Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 08-09-2025
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Tra le tante curiosità che costellano la solenne processione storico biblica delle Feste Quinquennali in onore del Divin Crocifisso di Pove del Grappa, dette anche Feste del Cristo, c’è anche un gioco per gli appassionati di enigmistica, che ho inventato io: “Trova la Donazzan”.
Ogni cinque anni, l’attuale europarlamentare di Fratelli d’Italia compare infatti regolarmente tra le centinaia di figuranti che fanno rivivere le scene e i personaggi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Ma bisogna aguzzare la vista ed essere bravi a scorgerla in mezzo alla miriade di costumi, di acconciature e di trucchi di scena del lunghissimo corteo rievocativo.
Del resto, Elena Donazzan è povese, anzi poatta, e pertanto può partecipare a pieno titolo alla sacra rappresentazione.
Foto Alessandro Tich
Mi ricordo di averla già vista sfilare con un costume biblico in una edizione di diversi anni fa, forse quella del 2010 ma riguardo all’anno potrei sbagliarmi. Impersonava la Regina d’Egitto, mano nella mano col Faraone.
Lo avevo raccontato su Bassanonet in un articolo intitolato “Donazzan d’Egitto”.
All’epoca non facevo ancora regolarmente i “titoli alla Tich”, avevo intitolato così tanto per intitolare, ma rammento che - e non so per quale motivo - quel titolo ebbe un successo strepitoso.
Poi, fino a ieri, non ho avuto più occasione di assistere nuovamente alle Feste del Cristo di Pove, che tra l’altro nel 2020 erano state cancellate causa pandemia.
Ma i miei informatori della PIA (Pove Intelligence Agency) mi hanno riferito che nelle edizioni più recenti la Donazzan è sempre stata tra i figuranti della solenne processione e che nell’ultima aveva sfilato da Giuditta, tenendo in mano la testa mozzata di Oloferne.
Giuditta è l’eroina del popolo ebraico che salvò la sua città assediata dagli Assiri facendo invaghire il generale assiro Oloferne e decapitandolo dopo avergli sottratto la scimitarra mentre lui dormiva nella sua tenda, ubriacato dal vino.
E direi che la vicenda biblica di Giuditta e Oloferne - per quanto il suo fondamento storico sia oggi ancora discusso - ben si sposa, in senso metaforico, al recente e fortemente dibattuto intervento su Israele e Gaza pronunciato dalla Donazzan al parlamento europeo.
Ma forse, vista l’aria che tira, sfilare a Pove nei panni di una Giuditta-bis sarebbe stato, per così dire, troppo esplicito.
E così, ieri pomeriggio, l’europarlamentare più povese del mondo ha preso parte alla solenne processione nelle più rassicuranti vesti della Samaritana al pozzo.
Vale a dire della protagonista dell’omonima parabola del Vangelo secondo Giovanni: la donna con l’anfora che incontrò Gesù al pozzo nella città di Sicar in Samaria, Lui le chiese da bere, lei lo dissetò e Lui le offrì “l’acqua viva” che disseta per sempre, e cioè l’acqua dello Spirito Santo e della vita eterna, rivelandosi infine come il Messia.
Un esempio evangelico di dialogo “interetnico” e “interreligioso” dal momento che i Giudei, come racconta la parabola stessa, non avevano rapporti con i Samaritani, ovvero gli abitanti - disprezzati e considerati idolatri dai Giudei - della Samaria, una regione della Palestina situata tra la Giudea e la Galilea, in gran parte ubicata nel nord dell’attuale Cisgiordania.
Ah, questo Medio Oriente…
Insomma: quella dell’eurodeputata FdI, ieratica e distaccata nel suo incedere, è stata un’interpretazione degna della più pura tradizione evangelica, a più non pozzo.
Quella di comparire tra i figuranti della processione delle Feste Quinquennali è comunque un’abitudine di famiglia: ieri anche Giovanna Donazzan, sorella di Elena e già assessore comunale e vicesindaco a Pove del Grappa, è stata infatti della partita.
Ha sfilato nei panni di una delle tre “pie donne” ovvero delle Tre Marie che, secondo i Vangeli, furono presenti al momento della crocifissione e della deposizione di Gesù.
Ma ritornando alla Donazzan più famosa, l’immagine dell’esponente meloniana con l’anfora del pozzo di Giacobbe, quello dell’incontro col Messia, rimarrà nella sezione “ho visto cose” dei miei archivi giornalistici personali, ormai pluri-quinquennali.
Questa è stata dunque la parabola, nel senso di percorso ascendente, dalla Donazzan d’Egitto alla Donazzan di Samaria.