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Direttore Responsabile
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Scacco alla Torre
Una lunga striscia tricolore e una Torre Civica di legno, in sostituzione di quella vera negata dal Comune. Il presidio Movimento 9 Dicembre Bassano scende in piazza sotto la pioggia. Che allontana i cittadini, destinatari della manifestazione
Pubblicato il 04-01-2014
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“Bassanesi, dove c... siete?”. La frase riecheggia dal megafono della manifestazione pacifica che il presidio di Bassano del Movimento 9 Dicembre mette in atto in piazza Garibaldi in città per spiegare alla gente i motivi della protesta - diffusa ormai da circa un mese dagli attivisti del presidio permanente alla rotatoria del Grifone - del popolo della strada contro uno Stato che sta espropriando il presente agli adulti e il futuro ai giovani.
Ma i bassanesi, in questo sabato mattina di mercato, sono ben pochi: e i pochi che passano tirano dritti. Perché piove, governo ladro: e più va avanti la manifestazione, più cade acqua dal cielo. Nella stessa piazza le bancarelle del mercato hanno ormai smantellato. Ma il tempo da lupi non scoraggia i cinquanta e più manifestanti in giubbotto catarifrangente che continuano a invitare i passanti - inutilmente - a fermarsi un attimo per capire le ragioni della grande rabbia sulla situazione del Paese.
Bassano, da sempre, non ama le rivoluzioni: anche se queste riguardano il futuro di noi tutti e sono portate avanti da cittadini qualsiasi, lavoratori e disoccupati, studenti e pensionati. Ognuno con la sua porzione di crisi che a lungo andare porta a un semplice e naturale stato di esasperazione. “Non siamo i forconi, siamo il popolo che si è rotto i coglioni” - incalza all'altoparlante Michele Caberlin, uno dei coordinatori del presidio bassanese. E questa volta i puntini non li mettiamo.

La Torre Civica simbolica sotto la pioggia. Foto Alessandro Tich
All'appuntamento sono presenti anche le delegazioni dei presidi 9 Dicembre di Cittadella, Thiene e Padernello. Domani pomeriggio il presidio bassanese restituirà la visita a quello di Cittadella, da dove partirà un corteo in memoria degli imprenditori suicidi, con 134 croci e 134 fiaccole.
La lunga bandiera tricolore che doveva scendere dalla cima della Torre Civica viene srotolata a semicerchio sulla piazza, dopo il diniego degli uffici comunali all'autorizzazione a salire sul monumento. Ma - applauditissima - appare una Torre Civica “fai da te”, realizzata in legno. “Siamo stati raggirati dagli addetti dell'amministrazione - aggiunge Caberlin -. Un cambiamento grande va portato avanti, è il nostro compito. Un cambiamento costruttivo per tutti. La Torre oggi ce l'abbiamo, in attesa di fare scacco matto.” Standing ovation.
Seguono un minuto di silenzio sempre in onore delle vittime della crisi, e l'esecuzione dell'inno di Mameli. “Vergogna al Comune di Bassano!”: è l'altra frase che rimbalza nell'aria prima del rompete le righe. Il corteo, in fila indiana e con la lunga striscia tricolore sorretta dagli ombrelli, si incammina nuovamente verso Prato Santa Caterina, punto di ritrovo e di arrivo della manifestazione, per recarsi successivamente al presidio del Grifone per un ultimo giro di “pan e salado e vin rosso” di solidarietà.
Ma non prima di una rumorosa sosta di protesta fuori programma davanti al municipio in via Matteotti, dove viene nuovamente eseguito l'inno nazionale e gli attivisti invitano simbolicamente il sindaco a scendere in strada. E il presidio di Bassano, prima di sgomberare l'area, lancia ad alta voce il suo slogan di battaglia: “Tre, due, uno...fuoco!”.
Oggi il fuoco è stato sovrastato dall'acqua, ma - a quanto pare - non è intenzionato a spegnersi.
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