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Firmate Fratres

“Salviamo i frati a Bassano”: Elena Donazzan e Sandro Venzo coinvolgono sindaci e categorie economiche e lanciano una raccolta firme per scongiurare la chiusura del convento dei Frati Cappuccini al Margnan

Pubblicato il 04-01-2023
Visto 9.323 volte

Firmate Fratres.
È il momento di apporre la propria firma per esprimere la vicinanza ai Frati Cappuccini e tentare di scongiurare la chiusura del loro convento al Margnan.
È l’appello lanciato dall’assessore regionale Elena Donazzan e dal presidente del mandamento di Bassano di Confartigianato Vicenza Sandro Venzo, esteso dagli stessi rispettivamente ai sindaci del territorio e alle categorie economiche.

I sindaci firmano la petizione (foto Alessandro Tich)

Ci sono tutti o quasi, alla conferenza stampa convocata da Donazzan e Venzo sul sagrato della chiesa di San Sebastiano. Unico assente giustificato Germano Racchella, sindaco di Cartigliano, gli altri primi cittadini intervengono di persona o, come nel caso di Rosà, attraverso un loro delegato. Sono presenti anche le associazioni di categoria, rappresentate oltre a Venzo da Lorena Piazza per Apindustria Confimi, da Guido Zonta per Coldiretti e da Flavio Convento (mai cognome fu più appropriato per un’occasione come questa) per Confesercenti.
Tutti insieme appassionatamente per fare quadrato attorno ai frati e al loro convento sul quale pende - come anticipato ieri dal mio articolo “Ultimo Capitolo” - la prospettiva di un’imminente chiusura, che sarà decisa dal Capitolo dell’Ordine dei Frati Cappuccini Minori nelle prossime settimane. Ovvero nel mese di marzo, come ho già scritto.
Ma c’è anche chi dice che la decisione sarà presa già a febbraio oppure ad aprile: si accettano scommesse.
La raccolta delle firme è partita ufficialmente in concomitanza con la conferenza stampa, a margine della quale i sindaci, i rappresentanti delle categorie e le altre persone presenti hanno firmato sui fogli predisposti da Donazzan e Venzo.
L’iniziativa proseguirà anche su altri canali: con le firme raccolte fuori dalle messe, con una petizione online sulla piattaforma change.org e con la raccolta delle firme nei Comuni del territorio promossa dai rispettivi sindaci. Da oggi è attivo su Facebook anche il nuovo gruppo “Salviamo i frati a Bassano”, promosso sempre dalla coppia D&V.
“Sono gradite - ha scritto la Donazzan in veste di amministratore della pagina - anche testimonianze sul vostro legame con questo storico presidio della Fede tanto amato dai bassanesi.”
Testimonianze e adesioni che saranno raccolte obbligatoriamente in questi giorni, facendo anche presto: martedì prossimo Elena Donazzan porterà infatti le firme ad un incontro fissato a Mestre con il Padre superiore provinciale dell’Ordine dei Cappuccini (la Provincia religiosa dell’Ordine denominata “Santa Croce” comprende l’intero Triveneto), il vicentino Fra Roberto Tadiello. L’obiettivo è quello di convincere il superiore circa l’importanza di mantenere la presenza dei frati a Bassano.
“Io sono una fedele di questa chiesa - esordisce la Donazzan davanti a San Sebastiano -. Non intervengo qui come assessore regionale, ma come una persona che viene qui a pregare. Abbiamo bisogno di far sentire l’affetto del territorio ai frati e di farlo sentire a chi deve decidere.” “Lanciamo l’appello: non chiudete Bassano - prosegue -. Dobbiamo partire con una grande mobilitazione per questo luogo che non è solo di Bassano, ma dell’intero territorio.” “I frati non sono qui con noi perché non possono, loro pregano già per noi - aggiunge l’esponente della giunta veneta -. Sono i custodi dei contenuti di una chiesa, senza contenuti questo luogo non ha più senso.”

“Ansia e paura”. Con queste parole Paolo Nosadini, nella sua veste di ricercatore storico, riassume i sentimenti provati alla notizia del rischio di chiusura del convento.
“Il convento non è di Bassano, è del territorio, qui vengono a messa persone da Cismon a Fontaniva - afferma -. È parte integrante della storia della città, non solo dal punto di vista urbanistico ma anche spirituale.” “Non è solo un sentimento religioso che verrà a mancare, ma anche un sentimento storico e culturale - continua Nosadini -. Questo luogo ha un contenuto artistico e culturale straordinario, il Museo, la Farmacia, la Biblioteca. Senza frati questo sito non ha senso.”
“Ci scontriamo con la realtà - conclude il già consigliere comunale -. I frati sono anziani e non ci sono più vocazioni. Non saremo noi “laici” a decidere, ma all’interno di questo posto devono esserci i religiosi.”
Il presidente di Confartigianato Sandro Venzo conferma come l’iniziativa sia sorta dopo il ricorrente “tam tam” di voci girate in città sull’assai possibile destino del complesso religioso. “Non è questione di vocazioni e non è un problema economico - dichiara -, vogliamo far capire che la città e il territorio vogliono i frati a Bassano.”
“A me padre Lanfranco ha detto di questa evenienza durante l’incontro per gli auguri natalizi”, rivela il sindaco Elena Pavan riferendosi al Padre Custode del convento.
“Mi sono subito allarmata per questa notizia - aggiunge -. Abbiamo invitato il cardinale Parolin a visitare la mostra di Canova, la mia segreteria sta attendendo la risposta. In quella occasione gli porremo all’attenzione questa circostanza.”
“Qui si celebrano due messe al giorno - continua Elena Pavan -. C’è la mensa per il pasto ai bisognosi. Un servizio che non si è fermato neanche durante il periodo del Covid e che negli ultimi mesi è aumentato considerevolmente. Questo è un luogo di accoglienza, inclusione e sostegno alla nostra comunità a 360 gradi.”

Tutti gli altri sindaci e i rappresentanti di categoria presenti vengono quindi invitati ad esprimere il proprio pensiero sull’importanza del convento per il comprensorio.
A cominciare dall’ex sindaco di Bassano Gianpaolo Bizzotto che ricorda - non unico - il suo attaccamento a questo luogo già da bambino e auspica per la questione in corso “una vicinanza tra la parte religiosa e parte civile”.
Seguono le testimonianze, tutte sullo stesso tono, dei sindaci di Rossano Veneto Morena Martini, di Romano d’Ezzelino Simone Bontorin, di Valbrenta Luca Ferazzoli, di Cassola Aldo Maroso, di Pove del Grappa Francesco Dalmonte e di Solagna Stefano Bertoncello, oltre alla consigliera comunale di Rosà Federica Zonta.
In particolare Ferazzoli e Bertoncello sottolineano come problemi del genere siano già sorti in Vallata, con la chiusura dei conventi delle suore e di altre congregazioni religiose.
“Sono perdite irrecuperabili per la comunità - afferma Ferazzoli -, bisogna far sentire l’intensità del rapporto con i frati perché purtroppo indietro non si torna.”
Parlano anche i già citati referenti delle associazioni di categoria, a cui fa seguito l’intervento di Martino Molini, terziario francescano. “La perdita dei frati per la città e per noi volontari terziari sarebbe un dramma - sono le sue parole -. Senza i frati Bassano non sarà più la Bassano di prima. E pensiamo alle persone che si rivolgono alla mensa dei bisognosi: dove andrà questa gente?”.
C’è anche un “vicino di casa” del convento di San Sebastiano: è Giuseppe Aquila, amministratore delegato della Elmo & Montegrappa, la cui sede è ubicata pochi passi più in là. Il quale, ricordando il suo genitore Gianfranco Aquila scomparso l’anno scorso, rivela che “questa era la casa spirituale di mio padre”. “Quand’era malato i frati lo hanno sempre confortato - aggiunge l’imprenditore degli “strumenti da scrittura” -. Saremo vicini a loro e faremo di tutto per sostenerli, anche in maniera economica.”
L’ex onorevole Dino Secco, uno che la sa sempre lunga, spezza tuttavia il clima di generale speranza che avviluppa l’incontro tra i presenti: “Quando gli enti religiosi parlano di queste decisioni, vuol dire che le decisioni sono già prese. Manca solo l’ufficializzazione.” “L’unica strada - prosegue - è agire presso le gerarchie ecclesiastiche. Il miracolo ogni tanto arriva.”
Secco invita dunque a guardare in faccia la realtà ma la Donazzan non ci sta: “Aiutiamo le gerarchie a decidere diversamente.”
E proprio con una penna Montegrappa, gentilmente concessa da mister Aquila, i presenti provvedono quindi ad apporre le loro firme sui fogli predisposti allo scopo.
Inaugurano ovviamente le adesioni i promotori dell’iniziativa, Donazzan e Venzo, poi seguono via via tutti gli altri. Tu chiamale, se vuoi, petizioni.

Per tutto il tempo dell’incontro con la stampa Elena Donazzan si esprime in maniera equilibrata, moderata, quasi ecumenica. Ma in cuor mio - da giornalista che non disdegna le dichiarazioni forti - mi scatta il solito pensiero alla Nanni Moretti:
“Dai Donazzan, dì qualcosa da Donazzan!”.
E alla fine, prima di passare alle firme, l’assessore regionale, prendendo spunto dalle attività di coltivazione dei prodotti della terra che vengono svolte nei conventi, non mi delude:
“Oggi dobbiamo coltivare anime, perché ci stiamo s-cristianizzando.”
Dal sagrato dei Fratres per i momento è tutto, a voi la linea.

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