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La protesta del cuore

Animata conferenza stampa di bilancio della mobilitazione dei commercianti in centro storico. Il presidente Chenet: “La categoria ama infinitamente la propria città, e oggi lo abbiamo dimostrato”

Pubblicato il 21-03-2013
Visto 4.106 volte

“Ho messo la mia testa sul vassoio, e rischiavo di lasciarcela”.
La frase storica di Luca Maria Chenet, presidente di Confcommercio Bassano, fa scattare l'applauso di tutti i presenti.
Il presidente di categoria è un fiume in piena mentre interviene alla conferenza stampa on the road convocata alle 11.30 al presidio di via Verci, per tracciare il bilancio della mobilitazione che ha portato alla chiusura del 90% degli esercizi pubblici e commerciali del centro storico, in concomitanza col mercato settimanale del giovedì.

Applausi alla conferenza stampa in via Verci (foto Alessandro Tich)

Più che una conferenza stampa, in realtà, si tratta di un'assemblea spontanea dei partecipanti alla manifestazione: tutti assiepati, e particolarmente carichi per il buon esito dell'iniziativa, nel giro di pochi metri quadrati.
Chenet ha buone ragioni per essere il più carico di tutti: l'operazione “Cuore della Città” è stata infatti una scommessa, sposata in toto dai vertici della Confcommercio cittadina, che sulla carta poteva anche tradursi in un clamoroso flop. Così però non è stato: e il pressante lavoro ai fianchi messo in moto nei giorni scorsi dai promotori della manifestazione nei confronti dei colleghi più indecisi ha generato alla fine un'adesione quasi totale.
“Chi ha aderito - incalza il presidente - ha capito che l'unione è molto più della somma. Siamo un gruppo forte e compatto. La categoria ama infinitamente la propria città, e oggi lo abbiamo dimostrato.”
Le affermazioni di Chenet sono sottolineate da un continuo susseguirsi di applausi, soprattutto quando elenca alcuni dei problemi che riguardano il centro storico: “Mancano bagni pubblici, che vengono sostituiti dai bagni dei nostri bar. Ogni sciacquone sono 6/8 litri d'acqua, e si riversa sulle tariffe dell'acqua pagate dai baristi. Siamo una città turistica, e non c'è un cartello che indichi dov'è il Ponte di Bassano. Stiamo dialogando col Comune per promuovere un tavolo di confronto tra domanda e offerta per calmierare gli affitti. Si sono 138 negozi chiusi, di cui 24 solo quest'anno: vogliamo utilizzare le vetrine vuote come vetrine per le aziende dell'area locale, che sono le nostre eccellenze. Con l'Amministrazione vorremmo realizzare un marketing mix per la città. E diciamo “sì” alla sosta mordi-e-fuggi gratuita per 20 minuti. La città per essere governata deve essere vissuta, e non frequentata.”
E' ormai standing ovation, e un sempre più scatenato Chenet - rispetto alle scelte del Comune in materia di accesso al centro storico - si lancia verso i massimi sistemi: “L'Amministrazione dice: facciamo questo perché lo abbiamo detto nel programma elettorale. Ma la Chiesa, con le dimissioni di Papa Ratzinger, ci ha dimostrato che è possibile cambiare la tradizione di 700 anni. I tempi cambiano, tornare sui propri passi è un gesto di intelligenza.”
Spunta alla fine anche la parola tabù: ZTL. “Per la ZTL poniamo tre condizioni: dalle ore 21 e non dalle 19; l'allestimento dei display luminosi nei varchi di accesso e la lotta alla sosta selvaggia. I vigili urbani dopo le 21 escono a multare chi fa sosta selvaggia.”
Particolarmente entusiasta è anche la vicepresidente Teresa Cadore, che prima di rileggere il comunicato stampa che ricorda i motivi della mobilitazione chiede “un applauso ai bar che hanno aderito”. Applauso che, pochi secondi dopo, si estende a tutti i negozi partecipanti alla protesta, indistintamente.
Non mancano, in mezzo alla piccola folla, anche i politici: spuntano Mara Bizzotto e Luciano Todaro della Lega, l'ex sindaco Gianpaolo Bizzotto e il capogruppo Stefano Monegato del Pdl. C'è anche Serena Dalla Valle, attivissima capo-segreteria dell'assessore regionale Elena Donazzan.
Ma, per una volta tanto, i politici fanno da contorno. Il piatto forte della giornata è l'unità d'intenti dei commercianti in prima linea, accorsi al capezzale del centro storico per cercare di rianimarne il cuore. Non potranno farlo da soli e sarà necessario riaprire il dialogo con l'Amministrazione comunale: sempre che il Palazzo non decida a sua volta di chiudere la saracinesca.

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