Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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9 Sep 2025 20:27
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 09-09-2025
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“…siamo proprio sicuri, come ultimamente si va dicendo, che per i bassanesi l’Astra sia il luogo del cuore indicato per ridiventare il Teatro della Città per antonomasia?”
È la domanda fatidica che è stata posta dalla nostra lettrice Annamaria Bizzotto in una lettera trasmessa alla redazione di Bassanonet e pubblicata nel nostro precedente articolo “Colpo al cuore”.
Uno spunto di riflessione, e insieme anche di sana provocazione, sull’esigenza di avere un Teatro in città che tuttavia, secondo il pensiero della firmataria della lettera, non deve essere necessariamente l’Astra, il cui sostenerne la causa rappresenterebbe anzi una visione “asfittica” della città di Bassano.
Massimo Frighetto (foto Alessandro Tich)
“…siamo proprio sicuri che altre valutazioni non meritino un’attenta e pacata riflessione?”, ha ancora chiesto la nostra lettrice, che ha quindi incalzato:
“non sarebbe il caso di prendere in considerazione altre zone di Bassano?”.
E questo perché “basterebbe allargare lo sguardo e avere un’idea di città un po’ più aperta e avveniristica (sulla scia di molte città europee e del mondo)”.
“Bassano - ha dichiarato Annamaria Bizzotto - non è formata solo da due piazze e qualche via del centro: se non riusciamo ad allargare gli orizzonti la Città resterà sempre più provinciale e senza respiro.”
La tesi sostenuta da tali affermazioni è davvero controcorrente, ipotizzando la prospettiva di un Teatro comunale collocato fuori dal centro storico, che a sua volta metterebbe in discussione la “centralità” per la vita urbana del centro storico medesimo.
Ma ecco che, nello stesso giorno di pubblicazione di “Colpo al cuore”, e anzi poco dopo che l’articolo è uscito online, è pervenuta in redazione una replica alle considerazioni di cui sopra da parte di Massimo Frighetto, noto esercente di via Angarano.
Frighetto è il titolare di “Premiata Fabbrica Pizza”, pizzeria artigianale situata all’imbocco di Angarano del Ponte Vecchio, adiacente alla spalla destra (aaah…i ricordi della Pontenovela…) del nostro Monumento Nazionale.
Il suo pensiero è diametralmente opposto a quello di chi sostiene la necessità di “decentrare” i luoghi della cultura, Teatro in primis, nel nome di una città “un po’ più aperta e avveniristica”.
E coglie l’occasione per puntare le antenne, dal suo punto di vista di imprenditore, sull’importanza del centro storico come luogo di eventi, di cultura e di richiamo turistico rispetto a soluzioni periferiche che non porterebbero benefici all’economia della città.
“L'Astra è per chi ha a cuore la città di Bassano - sostiene Frighetto nella sua comunicazione -. Si va avanti solo con un centro storico vivo, e non di soli bar caffè, cocktail bar, enoteche, ristoranti, pizzerie. Pensiamo a tutti quei famosi negozi artigianali che fino a 15 anni fa facevano di “quattro passi a Bassano" una città da vivere, soprattutto per il turista. Anche se, solo con il Ponte, un piccolo centro storico e qualche mostra, riusciamo comunque a “campare” molto meglio delle provinciali Vicenza, Padova e Treviso.”
“Ma - aggiunge - qualsiasi evento al di fuori del centro storico, vedi gli spettacoli al palazzetto, non porta niente a Bassano: gli spettatori arrivano, parcheggiano, godono lo spettacolo e se ne vanno.”
L’esercente di via Angarano porta l’esempio del concerto di Sting in Parco Ragazzi del ‘99, dello scorso 6 luglio, cancellato causa maltempo:
“Nel mio locale ho avuto tutto pieno al primo turno, delle 19, perché poi la gente andava al concerto a piedi senza problemi. Tutto vuoto il secondo turno, delle 21, perché tutti erano andati, naturalmente, al concerto. Appena annullato il concerto si è riempito anche il secondo turno (circa 55 posti) perché le persone stavano girando per il centro storico e quindi si sono fermate. Se fosse stato fuori dal centro, palazzetto o altro, sarebbero andate alla macchina e subito a casa.”
Il ragionamento, in sé, non fa una grinza.
Effettivamente, dopo l’annullamento dell’evento di Sting e il prolungato blackout di comunicazioni ufficiali al riguardo, molti spettatori mancati del concerto, di cui non pochi provenienti dall’estero, si sono riversati nei pubblici esercizi delle vicinanze e dintorni.
Non saranno tornati a casa con un bel ricordo di Bassano, per usare un eufemismo, ma almeno hanno trovato un centro storico accogliente ed attrezzato per confortare la loro delusione.
“Solo con un centro storico vivo e vegeto, Bassano vive - rimarca Frighetto -. Glielo dice chi è nato dalle macerie di una libreria, Giunti al Punto, chiusa perché al Grifone rende molto di più.”
“Premiata Fabbrica Pizza”, sorta nel 2015, e l’attiguo ristorante “Impronta”, avviato nel 2020, si trovano infatti nei locali dove un tempo aveva sede la libreria, poi trasferitasi nel centro commerciale come altri negozi, soprattutto delle catene in franchising, un tempo ubicati nel salotto cittadino.
Ergo: secondo Massimo Frighetto, Bassano del Grappa ha bisogno come la pizza, pardon come il pane di un centro storico che pulsi di vita e i veri volani della sua attrattività dovrebbero essere in primis gli eventi culturali e di spettacolo.
E in questo senso un Teatro come l’Astra (ma perché non considerare - aggiungo io - anche una soluzione alternativa, sempre in centro o nell’immediata cintura?) gioverebbe fortemente alla causa.
Comunque la si pensi, questo dibattito sul Teatro si sta facendo interessante.
E per fortuna che c’è almeno un po’ di dibattito, perché sul fronte dell’orientamento dell’amministrazione comunale riguardo al nuovo Teatro cittadino si ode solo il garrito dei gabbiani: siamo sempre in alto mare.