Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 08-09-2025
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La cosa bella delle Feste Quinquennali in onore del Divin Crocifisso di Pove del Grappa, dette anche Feste del Cristo, che si celebrano da oltre due secoli, è la loro immutabilità. E guai se fosse diversamente.
Nel corso degli anni e dei decenni cambiano le generazioni che vi partecipano, cambiano i sindaci, i parroci, cambiano anche i presidenti del Comitato organizzatore, può anche variare il programma dei tanti eventi collaterali, ma una cosa resta invariabile: la solenne processione storico biblica che costituisce il momento culminante della sentita ricorrenza che si ripete a ogni lustro.
E, soprattutto, quella che resiste senza cedimenti all’usura del tempo è la profonda devozione della comunità locale nei confronti del Divin Crocifisso, che dà il nome alle Feste e che inaugura la solenne processione, trasportato per le vie del paese dai “Crocifissoferi” e seguito dagli oltre 500 personaggi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento che animano la sacra rappresentazione.
Foto Alessandro Tich
Si tratta di un crocefisso ligneo, custodito nella chiesa parrocchiale di San Vigilio, del quale si ha la prima traccia storica nel 1519 e che secondo la leggenda sarebbe stato scolpito in tempi ancora più antichi su un tronco di ulivo, in una sola notte, da un pellegrino boemo o austriaco in viaggio verso Roma per il Giubileo e donato al parroco dell’epoca come segno di gratitudine per l’ospitalità ricevuta.
Non c’è che dire: Cristo si è fermato a Pove.
Nel pomeriggio di domenica 7 settembre si svolge la prima solenne processione dell’edizione 2025 delle Feste Quinquennali, con partenza da piazza degli Scalpellini e arrivo nella stessa piazza dopo aver attraversato un percorso, contornato da due ali di folla, lungo la parte nord del paese.
Domenica prossima 14 settembre la processione storico biblica sarà ripetuta, sempre con inizio alle ore 16 e con partenza e arrivo nella piazza centrale di Pove, ma con un percorso lungo la parte sud del paese.
Anche la devozione popolare esige la sua par condicio.
Prima che l’affollato corteo abbia inizio - aperto dai Cavalieri dei Divin Crocifisso, dal “pellegrino” e quindi dai “Crocifissoferi” -, la presidente del Comitato organizzatore Patrizia Campagnolo sottolinea nel suo intervento che le Feste del Cristo, in cui “tutto il paese si mobilita”, non si sono svolte solamente in concomitanza con le due guerre e poi nel 2020, per il Covid.
Il quale, aggiungo io, ha costituito una guerra mondiale per conto suo.
La presidente ricorda ancora i suoi predecessori più recenti alla guida del Comitato: Roberto Donazzan (2005), Michele Alberton (1995 - 2000) e il compianto prof. Antonio Filippi, figura organizzativa di riferimento della manifestazione per un ventennio (1970 -1990).
“Le Feste sono un’occasione per rinsaldare il senso di appartenenza alla nostra terra e il nostro essere parte di una comunità solidale e generosa - afferma al microfono il sindaco Francesco Dalmonte -. Un evento corale carico di significato e di memoria, un tempo straordinario in cui storia, memoria e identità si intrecciano.”
Ed è certamente un battesimo del fuoco, per loro che di battesimi certamente se ne intendono, per i due parroci Don Dario e Don Alberto, che non nascondono la loro emozione e commozione.
Arrivati lo scorso novembre alla guida spirituale dell’Unità Pastorale Medio Brenta, in “collaborazione pastorale” con la Parrocchia di Pove, si ritrovano già catapultati nel clima di celebrazione solenne e insieme di festa popolare del grande evento quinquennale.
Assistere alla processione storico biblica delle Feste del Cristo di Pove, che dura circa un paio d’ore, equivale a frequentare una lezione onnicomprensiva di catechismo, almeno del tipo di quelle che frequentavo io nell’era geologica della mia fanciullezza.
O, se preferite, equivale a sfogliare un Bignami della nostra fede cristiana, per quanto essa tragga le sue origini - collegamento che spesso si tende a sottostimare e che all’evento povese viene dovutamente rimarcato - dalla fede in Dio, con vicissitudini correlate, del popolo ebraico.
Con il bonus-spettacolo di poter vedere “dal vivo” i personaggi che di questo kolossal chiamato Bibbia, che nel Nuovo Testamento comprende i quattro Vangeli, sono stati i principali interpreti.
Ci sono infatti tutti o quasi: da Adamo ed Eva - figure di apertura dell’Antico Testamento e anche del genere umano, secondo le scritture - fino ai protagonisti della Passione di Cristo, avvenuta quasi duemila anni fa.
In mezzo, millenni di storia e di storie raccontati dalla Bibbia che rivivono nelle numerose scene e nelle impersonificazioni dei “big” della rappresentazione itinerante: da Noè e famiglia, Abramo e Isacco e progenie, Mosè con le tavole, passando per i re Saul, Davide e Salomone eccetera eccetera, fino alla nascita, vita e Passione di Gesù Cristo con tutti i co-protagonisti del caso, parabole evangeliche più note comprese.
Citarli tutti in questo articolo è impossibile: il solo elenco delle uscite dei personaggi della solenne processione, stampato nel libretto delle Feste Quinquennali e scritto in caratteri piccoli, prende due pagine piene.
Con cotanta sfilata continuativa di patriarchi & C., ci sarebbe il rischio di perdersi tra la barba di Noè e quella di Giosuè, oppure tra la barba di Mosè e quella di Sansone, o di Giobbe o dei quattro profeti Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, solo per citarne alcuni: tutte barbe naturali che gli uomini di Pove impegnati nella processione si fanno crescere apposta per la rappresentazione.
Non sono solo gli uomini ad animare le scene in successione del sacro corteo.
A parte le gentili consorti come Sara, Rebecca o Rachele, la Bibbia annovera una serie di eroine mica da poco che pure potrebbero confondere, senza un’opportuna conoscenza di base, i non addetti agli altari.
Ma niente paura: il puntuale commento dagli altoparlanti degli speaker della manifestazione consente di capire in diretta chi è il protagonista di turno della biblica sfilata e anche, in poche parole, che cosa ha fatto.
E come ogni spettacolo che si rispetti, c’è anche il momento clou, quello più atteso, che suscita gli applausi a scena aperta del pubblico.
È la comparsa, verso la fine della solenne processione, di Gesù con la Croce: raffigurazione live del Divin Crocifisso e in quanto tale pregna di significato simbolico.
Il corteo viene concluso, sempre con grandi applausi, dall’uscita dei vessilli delle contrade di Pove del Grappa, precedute dal gonfalone del Comune, affiancato dal sindaco e dalla presidente del Comitato delle Feste.
È il giusto tributo a una comunità che ogni cinque anni si trasforma in una Bibbia vivente, dando vita alla originalissima versione povese di Jesus Christ Superstar.