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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Pontecitorio

La politica si accorge del Ponte. L'on. Racchella (Lega) presenta un'interrogazione al governo e ne chiede il commissariamento urgente. Solo pochi giorni fa un'analoga iniziativa dell'on. Bond (Forza Italia)

Pubblicato il 21-09-2018
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Dacci oggi il nostro Ponte quotidiano. Come mai faremmo, egregi lettori, senza gli aggiornamenti su questa infinita vicenda senza aggiornamenti?
Mentre continua infatti la fase di stallo degli interventi sul monumento in attesa che i lavori di somma urgenza sulla terza e quarta stilata trovino il loro urgente esecutore e che la INCO Srl apponga la sua firma sul contratto di appalto, le notizie sulla Pontenovela continuano comunque a richiamare l'attenzione. Ma non sono notizie riguardanti il merito del progetto di restauro, per il quale finora non si è mosso chiodo, bensì relative alle azioni “circostanti” al problema, tendenti a puntare il dito sulla situazione del momento e a percorrere le vie istituzionali per salvare il salvabile.
L'ultima in ordine di tempo è un'iniziativa del deputato della Lega Germano Racchella, che ha trasmesso in data odierna un'interrogazione al ministro dei Beni e Attività culturali e del Turismo Alberto Bonisoli e al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. Il parlamentare bassanese chiede ai responsabili dei due dicasteri (compreso quel Ministero dei Beni culturali che ha stanziato un contributo di 3 milioni di euro proprio per il restauro e consolidamento del Ponte di Bassano) di “valutare l’opportunità di nominare urgentemente un Commissario Straordinario, con ampi poteri, che possa predisporre un progetto di variante compatibile con l’importanza del monumento palladiano”. È la frase conclusiva di un'interrogazione che ripercorre, a beneficio degli uffici ministeriali, quella che lo stesso onorevole leghista definisce una “complicata/assurda vicenda”.

Foto Alessandro Tich

“Ad oggi - sottolinea Racchella in un comunicato trasmesso in redazione - i lavori sono completamente fermi col rischio di totale chiusura al transito pedonale del Ponte per gravi pregiudizi alla stabilità, gravissime ripercussioni all’immagine della Città e alla sopravvivenza delle diverse attività economiche collegate. Una vicenda tecnico-amministrativa tanto complicata quanto assurda che si trascina da tanti, troppi anni con costi elevati di denaro pubblico.” “Uno stallo inaccettabile: il Ponte degli Alpini ha urgente bisogno di lavori restauro e consolidamento e, comunque, non merita tutto questo - aggiunge il deputato -. Non a caso mi sto attivando anche per farlo riconoscere come monumento nazionale.”
“Risulta all’interrogante - si legge nel testo dell'atto parlamentare - che comitati di cittadini hanno più volte presentato richieste di intervento governativo ai fini del restauro del Ponte Vecchio di Bassano, presentato esposti agli organi giudiziari e all’ANAC rimasti però inascoltati, numerosi servizi televisivi e stampa nazionale hanno più volte illustrato la complicata situazione tecnico-amministrativa e il perdurante stallo dei lavori.” “L'Amministrazione comunale - prosegue l'interrogazione - ha sempre difeso il proprio operato e, da quanto descritto sui media e dagli atti, si appresta ad affidare sempre per somma urgenza ulteriori lavori di consolidamento con impiego di oltre 350.000 euro giustificati dal rischio crollo.”
Racchella rammenta ai due ministri che “in quasi tre anni l'Amministrazione ha impegnato/speso oltre 2,8 milioni di Euro in incarichi tecnici/legali, lavori di somma urgenza, monitoraggi ecc., di cui circa 900.000 erogati dal MIBACT a fronte di lavori eseguiti/liquidati per circa 60.000 euro”. La qual cosa, secondo l'interrogante, dimostrerebbe che il Comune “non è in grado di gestire la situazione”.
Ce n'è anche per il subentro nell'appalto. “L'Amministrazione comunale - afferma il parlamentare della Lega - si appresterebbe ad affidare nuovo appalto lavori alla ditta seconda classificata nella gara del dicembre 2015 (...), ma la situazione sembra molto complessa sia per le richieste anche di questa impresa di modifiche al progetto, sia perché ancora non esistono le condizioni per affidare l’incarico nel rispetto del Codice dei contratti pubblici non essendoci totale e piena disponibilità delle aree di cantiere.”
Da qui la conclusione tranchant dell'interrogazione, con la richiesta della nomina urgente di un “Commissario Straordinario, con ampi poteri”.

Dopo una oggettiva latitanza, la politica “nazionale” sembra dunque essersi accorta di un problema, come quello del Ponte, riferito alle vicissitudini di un monumento la cui rilevanza storica e valore simbolico travalicano certamente i ristretti confini della città che lo ospita. Nei giorni scorsi l'on. Dario Bond, deputato bellunese di Forza Italia, è nuovamente intervenuto sulla questione anticipando gli argomenti di Racchella: interrogando, cioè, a sua volta, il ministro dei Beni e attività culturali a cui chiede “quali iniziative intenda adottare per salvaguardare il Ponte di Bassano del Grappa, bene culturale fra i più noti e caratteristici del Nord Italia” e anticipando che chiederà al governo “di commissariare l'opera, che va considerata come strategica”.
Si è fatta improvvisamente viva, a riguardo del Ponte Vecchio, anche la senatrice bassanese del Movimento 5 Stelle Barbara Guidolin che pure nei giorni scorsi ha diffuso un comunicato nel quale dichiara che “il Ponte degli Alpini è vittima della politica, che ragiona solo sui consensi”. “Da tempo seguo le vicissitudini dei lavori di ristrutturazione e restauro del Ponte degli Alpini - spiega la Guidolin -. Dalla data della mia elezione ho ascoltato comitati e cittadini preoccupati per le sorti del Ponte, ma non ho mai ricevuto una telefonata da parte dell’Amministrazione bassanese per un confronto sul tema”.
Proprio nella politica locale la senatrice identifica uno dei grandi mali del simbolo della città. “L’impressione - ammette la parlamentare pentastellata - è che il nostro amato Ponte sia prima di tutto vittima di quella politica che non vuole tornare sui suoi passi e ammettere di avere fatto degli errori per non perdere consensi.”
“Non mi riferisco solo ai bandi di gara per l’affidamento dei lavori - ribadisce l’esponente del Movimento 5 Stelle -, ma anche alla progettazione, che in questi ultimi mesi ha fatto emergere delle lacune.” “Ben vengano i lavori di somma urgenza se servono a salvare il Ponte dal crollo - conclude Barbara Guidolin -, ma invito l’Amministrazione a rivedere tutto l’iter procedurale.”
In tutto questo rinascimento d'interesse sui destini del Ponte presso i nostri rappresentanti a Roma manca ancora una cosa: le risposte del governo.
Sia Racchella che Bond, infatti, hanno presentato un'interrogazione sui ritardi e sullo stallo dei lavori del Ponte per la seconda volta, non essendo ancora arrivata dalle stanze governative una replica degna di tale nome. A quanto pare, qualcosa avverrà a breve termine: la richiesta di Bond è stata presentata con la modalità del question time e la risposta del governo sarà data in commissione entro un paio di settimane.
L'unico rischio, in questo palleggio di interrogazioni e risposte, è che si anneghi in un mare di parole mentre il Ponte di Bassano - così come allertato dalle motivazioni di somma urgenza dell'Amministrazione comunale - rischia di annegare alla prima brentana che si spera non verrà. Qui Pontecitorio, a voi la linea.

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