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Vardanega on Ice
A proposito della comunicazione in consiglio comunale del sindaco Poletto, secondo la quale l'impresa appaltatrice voleva “congelare le acque del Brenta” al posto delle ture
Pubblicato il 25-05-2018
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E anche questa mi è toccato sentire. Nell'incredibile dibattito sul Ponte di ieri sera in consiglio comunale, di cui diamo resoconto nel nostro articolo precedente, alla richiesta del presidente dell'assemblea civica Carlo Ferraro di iniziare la discussione dopo la presentazione dell'ordine del giorno, letto in aula dalla consigliera della Lega Tamara Bizzotto, ci ha pensato il sindaco Riccardo Poletto a rompere il ghiaccio. E lo ha fatto nel senso letterale del termine. L'intervento introduttivo del sindaco - primo di una serie fino ai “cinque minuti finali” imposti dalla nuova norma del regolamento - ha sciorinato un elenco delle principali inadempienze che la “Stazione Appaltante” (il Comune) imputa all'appaltatore al quale ha rescisso in danno il contratto.
Tra queste, come ha affermato Poletto, vi è anche la circostanza che “la ditta si è sbizzarrita molto, senza lesinare creatività, nel proporre di volta in volta soluzioni diverse” rispetto a quanto previsto dal progetto esecutivo. Una storia dal sapore fantasy, così come presentata dal sindaco, che riguarda anche “le proposte per la messa in asciutta del fiume”. “È stata ventilata all'inizio, nella prima parte del 2017 - ha rivelato il primo cittadino, riferendosi alle proposte della ditta di Possagno -, la possibilità di congelare il letto, le acque del fiume, potendoci camminare sopra. Non ho ben capito all'epoca come si sarebbe potuto fare.”
Poi l'intervento è andato avanti, toccando altri punti, e di questa cosa di Vardanega on Ice in consiglio comunale non si è più parlato. Certo che, nel modo in cui questa “soluzione alternativa” alla costruzione delle ture di cantiere è stata riferita, il sindaco che ha rotto il ghiaccio ha lasciato di ghiaccio anche chi lo stava ascoltando.

Foto Alessandro Tich
Pensate un po': il Brenta trasformato in una pista di pattinaggio, sulla quale ci si può “camminare sopra” mentre le stilate vengono riparate. Mi sono già immaginato il fiume gelato anche nella finestra estiva, operai che camminano sopra il fiume in una versione freezer del Lago di Tiberiade, i turisti che corrono a fotografare il ghiaccio di agosto e magari anche Carolina Kostner che si esibisce per la cerimonia inaugurale del Ponte restaurato. Per la serie “Ho visto cose...” che qui a Bassano non finisce mai di sorprendere.
In realtà il sindaco non l'ha detta tutta e non l'ha detta bene.
Non si è trattato infatti di un'idea “creativa” dell'esecutore dei lavori per far allestire idealmente il Mercatino di Natale tutto l'anno sopra il fiume, bensì di un'ipotesi esistente nella pratica, presa in considerazione all'epoca dall'impresa - come anche la successiva proposta degli scatolari a sud del Ponte con accesso da via Macello - per evitare la costruzione delle ture di cantiere, sulle quali la Vardanega, come si evince anche dalla ben nota relazione critica sul progetto dei suoi consulenti del 20 aprile 2017, non ha mai nascosto la propria contrarietà.
“Si tratta di una tecnica - spiega a Bassanonet il titolare dell'impresa Giannantonio Vardanega - che prevede di ghiacciare le acque attorno alle stilate tramite degli appositi aghi, con un “jet grouting” abbinato a questa glaciazione.” Il “jet grouting” è un'operazione che, per spiegarlo in poche parole povere, inietta del materiale sotto il terreno.
In questo caso, si produce un “getto estensivo” che sul “fazzoletto di letto” prosciugato per congelamento, come spiega sempre l'ex appaltatore, “tappa la ghiaia e realizza un fondo che crea un perimetro di barriera”.
“È un'ipotesi che avevamo preso in considerazione - conferma Vardanega -, ma sarebbe costata una montagna di soldi in consumo di energia elettrica, salva comunque l'approvazione del Genio Civile.” “Avevamo quindi proposto la soluzione degli scatolari - conclude l'imprenditore - ma non c'è stato verso: ci hanno detto “avanti come da progetto” e quindi con le ture alte più di 4 metri dall'alveo alla cima.”
Che delusione: l'immagine del “Brenta congelato”, come i grandi fiumi del Nord Europa negli inverni più freddi, mi si è sgretolata in un attimo. Niente foto dei turisti del gelo d'estate e niente Carolina Kostner all'inaugurazione: solo una tecnica di “messa in asciutta” limitata ai pochi metri quadrati di fiume appresso la stilata.
Comunque sia, un po' di brividi sono assicurati: nel già contrastato rapporto tra il Comune di Bassano del Grappa e la Nico Vardanega Costruzioni, che dall'area di cantiere si trasferirà in un'aula di tribunale, è ufficialmente iniziata l'Era Glaciale.
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