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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

No Marini, No Party

Il resoconto del vostro umile cronista sulla cerimonia di San Bassiano, con spruzzata di pepe finale

Pubblicato il 20-01-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

“Non ti invidio per tutto quello che dovrai scrivere”. Così mi dice un assessore comunale mentre usciamo dalla sala-teatro Jacopo Da Ponte a cerimonia conclusa.
È vero: ad ogni cerimonia di San Bassiano, che dura circa un paio d’ore, vengono pronunciate delle Cascate del Niagara di parole e il rischio, nel riportare l’evento, è quello di scrivere un capitolo infinito, in stile “Guerra e Pace” di Tolstoj.
Per questo motivo, pur già sapendo che questo sarà comunque e come sempre un articolo piuttosto lungo, mi atterrò ai dettami del prezioso MSG: Manuale del Sintetico Giornalista.

Sindaco Pavan e assessore Cabion con il gruppo dei premiati (foto Alessandro Tich)

Nel giorno del Santo Patrono si ripete, immutabile, il rito di sempre.
L’assessore alla Cultura in carica che traccia il bilancio delle attività culturali nell’anno precedente, il direttore pro tempore dei Musei Civici che presenta le donazioni al Museo da parte di alcuni munifici cittadini, il sindaco in carica che illustra i progetti e i programmi per la città da realizzare nell’anno da poco iniziato.
Tenendo oltretutto conto che questo è l’ultimo San Bassiano della attuale amministrazione e che a partire dal prossimo giugno, chiunque sia il nuovo sindaco, progetti e programmi dovranno essere resettati.
Tra i sindaci del comprensorio seduti nelle prime file in platea c’è anche il primo cittadino di Cartigliano Germano Racchella, anch’egli in scadenza, tra i nomi più chiacchierati nel gioco di società del toto-candidato sindaco di Bassano per il centrodestra. Qualcuno gli fa la battuta: “Hai già preparato il discorso per San Bassiano dell’anno prossimo?”.
Poi, come gran finale, la liturgia dei premi conferiti ai benemeriti della città.
Siete pronti per un’overdose, per quanto ristretta, di autoreferenzialità alla bassanese?
Bene, possiamo partire.

Attività museale, Biblioteca, Operaestate Festival, turismo: sono i quattro filoni dell’intervento dell’assessore alla Cultura Giovannella Cabion.
Ovvero: “Molti sono stati gli obiettivi che ci siamo posti e che abbiamo raggiunto nell’anno appena trascorso, un anno di intenso lavoro che ci ha visti impegnati nella realizzazione di tante importanti iniziative di tutela e valorizzazione del nostro ricco patrimonio artistico.”
2023 “iniziato nel migliore dei modi” con la mostra di Canova che ha chiuso i battenti il 12 marzo con quasi 82.000 visitatori, “primo tassello di un ambizioso progetto di ammodernamento del nostro istituto museale”.
E ancora la mostra dedicata a Jacopo Bassano e alla sua famiglia, quella delle foto di Dorothea Lange che ha superato i 16.000 visitatori, la prossima mostra di incisioni restaurate “Rinascimento in bianco e nero” che aprirà il 2 marzo, il progetto “Hephaestus” per la valorizzazione del patrimonio della ceramica e soprattutto l’acquisto del “Ritratto di uomo in armi” di Jacopo Bassano che “dimostra la convinzione e la determinazione di questa amministrazione di andare oltre gli eventi fini a sé stessi per costruire invece qualcosa di duraturo, investendo gli utili della cultura per generare nuova cultura”.
Tra gli appunti del mio bloc notes: “Il turismo a Bassano è cultura è qualità della vita: il 2023 è stato un anno ricco di successi che ci hanno posizionato a livelli internazionali. I dati 2023 sugli arrivi confermano l’attrattività di Bassano, frutto di un grande lavoro strategico di coordinamento, promozione e programmazione di eventi e mostre”.
Immancabile, in conclusione, l’accenno dell’assessore Cabion ai giovani:
“Ricordo che c’è una “cultura sospesa” che vogliamo affrontare: i giovani spesso la cercano nel web, nei social. Noi lavoriamo per farla incontrare per le vie di questa città, nei suoi luoghi simbolo, nella generatività di questo territorio.”
Firmato: Giovannella.com.

Degno di nota, nell’intervento della dirigente dell’Area Cultura e Museo del Comune Barbara Guidi, l’annuncio del perfezionamento della donazione Gerolimetto: l’archivio professionale del fotografo Premio Cultura Città di Bassano da qualche settimana è ufficialmente parte del patrimonio civico e grazie al Rotary Club Bassano è stato possibile avviare un imponente progetto di catalogazione informatizzata dell’archivio stesso e “porre le basi per la futura organizzazione di un archivio fotografico digitalizzato del Museo Civico”.
Riguardo al riallestimento del Museo Civico, è stato il frutto “del grande lavoro di squadra che è stato compiuto a tempo di record per consegnare un Museo adeguato agli standard nazionali e internazionali, degno delle straordinarie collezioni che conserva, accessibile e godibile da tutti grazie ai nuovi apparati testuali e orientativi, un centro di produzione di iniziative ed eventi culturali di ampio respiro e di rilevanza nazionale”.
Nel 2023 i Musei Civici hanno realizzato un centinaio tra restauri e manutenzioni, 5 pubblicazioni, oltre 760 incontri e laboratori per scuole e famiglie, 23 prestiti di opere d’arte e ancora cicli di incontri e conferenze.
La parte conclusiva del discorso della direttrice è una compilation di ringraziamenti:
all’amministrazione comunale, a tutto lo staff del Museo, della Biblioteca e dell’Archivio, agli erogatori e sponsor e a tutti gli altri uffici e persone del settore “anche per la stima e la fiducia accordatemi in occasione del conferimento di questo secondo e più oneroso incarico in qualità di dirigente dell’Area Cultura, felice e onorata di essere rimasta con voi a Bassano del Grappa”.

Segue quindi, come da scaletta, il discorso del sindaco Elena Pavan.
So benissimo che è la parte di questo reportage che attendete di più.
Ma - visti i tanti temi di attualità cittadina toccati - sarebbe un peccato comprimerlo o ridurlo all’osso per motivi di spazio, anche perché merita una trattazione, per così dire, particolare. Me ne occuperò pertanto nel mio prossimo articolo.
E allora squillino le trombe e rullino le tastiere per i premiati di San Bassiano di quest’anno.
Menzione d’onore, innanzitutto, per i premiati per le tesi di laurea: Caterina Lunardon, Università degli Studi di Padova (Premio Virgilio Chini), Alessandro Galvanetti, Università degli Studi Ca’ Foscari di Venezia (Premio tesi di laurea riguardanti Bassano del Grappa ed il Bassanese), Elisa Trento, Università degli Studi di Trento (Premio Valentino Baccin).
Poi il premio “Un gesto per la città”, assegnato quest’anno a Marco Fioravanzo, maestro di tennis col pallino della beneficenza, prezioso sostenitore dell’Associazione Oncologica San Bassiano onlus, che ritira il riconoscimento indossando una maglietta con la scritta “Fare del bene fa stare bene” sotto la giacca.
È quindi il turno dei quattro premi San Bassiano.
Apre la serie il Monastero dell’Invenzione della Santa Croce di Campese, che compie quest’anno 900 anni, rappresentato dal parroco Don Massimo Valente.
Poi il Bassano Rally Racing, organizzatore del Rally Città di Bassano del Grappa, sul palco con il presidente Narciso Paccagnella e col vicepresidente Paolo Grandesso.
Riconoscimento della città anche per Otello Fabris, instancabile appassionato, cultore e divulgatore delle tradizioni locali, tra le altre cose anche anima e fondatore di realtà come la Compagnia dei Canevaroli, del Macaronicorum Ristoratorum Baxanensium Collegium, della rassegna “A tavola con Merlin Cocai” e dell’Associazione Amici di Merlin Cocai.
Quarto premio San Bassiano per Fabio Campagnolo, imprenditore di rilievo internazionale che coniuga il suo impegno professionale all’impegno sociale, culturale e sportivo nella comunità bassanese. “Un mecenate contemporaneo e un filantropo riservato”, come recita la motivazione.
Arriva il momento del Premio Città di Bassano del Grappa, conferito a Sergio Martinelli, sindaco di Bassano dal 1975 al 1980, con ruoli di amministratore pubblico svolti per 40 anni nella nostra città. “Attivo nell’associazionismo cattolico - si legge nella motivazione -, ha collaborato alla fondazione del Comune dei Giovani, dimostrandosi guida e punto di riferimento per generazioni di ragazzi, e della Scuola di Cultura Cattolica, realtà oggi conosciuta a livello internazionale.”
E poi…e poi arriva la parte più interessante, riguardo ai premiati, per il mio bloc notes.

Come annunciato, il Premio Cultura Città di Bassano del Grappa va a Paola Marini, storica dell’arte, docente e direttore di musei di fama internazionale, che ha iniziato la sua brillante carriera proprio come direttore del Museo Civico di Bassano e che oggi fa parte del Comitato Scientifico del Museo stesso.
La premiata ripercorre la storia del suo rapporto con Bassano:
“Una città che accoglie una sconosciuta trentenne e le affida con fiducia il suo patrimonio più prezioso. Una giovane museologa, di tanta buona volontà ma non di grandissima esperienza, che viene sfidata da questa situazione, che si impegna al massimo e riesce, con collaborazioni importanti, sia di tutta la città, di studiosi, di amministratori, a far risuonare il patrimonio di Bassano in campo nazionale ed internazionale.”
Mentre oggi “un’amministrazione consente ad una vecchia museologa, possiamo dire, di sentirsi ancora utile e di poter restituire a una città una piccola parte di quel tantissimo che ha ricevuto da Bassano” e “le dà anche un compito, le dà da fare una parte importante della pubblicazione dell’epistolario canoviano”.
“La Convenzione di Faro, che l’Italia ha messo quasi tanto tempo quanto metterà a sottoscrivere il MES, se mai lo farà, ci parla di “comunità patrimoniali” - afferma la dottoressa Marini, applaudita -. Bassano è un esempio vivente di una comunità patrimoniale che ha il diritto di godere del suo patrimonio in tutte le sue forme, ma anche il dovere di occuparsene con grande coscienza. Quindi idealmente questo premio passa dalle mie mani alle mani di tutta la città.”
Ricorda il suo predecessore Fernando Rigon, da cui ha avuto “un’educazione speciale per un anno”: “Un direttore che mi portava la mattina fuori Bassano, al pomeriggio in Museo e la sera nelle case dei bassanesi.”
Poi rammenta anche altre persone, come i sindaci Toni Basso e Gianni Tasca per cui ha lavorato, “straordinarie figure di riferimento come Beppe Nardini, senza il quale non avremmo avuto la mostra di Jacopo Bassano, e Boso Roi”, collaboratori in Museo come Carlo Compostella ed Elide Bellotti.
Ed è qui che arriva la signorile stilettata che non ti aspetti.
Ovvero nel momento in cui Paola Marini, suscitando un altro applauso spontaneo dalla platea, ricorda i presidenti dell’Associazione Amici dei Musei con cui ha avuto a che fare, Oscar Ganzina e Maurizio Sammartini, “di cui si spera di rivedere rinnovato l’esempio”.
È la spruzzata di pepe sul menù del San Bassiano 2024.

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