Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 13-02-2011
Visto 4.221 volte
Suona un fischietto: è il segnale convenzionato. Segue un minuto di generale silenzio.
Poi la speaker, al microfono, intona la frase “Se non ora, quando?” e tutti rispondono “Adesso!”.
E' il momento clou di “Se non ora, quando?”, la giornata di mobilitazione popolare che vede anche Piazza Libertà a Bassano tra le oltre 230 piazze italiane coinvolte nella grande kermesse “per la dignità delle donne”, promossa a livello nazionale dal movimento spontaneo dei comitati per alzare la voce e soprattutto la testa contro il “modello Ruby” che sta degradando la vita pubblica, e non solo politica, del Paese.
Uno dei tanti interventi dei partecipanti a "Se non ora, quando?" a Bassano
E' una sorta - anche se sui generis - di “freeze flash mob”: azione collettiva preordinata che si svolge nello stesso momento in più località. Lo stesso minuto di silenzio e le stesse frasi, anche se in momenti diversi, saranno ripetute in tutte le altre piazze italiane coinvolte nell'evento.
Nel gazebo del Comitato Bassanese “Se non ora quando” i partecipanti firmano la petizione a sostegno dell'iniziativa. Gli organizzatori ritagliano dai volantini il logo della manifestazione, che con un po' di nastro adesivo si trasforma in pin da attaccare sulla giacca o sul cappotto. Tutt'attorno è steso un doppio filo da bucato, dove sono appesi dei fogli con pensieri, frasi e aforismi ispirati ai temi della giornata.
Ci sono anche dei fogli A4 con su scritto “cercasi rispetto” e “cercasi dignità”. In molte - e in molti - se li appendono attorno al collo per diffondere il messaggio in modo ancora più evidente.
“In Italia - leggiamo nel volantino della manifestazione - la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.”
“Tante - afferma ancora il manifesto - sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che - va ricordato nel 150esimo dell'unità d'Italia - hanno costruito la nazione democratica.”
“Questa ricca e varia esperienza di vita - è ancora un passo del testo diffuso per l'occasione - è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.”
Per tutta la mattinata, dalle 10.30 fino a circa mezzogiorno, il basamento della colonna col Leone di San Marco diventa un frequentato “speakers' corner”.
Donne e uomini - di diverse età, professione ed estrazione sociale - salgono sul primo gradino del monumento e leggono poesie, brani letterari, riflessioni, testimonianze personali. Un fiume in piena di pensieri che prende spunto dagli scandali dell'“Italia del Rubygate” ma si allarga molto spesso a considerazioni più profonde sui problemi della condizione femminile - dal mondo del lavoro fino all'immagine della donna imposta in televisione - che fanno gridare “basta” a chi ha ancora un briciolo di orgoglio per la dignità di questo Paese.
Gli interventi, sottolineati da frequenti applausi, si susseguono in un clima di civile e partecipata indignazione. Nessun eccesso, nessun incidente e - soprattutto - nessuna bandiera, se non quella tricolore. La manifestazione trasversale doveva essere, e trasversale è stata.
Era da tempo, a Bassano, che la gente comune non parlava apertamente e pubblicamente in strada. E Piazza Libertà, oggi, ha fatto onore al suo nome.