarda un po’.

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