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Dalla Russia con fervore.
Assume contorni internazionali la performance dell’artista di Marostica Marco Chiurato all’inaugurazione della mostra Messe - Contemporary Art Experience, avvenuta lo scorso 25 marzo nella chiesa di San Giovanni in piazza Libertà a Bassano, su organizzazione dell’associazione Dif.fusione88.
E la cosa, in sé, ha dell’incredibile.
Marco Chiurato all’inaugurazione di Messe (foto Alessandro Tich)
Come si ricorderà, avendolo già scritto nel mio precedente articolo “Ite, Messe est”, Chiurato è comparso alla cerimonia inaugurale vestito da cosmonauta sovietico, con tanto di tuta e di casco spaziale con la sigla CCCP e di un messaggio luminoso appeso alla cintura - chiaro riferimento all’attualità di oggi - con la scritta “Meglio nello spazio che a Kiev”.
Tale messaggio luminoso non è visibile nella foto a mezzobusto che ho pubblicato sopra ma si vede molto bene nelle due foto pubblicate in calce a questo articolo, una delle quali immortala chi vi scrive assieme al “cosmonauta Kiuratov”, come l’ho ribattezzato.
La sorpresa per l’inaugurazione della mostra riservata da Chiurato, non nuovo alle provocazioni artistiche, era collegata all’opera-installazione esibita in Messe, da lui “presentata” ma realizzata dall’artista e sua collaboratrice Lumino, costituita da tre missili costruiti con i lumini di chiesa.
“Tre missili - spiega la presentazione dell’opera nel catalogo di Messe - realizzati con lumini dai molteplici colori luminosi, fuochi d’artificio per una festa abusiva fuori-tempo. Pronti al lancio. Con un’offerta libera, i fedeli possono accendere una candela-missile contro la guerra.”
Ma il messaggio pacifista o comunque anti-bellico dello Yuri Gagarin della Pedemontana non è piaciuto a qualcuno. E che qualcuno.
Merito - o colpa - della stampa online, che attraverso i canali infiniti e imprevedibili del web può arrivare ovunque, anche dove meno te lo aspetti. Vuole infatti il caso che per un meccanismo di condivisioni che non potremo mai ricostruire, il mio articolo sull’inaugurazione di Messe sia finito sul Pc o sul telefonino di qualche addetto diplomatico dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, in via Gaeta a Roma. Che si mescola, pertanto, tra le oltre 8.300 letture raggiunte dall’articolo “Ite, Messe est” mentre sto scrivendo. Il che equivale a dire che la performance del cosmonauta di Marostica che preferisce farsi lanciare nello spazio piuttosto che andare a combattere in Ucraina è un “fatto noto” anche al Cremlino.
Ne scrivo - e mai avrei pensato di doverlo scrivere - perché l’Ambasciata russa in Italia ha trasmesso oggi a Bassanonet una nota di protesta, nella forma di una lettera aperta al direttore, nella quale la rappresentanza diplomatica della Russia controbatte alla provocazione di Chiurato e ne stigmatizza “l’immagine distorta e fuorviante”.
Non è la prima volta che la rappresentanza di Mosca nel nostro Paese replica a un articolo pubblicato su una testata giornalistica italiana, ma è certamente la prima volta in cui interviene in replica a una notizia di attualità locale, i cui riflessi avrebbero dovuto rimanere confinati entro i limiti del nostro comprensorio bassanese.
Come dire: l’organizzazione di Messe ha giocato con la roulette russa ed è partito un colpo.
Sarà mia cura controreplicare all’Ambasciata della Federazione Russa in Italia in un mio prossimo editoriale, e anzi una circostanziata controreplica sarà quanto mai necessaria, ma prima è doveroso rendere note le considerazioni dei rappresentanti diplomatici di Mosca su quanto accaduto a Bassano, come dal testo che segue:
LETTERA APERTA DELL’AMBASCIATA DELLA FEDERAZIONE RUSSA IN ITALIA
AL DIRETTORE DI BASSANONET
Gentile Direttore,
abbiamo letto con stupore e con un po’ di disgusto il Suo articolo relativo all’inaugurazione della mostra Messe e all’intervento dell’artista Marco Chiurato “vestito da cosmonauta sovietico alla Yuri Gagarin”, come ha scritto Lei.
Dal momento che ha ritenuto ammissibile concedere spazio nella testata online da Lei diretta a questa estemporanea esibizione di protagonismo anti-russo, non possiamo non esprimere la nostra vibrata disapprovazione per quanto accaduto e da Lei riportato.
Nello stesso articolo Lei informa, mostrandoci anche la foto, che in mostra c’è un’opera di Chiurato / Lumino composta di missili realizzati con i lumini.
Citiamo un passo dal Suo articolo: “Accendendo i lumini che formano i missili di Marchio Chiurato / Lumino partecipiamo alla guerra anche noi?”.
Riteniamo che non sia per noi dignitoso discutere con l’autore o gli autori di questa “opera”, intrisa di un rancore e pregiudizio non celato per la Russia contemporanea e il suo popolo. Vorremmo tuttavia richiamare l’attenzione della redazione del Suo giornale online su quanto segue.
In questo momento storico è quanto mai inopportuno fornire un’immagine distorta e fuorviante, con provocazioni di qualsiasi tipo, dello scenario geopolitico che riguarda i legittimi interessi della Federazione Russa.
Proprio ieri 31 marzo, come informato nei nostri canali social, è stato pubblicato il testo del Concetto di politica estera della Federazione Russa, approvato con Decreto del Presidente della Federazione Russa. Nel testo, tra le altre cose, si stabilisce che “La Russia non si considera nemica dell'Occidente, non si isola da esso, non ha intenzioni ostili nei suoi confronti, confida che l’Occidente si renda conto dell'inutilità dello scontro con la Russia, accetti le realtà multipolari e torni col tempo a interagire sulla base dei principi dell’uguaglianza sovrana e del rispetto degli interessi”.
Per questo motivo, signor Direttore, la cosiddetta performance di un artista che interviene all’inaugurazione di una mostra esibendo il messaggio “Meglio nello spazio che a Kiev” costituisce un atto di ostile ed inutile provocazione, indipendentemente da dove essa venga svolta.
Diffondere questo messaggio distorto tra la “folla”, come ha scritto Lei, intervenuta all’inaugurazione e amplificarlo ulteriormente attraverso i media online non aiuta a far comprendere all’opinione pubblica l’opportunità della ripartenza delle nostre relazioni diplomatiche e fomenta il sentimento russofobico nella società italiana.
Non è con queste esternazioni di dubbio gusto, fatte per il solo gusto di “sorprendere” fine a sé stesso, che si favorisce il clima di un’auspicata ripresa del dialogo della Federazione Russa con l’Italia e con tutto l’Occidente.
Chiediamo, signor Direttore, di considerare il nostro punto di vista che riflette quello della stragrande maggioranza dei cittadini della Russia contemporanea.
Ambasciata della Federazione Russa in Italia
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