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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
“Bravo Chiopris, ma può giocare bene anche a sinistra”
Giorgio Roselli spiega il lavoro che richiede ai suoi centrocampisti di fascia. “La testa è tutta per la Sangiovannese”.
Pubblicato il 07-05-2009
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La vera rivelazione della partita contro il CuoioPelli è stato Chiopris Gori. Il laterale del Soccer Team è stato votato come migliore in campo della partita dai lettori di bassanonet. La sua prova assolutamente convincente è stata spiegata dal diretto interessato come conseguenza del ritorno sulla corsia che predilige, ossia la destra.
Cosa ne pensa Giorgio Roselli a riguardo? Per un esterno offensivo di centrocampo è più difficile giocare sulla fascia opposta rispetto al piede che predilige?
Chiopris Gori, 32, anni. Uomo parita con il CuoioPelli (foto Andrea Martinello)
“In realtà non ci sono grosse differenze. L’influenza di giocare su una fascia o sull’altra per un giocatore offensivo è minima, anzi quasi non si avverte. Il calcio è zeppo di esempi di giocatori d’attacco mancini che giocano a destra e viceversa. A Bassano lo stesso Fabiano si trova a suo agio a piede invertito: primo perché partendo da quella posizione può accentrarsi, cercare il fraseggio stretto con le punte e andare al tiro, secondo perché si trova di fronte un avversario che di solito è destro e quindi può giocargli sul piede debole. Se Chiopris è stato maggiormente utilizzato a sinistra è anche perché un giocatore come Gianni, in questo momento, è intoccabile. Comunque vorrei ricordare che anche a San Marino, Andrea giocava a sinistra e lì si trovava a meraviglia tant’è che Basso ha sudato sette camice per contenerlo nello scontro diretto con i biancazzurri. Dopodiché può essere che un giocatore si senta più sicuro in un lato del campo piuttosto che su quello opposto ma, ripeto, a questi livelli e per un giocatore offensivo incide davvero poco”.
Capita spesso che all’interno della stessa partita i due esterni di centrocampo invertano la loro posizione.
“Si è vero, anche se vorrei vederlo fare più spesso. I due giocatori di fascia, in questo modulo e per come chiedo loro di interpretare il ruolo, è importante che si scambino di posizione durante la stessa partita per creare qualche difficoltà in più all’avversario che si trova di fronte all’improvviso giocatori diversi che sfruttano armi diverse. Nel nostro caso un giocatore potente come Chiopris Gori e uno più brevilineo e agile come possono esserlo Fabiano e Turetta. Sta a loro essere bravi loro a trovarsi la posizione migliore, quella in cui possono mettere in maggiore difficoltà l’avversario”.
Sempre rimanendo in tema di ali, qual è lo step successivo? Cosa devono fare un ulteriore passo in avanti?
“L’attenzione alla riorganizzazione al termine di un’azione d’attacco. Stiamo lavorando affinché i tre giocatori che giostrano dietro la prima punta (domenica Turetta, Chiopris Gori e Berrettoni ndr), una volta conclusa l’azione d’attacco, mantengano la posizione. Cioè chi finisce a sinistra rimanga a sinistra, chi finisce in centro rimanga in centro, chi finisce a destra rimanga a destra. Questo in modo da conferire maggior velocità nel recupero delle posizioni e quindi ripresentarsi subito compatti per concedere meno sbocchi agli avversari”.
Quanto manca a questo Bassano per raggiungere il top? Su cosa incentrerà il lavoro in vista della delicata, e forse decisiva, sfida in casa della Sangiovannese?
“Questa squadra ha bisogno di lavorare ancora molto. Non dico che la partita con il Cuoiopelli sia stata mal giocata, però ho visto delle cose che non mi sono proprio piaciute. Sono stati commessi degli errori di squadra che contro un avversario di diversa caratura, come la Sangiovannese e il Prato e speriamo anche qualcun altro, avremmo potuto pagare a caro prezzo e sarebbe stata una beffa allucinante se confrontato con la mole di opportunità che avevamo costruito. Per come intendo il calcio io, infatti, non è importante costruire valanghe di occasioni, che possono essere merito della bravura di un giocatore, della favorevole condizione atletica e anche del tecnico, bensì il mio lavoro si rispecchia nell’organizzazione di squadra ossia presentarsi sempre compatti rischiando il meno possibile. Domenica in molti frangenti, queste cose non si sono viste ed è proprio su questi aspetti che lavoreremo con grande dedizione in questa e nelle settimane future”.
Il sorpasso ai danni della Cisco si è finalmente consumato ma i punti in palio sono ancora tanti.
“Non sono per niente convinto che il più sia fatto. Dobbiamo mantenere il livello di guardia molto alto, basti pensare che un pareggio nostro e una vittoria della squadra capitolina ci estrometterebbe nuovamente dalla griglia playoff. E a San Giovanni Valdarno ci attende una sfida tostissima”.
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