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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

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Alpini, parla il “Presidentissimo”

Intervista a Bortolo Busnardo, presidente onorario della sezione ANA Montegrappa. Mini-naja, ex base Nato, Caserma Montegrappa e le speranze per “Bassano alpina”

Pubblicato il 13-09-2009
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Brassaï. L’occhio di Parigi

E' stato il presidente della storica Sezione ANA Montegrappa per 21 anni, dal 1984 al 2005.
Oggi si è ritirato dagli impegni istituzionali, pur mantenendo la carica di Presidente Onorario.
Ma Bortolo Busnardo, 77 anni, resta per tutti “il Presidentissimo”. E' il personaggio-simbolo dell'alpinità bassanese, decisivo nella vittoria di Bassano del Grappa - rispetto ad altre agguerrite città concorrenti - quale sede dell'Adunata Nazionale degli Alpini 2008.

Bortolo Busnardo all'Adunata Nazionale degli Alpini 2009 a Latina (foto: Alessandro Tich)

Lo incontriamo a casa sua a Casoni di Mussolente, cordiale e disponibile come sempre.

Presidente Busnardo, come vive oggi la realtà della sezione Ana Montegrappa?
“Un po' ai margini. Mi metto volontariamente in ombra. Pur vivendo intimamente e vivacemente la vita alpina cerco di non interferire nelle decisioni della sezione. Mi limito a dare qualche consiglio e suggerimento, ma con la più ampia libertà dell'attuale presidente e del consiglio direttivo di decidere cosa fare.”

Quali sono i valori alpini che “restano”, anche dopo aver abbandonato una carica importante come la presidenza di una sezione?
“Ci sono dei valori che uno porta per sempre. Io sto ancora conducendo sulle pagine nel nostro giornale di sezione “Sul Ponte di Bassano” la battaglia per il recupero dell'ex base Nato sul Grappa, approfittando anche della proposta lanciata dal sindaco di Crespano per promuovere la causa del Massiccio come “patrimonio dell'Unesco”, per ribadire il mio appoggio a conferma della linea originaria già proposta in passato: “no” alla totale demolizione del complesso, “sì” invece alla sua ristrutturazione e al recupero degli elementi fondamentali, primo fra tutti la Galleria Vittorio Emanuele III che parte da Piazzale Milano e sbuca proprio sotto il fabbricato dell'aeronautica.
E' un'opera di alta ingegneria militare e civile, che deve essere riscoperta dalle nuove generazioni.
Il recupero dell'ex base Nato andrebbe fatto per scopi attuali: museali, espositivi e turistici.”

Altre questioni che le stanno a cuore?
“Un altro punto è la proposta della cosiddetta “mini-naja” che introduce una “piccola leva militare” nel Corpo degli Alpini. E' un'occasione per i nostri giovani di trascorrere alcune settimane di servizio militare nelle truppe alpine, preparandosi a un'eventuale e successiva militanza professionale nelle truppe stesse. Questa iniziativa riapre le speranze di lunga vita alla nostra associazione, che con l'abolizione della leva obbligatoria è stata compromessa.”

Che conseguenze ha avuto, secondo lei, l'abolizione della leva militare?
“L'abolizione della leva comporta una serie di danni alla società che sono facilmente rilevabili: la mancata educazione dei giovani, il mancato senso di disciplina e la necessità di ricorrere da altre fonti per la sicurezza sul territorio. E' molto importante avere un reparto specialistico di volontari chiamati a svolgere le missioni all'estero come in Afghanistan, ma abbiamo anche la necessità di sorvegliare il nostro territorio, oltre all'esigenza di pronto intervento nelle emergenze, al posto di istituire le ronde o altri “mezzucci”. Sarebbe questo un compito adatto per i nostri alpini, che ritornerebbero a svolgere la loro funzione originale.”

Lei cosa si auspica per la Bassano “alpina”?
“Avevo lasciato la presidenza della sezione ANA Montegrappa con determinati obiettivi da concludere. Per l'ex Caserma Montegrappa è quasi impossibile poterla recuperare come sede di un reparto alpino, è un sogno troppo ambizioso da poter realizzare. Era stato raggiunto un certo accordo con l'Amministrazione comunale, accontentandoci di recuperare l'ex caserma con funzioni compatibili alla vocazione alpina della città, creando un Museo Alpino Nazionale e lasciando alle altre istituzioni cittadine ( come le forze dell'ordine ) la possibilità di usufruire degli altri spazi. Ora sento che c'è qualche perplessità sulla questione. Sarà compito dell'attuale Consiglio di Presidenza della sezione difendere questa posizione, se lo riterrà opportuno.”

Dunque, secondo lei, per il recupero dell' “alpinità” a Bassano non tutto è perduto?
“Mi resta una speranza, che è proprio la “piccola leva” e cioè questa “scuola primaria” per i giovani che vogliono cimentarsi con la penna. Bassano potrebbe diventare la sede di questa esperienza che possiamo chiamare “paramilitare”, propedeutica allo sposalizio con le truppe alpine.
Bassano è un ambiente accogliente ed è una città che offre tutto quanto può essere all'altezza per queste giovani reclute, anche con l'appagamento dei loro bisogni culturali e sportivi.
Sarebbe insomma la sede ideale di questo esperimento, ma il compito di dare una spinta a questo messaggio non è certo di un ex presidente di sezione quanto piuttosto di altre forze più potenti e più importanti di me.”

Le difficoltà, come pure le speranze, insomma non mancano. E lo spirito alpino c'è sempre?
“Lo spirito alpino non muore mai”

Parola di Bortolo Busnardo, “Presidentissimo” forever.

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